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Le grandi banche hanno cambiato gli outlook...

Perché le banche globali oggi dicono che è possibile una correzione, e invece quando gli indici di Borsa erano del 15% più alti dicevano di comperare equity sempre e comunque? Perché?

di Redazione Soldionline 25 ago 2015 ore 09:52

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1. Come una palla impazzita 
Il mercato di agosto ha completamente smontato, per non dire distrutto, la “view di consenso” intono alla quale, sette mesi fa, le Reti di vendita avevano costruito le loro “asset allocation più aggressive”. Quando, mesi fa Recce’d, scriveva di guadagni artificiali per i vostri portafogli a fine giugno, si riferiva proprio a questo. Ora gli indici rimbalzano, come la famosa “palla magica” di gomma, su e giù senza sosta. Questa mattina alle 7 il future USA sull’indice S&P 500 rimbalza del 2% anche se la Cina perde il 5%. Gli investitori legati a prodotti tradizionali come i Fondi Comuni in questo momento sono del tutto in balia degli indici: e a loro non resta che “sperare che rimbalzi” [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].
2. Le banche di investimento  Gli investitori finali non sono certo aiutati dalle banche di investimento, che in poche settimane hanno perso tutti gli appigli che erano serviti, nei mesi precedenti, per “pompare il rischio” nei vostri portafogli. Per le banche globali adesso è cominciata la “Grande Ritirata”: ad esempio, abbiamo letto proprio ieri una frase scritta dallo strategista di una delle tre maggiori banche globali: “We are seeing a lot of fear on Wall Street, but at the same time, investors are not running to Treasuries and gold. The stock market has been vulnerable for some time and I would not be surprised to see a 10%-15% correction this year, … It looks like we’re seeing something akin to the taper tantrum developing at the moment with global markets in a fragile way. It’s difficult to assess how much is Fed related and how much is China though,”.  Qui si dicono due cose. Punto uno: è difficile capire cosa sta succedendo. Punto due: la Borsa USA potrebbe anche chiudere l’anno a -15%. Riflettete su queste frasi, e chiedetevi: perché queste banche globali oggi dicono che è possibile una correzione, e invece quando gli indici di Borsa erano del 15% più alti dicevano di comperare equity sempre e comunque? Perché quello che allora era un grande affare adesso è da evitare? A chi serve scrivere frasi come queste adesso? [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].
mercato_243. Mercati Emergenti: opportunità o rischio  Seguito del punto precedente: è notizia di ieri che una delle grandi banche globali ha ridotto ieri (!!!) le proprie stime per le Borse Emergenti (!!!): continuiamo a non capire a che serve un lavoro del genere, che semplicemente insegue l’umore dei mercati: noi sui nostri portafogli modello ragioniamo all’opposto, come potete leggere nella sezione finale, “L’analisi”. Ecco la notizia di ieri, come la ha riportata Bloomberg: “Goldman Sachs Group Inc. cut its price targets for the MSCI Asia Pacific Excluding Japan Index by as much as 18 percent on growth concerns and said the catalyst for a recovery in Chinese stocks could be at least six weeks away. The U.S. bank lowered its three-month price estimate for the MSCI gauge to 405 from 495, on expectations of “continuing near-term vulnerability” and the risk of a downgrade to earnings estimates, according to a report dated Monday. The one-year price target was reduced to 455 from 520.” La domanda che ci facciamo è: mettere in guardia adesso sugli Emergenti, a cosa e a chi serve? Rifletteteci bene [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].
4. Il vero problema oggi? E’ il Giappone Trovate negli ultimi tre mesi nostro Blog una serie di approfondimenti sul Giappone, che ora si ritrova con lo yen a 118 contro USD e con il Nikkei in caduta libera. Ciò che rende più grave la situazione del Giappone, rispetto agli USA oppure alla Eurozona, è che il sottostante, ovvero l’economia, è in condizioni drammatiche, aggravate poi dai due anni e mezzo di Abenomics [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].
5. E adesso, qualcuno salta?   Tra i gestori ed i trader, da ieri, circola qualche nome di operatori che avevano posizioni LONG sul’equity di Eurozona finanziate a leva, e che adesso si ritrovano in grave difficoltà. Noi di Recce’d non lavoriamo mai sui rumors: e tuttavia in questo caso ci pare importante segnalare il problema, perché nel clima di euforia che dominava solo 60 giorni fa non è impossibile che qualche operatore (poco esperto e fragile) si sia esposto in modo eccessivo “al rischio” per rincorrere i rendimenti [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].


