Mercati azionari, il recupero possibile?
Le borse hanno cominciato a sentirsi nel mezzo di una recessione sette mesi fa, ma la recessione non è ancora arrivata. Probabilmente, con l’eccezione dell’Europa, non arriverà per altri sei-nove mesi
di Redazione Soldionline 19 ott 2022 ore 10:18“Le borse hanno cominciato a sentirsi nel mezzo di una recessione sette mesi fa, ma la recessione non è ancora arrivata. Probabilmente, con l’eccezione dell’Europa, non arriverà per altri sei-nove mesi”, ha evidenziato Alessandro Fugnoli – strategist di Kairos – nel podcast “Al 4° piano”.
Secondo lo strategist, in America e in Cina si vedono addirittura segnali di ripresa, mentre l'Europa invece resta più fragile, complice il problema energetico.
Come gestire, quindi, scenario? Nell’analisi seguente Alessandro Fugnoli segnala che a livello strategico occorre avere ancora molta prudenza perché il punto di svolta del ciclo è ancora lontano.
Le borse hanno cominciato a sentirsi nel mezzo di una recessione sette mesi fa, ma la recessione non è ancora arrivata. Probabilmente, con l’eccezione dell’Europa, non arriverà per altri sei-nove mesi. Non solo la recessione non è arrivata, ma in America e in Cina si vedono segnali di ri-accelerazione. Questi segnali non descrivono una realtà omogenea. Ci sono infatti settori, come l’immobiliare, che sono già in contrazione, anche se per ora il rallentamento è contenuto. Altri settori, tuttavia, in particolare nei servizi, stanno andando ancora bene. La discesa del prezzo della benzina, in particolare negli Stati Uniti, lascia ai consumatori americani la possibilità di spendere di più per la salute, per il turismo e per altri servizi che nei due anni di pandemia sono stati richiesti di meno. Lo stimolo monetario e fiscale del 2020 e del 2021 è stato in effetti così forte che ancora se ne sentono gli effetti. Il rallentamento della prima metà del 2022 è stato circoscritto al manifatturiero e in particolare alle sue scorte, che erano eccessive e sono state ridotte attraverso una riduzione della produzione. Ora le scorte sono quasi in equilibrio, mentre gli acquisti di fine anno si profilano più elevati rispetto all’anno scorso.
La tenuta dell’economia si accompagna però a un’inflazione più tenace e persistente del previsto. Le banche centrali, di conseguenza, non vedono ostacoli insormontabili al proseguimento della normalizzazione monetaria. I tassi continueranno quindi a salire fino a febbraio. Da lì in avanti ci si fermerà per qualche mese per misurare l’effetto dell’imponente movimento restrittivo. Proseguirà solo il Quantitative tightening. In Europa la situazione è decisamente più fragile, ma si è quantomeno riusciti a ridurre il rischio di una mancanza di fonti energetiche per l’inverno tale da mettere seriamente in discussione l’attività produttiva. La recessione è già partita, ma in presenza di un’America e di un’Asia che stanno andando ancora abbastanza bene, l’Europa non dovrebbe precipitare in una recessione troppo profonda. Con i mercati ripuliti da 10 mesi di ribassi e le imprese che, grazie all’inflazione, sono ancora in grado di produrre utili in crescita nominale, esiste lo spazio per un recupero parziale delle perdite di questo pessimo 2022.
L’imminenza delle elezioni di midterm dell’8 novembre indurrà d’altra parte l’amministrazione Biden a fare di tutto per evitare ulteriori discese dei mercati, inclusa l’accelerazione della vendita delle scorte strategiche di petrolio per continuare a calmierare il prezzo della benzina. Dopo le elezioni, d’altra parte, si entrerà in una fase stagionalmente positiva per i mercati azionari. Il recupero sarà anche favorito dai forti livelli di ipervenduto raggiunti nella prima metà di ottobre. La liquidità nei portafogli è cresciuta e c’è anche una certa quantità di posizioni al ribasso che, in caso di recupero, dovranno correre a ricoprirsi. Quello che si profila potrebbe essere di più di un bear market rally, non necessariamente per l’ampiezza del recupero quanto per la sua durata. L’orizzonte di medio periodo rimane però coperto di nubi. Sarà molto difficile, per l’America, evitare una recessione. Se però la recessione, come sembra, inizierà nella seconda metà del 2023, il mercato farà in tempo a metterla tra parentesi per qualche mese. Strategicamente, quindi, occorre ancora molta prudenza, perché il punto di svolta del ciclo è ancora lontano e potrebbe richiedere ancora 12 mesi di attesa. Tatticamente, tuttavia, ovvero in un orizzonte di tre mesi, il recupero potrà essere giocato con qualche acquisto mirato.