Lo spettro della Marmite aleggia sui mercati
Se qualcuno si fosse convinto, nelle ultime due settimane, che la discesa della sterlina non avrebbe avuto conseguenze sull’economia reale del Regno Unito, si sbagliava
di Valter Buffo 17 ott 2016 ore 09:01Commento giornaliero di www.recce-d.com
Quando giovedì la catena di supermercati Tesco ha deciso di interrompere la vendita della crema spalmabile Marmite, nel Regno Unito è scattato il panico. Un prodotto di uso quotidiano per molti britannici, la crema Marmite è stata ritirata a causa degli aumenti di prezzo imposti dal gruppo internazionale del consumo Unilever (primo grafico in basso). I quotidiani ne hanno riferito sulle prime pagine, attribuendo lo scontro in atto alla svalutazione della sterlina GBP:
The plummeting pound is threatening UK households’ supplies of Ben & Jerry’s ice cream and Marmite spread, as Tesco, the country’s biggest supermarket, pulled dozens of products from sale online in a row over who should bear the cost of the weakening currency. Unilever has demanded steep price increases to offset the higher cost of imported commodities, which are priced in euros and dollars, according to executives at multiple supermarket groups. But Tesco signalled it would fight the rises, removing Unilever products from its website and warning that some of the items could disappear from shelves if the dispute dragged on. Other supermarkets have warned that they could follow suit. Britain’s biggest grocer is led by Dave Lewis, a former Unilever “lifer” who ran the Anglo-Dutch company’s personal care business, overseeing brands that include Dove soap, Signal toothpaste and Tresemmé shampoo.
Se qualcuno si fosse convinto, nelle ultime due settimane, che la discesa della sterlina non avrebbe avuto conseguenze sull’economia reale del Regno Unito, si sbagliava: per le stesse ragioni, si sbagliano (e di grosso) quelli che prevedono nei prossimi mesi “la parità tra sterlina e dollaro USA”. Previsioni come queste, che le grandi banche di investimento mettono in giro per spingere i loro Clienti (i Fondi Comuni) a vendere le sterline oggi, e magari ricomperarle poi tra due settimane, fanno a pugni con il funzionamento dell’economia reale e non solo: anche con i mercati finanziari. Se vi fosse sfuggito il rialzo dei rendimenti dei Gilts, i Titoli di Stato del Regno Unito, il secondo grafico sotto serve a segnalarvi che il rendimento a scadenza di un Gilt a 10 anni è più che raddoppiato tra settembre ed ottobre (facendo scendere i prezzi delle medesime obbligazioni di un 5% circa) e soprattutto che è salito al medesimo livello del 16 giugno scorso, una settimana prima del Referendum. E come tutti i nostri lettori sanno, vedere la valuta che scende e i Titoli di Stato che scendono è un segnale forte, difficile da equivocare. Su The Morning Brief, per tutta la settimana, i nostri Clienti troveranno un approfondimento di questo tema, a partire da ciò che ha detto venerdì scorso 14 ottobre Mark Carney, il Governatore della Bank of England.
CONCLUSIONE Recce’d vi segnala i problemi creati nell’ultima settimana dalla svalutazione della sterlina, sia all’economia reale di imprese e famiglie, sia ai mercati finanziari, sia alla Banca di Inghilterra
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 17 ottobre 2016, abbiamo trattato i seguenti temi:
- Treasury decennale a 1,80% e euro scambiato sotto 1,1000. Le due ore finali del mercato di venerdì 14 ottobre hanno cambiato il quadro?
- Italia: banche e Legge Finanziaria, è ancora la politica del “prendere un po’ di tempo”
- Si apre una settimana che sarà fatta di dati per l’inflazione, ma pure di dati trimestrali dalle Società
- SEZIONE L'OPERATIVITA' il tema è obbligato: il tema “inflazione” ha già cambiato i mercati?
- SEZIONE L'ANALISI “Marmitegate”: cosa è e che cosa modificherà nelle nostre strategie di investimento: lo vedremo da lunedì a venerdì
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