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Meglio mantenersi ancora molto cauti sull'azionario

L’esito del referendum sulla Brexit, con la vittoria dei “leave”, ha colto totalmente di sorpresa i mercati finanziari che, nelle sedute precedenti alla consultazione popolare, avevano messo a segno un robusto rimbalzo

di Redazione Soldionline 29 giu 2016 ore 11:39

A cura di Aldo Martinale, Responsabile Funzioni  Studi e Analisi di Banca Intermobiliare

L’esito del referendum sulla Brexit, con la vittoria dei “leave”, ha colto totalmente di sorpresa i mercati finanziari che, nelle sedute precedenti alla consultazione popolare, avevano messo a segno un robusto rimbalzo scommettendo sulla permanenza della Gran Bretagna nella UE. L’impressione è che oltre ai mercati anche i politici inglesi siano stati colti di sorpresa considerando le reazioni che si sono avute nei due principali schieramenti politici e l’incertezza sulle prossime mosse. La confusione è tale che al momento non viene esclusa la possibilità che un “terremoto politico” in Inghilterra possa portare a mettere in discussione il risultato del referendum ed avviare un percorso che mantenga la Gran Bretagna all’interno dell’Unione. In  questo contesto diventa estremamente complicato valutare gli effetti della Brexit considerando che non si conoscono le tempistiche, il percorso e le condizioni dell’eventuale uscita.

E’ anche difficile prevedere quale sarà l’atteggiamento dell’Unione Europea considerando che:
- un approccio troppo soft nei confronti della Gran Bretagna rischia di alimentare le spinte populiste di altri paesi all’uscita;
- un approccio eccessivamente duro rischia di aggravare le conseguenze economiche e finanziarie della separazione.

analisi_19Considerando che per avere maggiore chiarezza sulla linea tenuta dai vertici politici inglesi potrebbero volerci mesi (Cameron darà le sue dimissioni soltanto ad ottobre), l’unica certezza è che l’esito del referendum avrà un impatto negativo sull’andamento dell’economia: le stime di crescita dell’economia inglese nel 2017 saranno riviste sensibilmente al ribasso (e non si può escludere una recessione), mentre l’espansione dell’economia europea potrebbe subire un calo di circa mezzo punto percentuale. Se gli effetti diretti sull’economia sono probabilmente già incorporati dai mercati, ovviamente l’aspetto più delicato della Brexit, difficile da ponderare, è il potenziale effetto contagio sulla volontà di uscita di altri paesi che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’Unione in un momento in cui le spinte populiste tendono ad addebitare all’Unione Europea le colpe del delicato stato di salute dell’economia di alcuni paesi. A questo riguardo gli effetti dipenderanno dal tipo di percorso che sarà seguito dalla Gran Bretagna e comunque saranno fondamentali gli interventi e le soluzioni che Governi ed Authority sapranno mettere in campo. Non va dimentica che la questione della Brexit si è innestata su uno scenario macro già piuttosto complicato caratterizzato da una crescita globale che resta contenuta, dalla delicata fase di transizione della politica monetaria della FED, dai timori in merito al rallentamento dell’economia cinese e dalle difficoltà del sistema bancario europeo e soprattutto italiano.

In questo contesto confermiamo un atteggiamento di cautela verso la componente azionaria, considerato che l’attuale fase di forte incertezza continuerà a mantenere molto elevato il premio per il rischio, soprattutto sulle Borse europee. Per quanto la visibilità sia contenuta non sembrano al momento esserci le condizioni per una crisi sistemica, anche perché la Brexit, per quanto non incorporata dai mercati, era una problematica conosciuta e, di conseguenza, le autorità, Banche Centrali in primis, dovrebbero avere preparato adeguate contromisure. Gli interventi più urgenti sono quelli che riguardano il settore bancario considerato la difficile situazione di partenza (indipendentemente dalla Brexit) ed il ruolo fondamentale che riviste la fiducia in questo settore. In questo senso è auspicabile che, come già emerso sugli organi di stampa, la straordinarietà della situazione garantisca una maggiore tolleranza delle autorità europee nelle forme di sostegno. Per la componente rischiosa dei portafogli ribadiamo la nostra visione positiva sull’obbligazionario corporate: anche questo segmento ha subito un aumento di volatilità, ma riteniamo che nel medio periodo resti premiante il ruolo della Banca Centrale con il programma di QE. L’aspettativa di un ulteriore allentamento della politica monetaria della BCE ed i crescenti dubbi sulle prospettive dell’Unione Europea ci hanno portato ad una view più positiva sul Dollaro. Il rallentamento del percorso di rialzo dei tassi di interesse da parte della FED limita probabilmente lo spazio del movimento, ma va anche tenuto presente che in un contesto di maggiore avversione al rischio il Dollaro avrebbe anche un ruolo di copertura del portafoglio.

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