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Le banche italiane alle prese con le nuove norme della BCE

Secondo Steve Hussey, Head of Financial Institutions Credit Research di AllianceBernstein, la nuova normativa della BCE potrebbe creare qualche difficoltà ad alcuni istituti

di Redazione Soldionline 11 ott 2017 ore 10:41

Negli ultimi giorni è tornata la pressione sui titoli del settore bancario, dopo che la Banca Centrale Europea ha deciso di studiare una nuova normativa sul comparto. In particolare, dai documenti di consultazione della BCE emerge che dal prossimo anno l'istituto guidato da Mario Draghi potrebbe richiedere alle banche europee di accantonare delle somme pari al 100% crediti deteriorati di nuova classificazione.
Secondo Steve Hussey, Head of Financial Institutions Credit Research di AllianceBernstein, la nuova normativa potrebbe creare qualche difficoltà ad alcuni istituti, in particolare quelli più piccoli. Nella seguente analisi l'esperto ce ne spiega i motivi.

 

bce-sedeI documenti di consultazione della Bce è vero che impongono regole nuove o più dure in materia di accantonamenti, ma fanno riferimento ai nuovi stock di esposizioni deteriorate (NPE), a decorrere dal 18 gannaio 2018, e non ai portafogli esistenti. Uno dei punti di Francoforte, infatti, è quello di ridurre le sofferenze in Europa e di ridurre i possibili interessi per gli istituti bancari a realizzare perdite.

Lo scopo per prevenire che le banche vadano a costruire portafogli NPE senza preventivi accantonamenti, comunque, è da leggersi in un contesto che vede l’entrata in vigore di un nuovo regime di bilancio per il calcolo delle rettifiche previste (IFRS9 dal 18 gennaio prossimo).

Per le banche italiane, dove il tasso dei crediti il cui status declassa a sofferenza è ancora elevato e dove le banche hanno fatto affidamento a presunti valori per gli NPE che ne hanno giustificato il livello relativamente basso di accantonamenti, questo rappresenta un problema. Soprattutto se si considera che ci vogliono molti anni prima che il credito possa essere riscosso, sempre che venga riscosso. 

Il riflesso più immediato di questo passo della Bce potrebbe vedersi in alcune delle realtà più piccole del credito della Penisola. Alcune banche di dimensioni più ridotte potrebbero di fatto procedere con accantonamenti kitchen-sinking, ovvero che ne affosseranno i conti, nel quarto trimestre. Il tutto per proteggersi contro possibili regole probabilmente più dure dell’Eurotower dal prossimo anno. Se ritenute ancora in deficit rispetto ai requisiti dell’Eurotower, inoltre, non è detto che il tutto non possa avere effetti sulla capitalizzazione.

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