L’OPERATIVITA'
Tassi Fed: cambia qualcosa sul piano operativo?   La volatilità sui mercati è altissima, e tutti guardano alle Banche Centrali. Anzi, siamo chiari ed espliciti: tutti guardano ad una sola Banca Centrale, che è la Fed. Le altre, sono comprimari, comparse sulla scena. Per questo abbiamo messo al centro della nostra operatività, per questa settimana, la decisione che aspetta la Fed: creerà nuove opportunità? Ci sarà veramente? Avrà impatto sui nostri portafogli? Ieri un grafico molto dettagliato ha mostrato quali sono le diverse alternative, e per ognuna ne ha chiarito le implicazioni. Il testo del grafico era in inglese, ma per ragioni di spazio non possiamo soffermarci qui sul contenuto di quel grafico: siamo ovviamente a vostra completa disposizione se volete esaminarlo con più attenzione. Oggi cerchiamo di sintetizzare quel’argomento, mostrandovi qui in basso come sono cambiate, sui mercati le aspettative per il rialzo dei tassi USA. Le probabilità di un rialzo già a settembre, se guardiamo ai contratti future sui Fed Funds, sono scese dal 54% del 7 agosto al 28% di ieri mattina, e nel frattempo anche il rendimento del Treasury decennale è sceso sotto il 2% (un rendimento da recessione con deflazione). Il mercato quindi ha già scelto: ma per la Fed, il problema è molto più complesso di così. La Fed infatti ha messo in gioco tutta la propria credibilità sul tema della “normalizzazione” della politica monetaria, “If they don’t raise this year, after delaying it from March to April and to now September, then no one will believe whatever they say in the future (…) We seem to have forgotten that ups and downs are part of the business cycle.” Ed è per questo che sono molti quelli che sostengono che dovrebbe in ogni caso alzare i tasi (anche dentro la Fed stessa):  “The Fed should raise rates, even if the markets sell off; it should be the economy first, … The very worst thing they could do is let the market dictate what they should do.” Per questo motivo, la probabilità di un rialzo dei tassi entro dicembre resta ancora oggi al 52% (anche se era al 77% il 7 agosto).


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L'ANALISI
Mercati Emergenti: il crollo adesso è un’opportunità?
Come dicevamo ieri in questa pagina, in ogni fase di ribasso si creano nuove (e reali) opportunità: i Mercati Emergenti sono fuori moda da molto tempo (era di moda fino a fine luglio l’Eurozona e la sua ripresa economica fantasma) e noi di Recce’d vi vogliamo aiutare a selezionare, analizzare e capire. Con questo non stiamo dicendo che, in un contesto di recessione globale, gli Emergenti potranno brillare: ma potranno di certo fare meno peggio di altri asset, che sono stati gonfiati per anni da politiche irresponsabili e da un’industria che non guarda all’interesse dell’investitore finale. Partiamo dalle valute: una svalutazione dello yuan di “solo” il 3% (grafico qui in basso) ha provocato un vero e proprio momento di panico per le valute Emergenti, con esempi clamorosi come il tenge del Kazahistan che in pochi giorni ha perso il 26%, e poi le valute di Sud Africa (ai minimi dal 2001), Russia (ai minimi del 2015), e Malaysia (ai minimi da 17 anni); ed ancora Ghana, Guinea, Bielorussia, Turchia, e Algeria. Va detto che il sottostante, che sono le economie di queste Paesi, non va per nulla bene: basterà ricordare la caduta del 4,6% dell’economia russa nel secondo semestre 2015. Ma al tempo stesso va detto con grande chiarezza che non è sufficiente guardare alle economie, bisogna tenere conto anche di come funzionano i mercati di queste valute: che sono state “pompate” per anni sulla base di argomenti come “bisogna prendere più rischio in portafoglio, perché non ci sono più rendimenti e comunque le Banche Centrali garantiscono che non esiste più il rischio”. Questo tema di vendita, che ha dominato sul mercato per almeno due anni, ha prodotto una alterazione dei mercati, ed è per questo che le vendite di agosto sono state dettate dal panico: si vende tutto, sia il meno buono sia il buono. Continueremo domani.

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