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La liquidità comincia a scarseggiare minacciosamente

Negli ultimi nove mesi la base monetaria negli Stati Uniti si è ridotta di quasi un trilione di dollari: a tanto ammonta la dimensione della riduzione del bilancio della FED

di Gaetano Evangelista 26 ott 2018 ore 09:16

fed_13In pochi se ne sono accorti; e chi l’ha fatto, ha concluso rapidamente che non c’è problema: dopotutto è la stessa Federal Reserve a diffondere serenità a tutti i livelli.

Sta di fatto che negli ultimi nove mesi la base monetaria negli Stati Uniti si è ridotta di quasi un trilione di dollari: a tanto ammonta la dimensione della riduzione del bilancio da parte dell’istituto di emissione statunitense.

Una contrazione passata quasi in sordina, malgrado fosse stata ampiamente comunicata. Se c’è un merito di questo governatorato Powell, è quello della piena trasparenza.

Eppure la liquidità incomincia a scarseggiare in borsa. Se ne sono accorti gli investitori nelle ultime settimane, ma già da tempo si registra una certa insofferenza: da giugno sottoperforma il FANG; più o meno da quando le società europee del lusso hanno iniziato a perdere vistosamente colpi.

 

E qui veniamo al punto.

Se la liquidità è abbondante, tutte le barche sono sollevate dal moto ondoso. Se la liquidità scarseggia, qualche imbarcazione rimane in rada.

Se c’è tanta liquidità in giro per il mondo, ci saranno soggetti eccentrici disposti a spendere follie per portarsi a casa presunte o autentiche opere d’arte. E le case d’aste ringrazieranno. Come Sotheby’s:

 

sothebys

 

Quando Sotheby’s se la passa male, segnala un malessere che si estende presto a tutto il sistema finanziario.

Tutte le volte in cui “BID” arriva a denunciare una contrazione su base annuale, si manifesta o una recessione su scala globale, o una crisi locale sufficientemente grave da avere comunque vaste ripercussioni.

Le recessioni del 1990-91, del 2001 e del 2007-2009, furono precedute dal conseguimento di un tasso di variazione annuale negativa su questo fronte.

La crisi del peso messicano di metà anni Novanta, la crisi della Grecia di inizio decennio e l’hard landing cinese del 2015, furono parimenti precedute da una contrazione su base annuale da parte di Sotheby’s.

Ora, ci risiamo: come denuncia l’istogramma in alto, BID perde rispetto ad un anno fa. Si vede che le aste incominciano ad andare relativamente deserte. La liquidità incomincia a scarseggiare.

Nessuno si aspetta che gli Stati Uniti entrino in recessione nei prossimi dodici mesi.

Ma allora, qual è l’anello debole della catena economica globale che salterà a breve?

 

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