Ancora volatilità nell’ultima parte del 2022?
I fattori in gioco sono sempre gli stessi: il contesto geopolitico europeo, l'inflazione, l'atteggiamento delle Banche Centrali, il ciclo economico e il costo dell'energia
di Redazione Soldionline 5 ott 2022 ore 11:51I mercati finanziari hanno iniziato l’ultimo trimestre del 2022, sulle base di una prima parte dell’anno decisamente difficile.
Secondo l’analisi di Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos - e Rocco Bove – Head of Fixed Income di Kairos - i fattori in gioco sono sempre gli stessi: il contesto geopolitico europeo, l'inflazione, l'atteggiamento delle Banche Centrali, il ciclo economico e il costo dell'energia.
Di conseguenza, i due esperti prevedono ancora volatilità negli ultimi tre mesi e consigliano di adottare un approccio prudente nella strategia di investimento, come dettagliato nell’analisi seguente.
Inizia il 4.º trimestre, dopo una prima parte dell'anno sicuramente molto difficoltosa su tanti aspetti e i fattori in gioco sono sempre gli stessi che stanno determinando l'esito di questo 2022 così difficile. Innanzitutto, il contesto geopolitico con la crisi russo-ucraina, le Banche Centrali che stanno inseguendo l'inflazione e il ciclo economico. Ancora una volta, nelle ultime settimane, al centro di tutto è stata l'inflazione, con dati ancora una volta che fanno fatica a far vedere un'inversione di tendenza e le Banche Centrali in faticosa rincorsa. Chiaramente, a un certo punto anche il ciclo economico pagherà il dazio a questa situazione e la volatilità rimane altissima, sicuramente nel mondo obbligazionario, che è stato un po’ l'epicentro di questo tsunami del 2022, ma anche il mondo azionario non rimane indenne. Forse sull'Italia almeno una buona notizia dobbiamo dirla: uno dei fattori di volatilità che era sotto gli occhi di tutti, ovvero le elezioni, al momento appare passata senza grandi scossoni. Lo spread Btp-Bund è rimasto sostanzialmente invariato, un “non evento” in questo momento con il mondo preso da altri temi, le elezioni italiane sono passate un po’ sottotraccia.
Massimo Trabattoni
Sicuramente i primi tre trimestri sono stati completamente diversi da quello che era lecito aspettarsi un anno fa. Per il 2022 ci aspettavamo un anno di ripartenza, dopo due anni di Covid, e invece siamo finiti direttamente in una guerra che ha complicato tutto quanto. Alcuni fattori, in primis l'inflazione, dipendono però essenzialmente dal costo dell'energia, che a sua volta è accentuato e aggravato dalla situazione in Ucraina. I mercati equity ne hanno risentito molto, in particolare il mercato europeo, perché è quello più coinvolto da questa situazione. L’aspetto positivo di questa situazione è il ritorno d’interesse per i fondi flessibili.
Oggi dobbiamo ancora difenderci in una situazione dove la visibilità è poca e l'incertezza è tanta. I fattori di incertezza sono quelli che condizionano prevalentemente i mercati equity. La prima risposta che l'Europa è chiamata a dare in modo univoco è sul tema dell'energia. È necessario tenere presente che il conto della bolletta energetica ha una grossa influenza sulla produzione di molti beni, con il conseguente spostamento dei livelli di competitività molto forti. In questo purtroppo l'Italia sicuramente non è tra i Paesi più avvantaggiati, anche perché noi siamo molto dipendenti dal gas e probabilmente, come ci dicono le fonti governative, riusciremo a far fronte all'emergenza di quest'anno nel medio periodo.
Guardando all’Italia, il vero test del nuovo governo sarà la presentazione della lista dei ministri, tanto più ci saranno persone di carisma e di autorità in questa lista, tanto meglio sarà sicuramente per quanto verrà recepita dal mercato.
Rocco Bove
Finalmente, dopo tanti anni in cui la ricerca di rendimenti è stata esasperata da una politica di tassi a zero, in maniera troppo veloce e in maniera troppo violenta, sicuramente con eccessiva volatilità, oggi i rendimenti obbligazionari sono tornati ad essere assolutamente interessanti, sia in termini assoluti sulle curve dei governativi, ma anche in termini relativi, andando a cercare delle nicchie di investimento nel mondo obbligazionario. E questo ovviamente amplia il campo e tante strategie che negli ultimi 5 anni abbiamo dovuto tenere un po’ nel cassetto, hanno recuperato un'efficienza finanziaria che fino adesso non avevano.
Chiaramente, tutto questo dipende da come andrà il ciclo economico, da quanto profonda sarà la recessione, da quanto tempo ci metterà l'inflazione per far vedere un po’ di inversione di tendenza, e non ultimo, anche dall'atteggiamento delle Banche Centrali che a un certo punto dovranno finire fisiologicamente di rincorrere l'inflazione e dovranno provare ad avere una politica monetaria non più accomodante come in passato, ma probabilmente, più equilibrata e meno distorta dall'attualità. In tutto questo, ovviamente, vedremo anche cosa farà il ciclo economico in sé, i risultati aziendali in questo momento sotto stress per i costi dell’energia, e questa è la grande partita che ci aspetta da qui al prossimo anno.