La paura non viene dalla Corea
Tutti gli “indici di fiducia”, da quelli dei consumatori, ai PMI di Markit, fanno registrare in questo 2017 valori massimi. Ma attenzione: perché lo stesso vale per molti “indici di paura”
di Valter Buffo 18 apr 2017 ore 09:03Commento giornaliero di www.recce-d.com
Tutti gli “indici di fiducia”, da quelli dei consumatori, ai PMI di Markit, fanno registrare in questo 2017 valori massimi. Ma attenzione: perché lo stesso vale per molti “indici di paura”. Prendete ad esempio l’oro. L’oro sale, più di ogni altro asset nel 2017, ma i rumori di guerra non c’entrano: la risalita del prezzo dell’oro è iniziata dal Novembre 2016, ed è proseguita per tutto il 2017, con un rialzo complessivo del 12%. Ora si avvicina a 1300$ per oncia a New York.
Gold investors are getting behind this rally. In 2017, bullion has risen about 12 percent. In a Bloomberg survey this week, traders and analysts were the most positive on gold since December 2015. Another bullish sign, prices have climbed above the 200-day moving average and Britain’s Royal Mint said bullion purchases jumped 20 percent in the first quarter.
Se volete comprendere il movimento dell’oro, il suggerimento di Recce’d è quello di allargare lo sguardo, e comprendere una serie di “indicatori di paura” sui mercati finanziari. L’esempio più evidente, e significativo, a giudizio di Recce’d, è il cambio dello yen contro dollaro USA, che di fatto ha già azzerato il ribasso successive alla Elezione Presidenziale negli USA, muovendosi in parallelo proprio con l’oro, come vedete nel primo grafico. Poi ci sono altri indicatori di paura, come l’indice elaborato dalla Banca Credit Suisse, di cui parla il brano tratto da Bloomberg che segue:
The calm in stocks worldwide is giving way to concern, with investors in Europe and the U.S. rushing to hedge against declines and a Credit Suisse Group AG index flashing a warning as the list of economic and political obstacles grows. The Credit Suisse Fear Barometer, which measures the cost of buying protection against declines in the S&P 500 Index, neared an all-time high this week. The higher the reading, the more expensive it is to buy protection relative to upside calls: “While put demand has certainly increased over the past week, the biggest mover actually comes from the call-side. Falling call skew indicates investors see less potential for market upside going forward, perhaps in recognition of the increased macro and political headwinds.” Credit Suisse’s gauge jumped 46 percent this month through Tuesday, when it reached 45.74. That’s about a third of an index point away from its June 2016 peak ahead of the Brexit vote.
CONCLUSIONE Recce’d oggi apre una serie di interventi sugli “indici di paura” sui mercati finanziari che proseguirà per tutta la settimana
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 18 aprile 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:
1. Lo yen giapponese rimane molto forte contro USD: è la fine di una fase dei mercati?
2. Entra nel vivo nuova stagione delle trimestrali USA
3. Ieri mattina i dati per il prodotto nazionale cinese: le vendite al dettaglio salgono del 10,2% anno-su-anno
4. SEZIONE L'OPERATIVITA' questa settimana sul piano operativo ci concentreremo sugli utili societari alla Borsa di New York
5. SEZIONE L'ANALISI ci dedichiamo, questa settimana, alla Cina, al centro dell’attualità economica ed anche della tensione geopolitica internazionale
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