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La FED risponderà alla BCE con un taglio dei tassi

Gli analisti prevedono che la FED taglierà i tassi di riferimento di 25 punti base, ma non escludono dissensi all’interno del board. Sarà importante, quindi, seguire il discorso di Jerome Powell

di Redazione Soldionline 18 set 2019 ore 10:21

Dopo le nuove misure di politica monetaria decise dalla BCE nella riunione del 12 settembre, i mercati guardano alla risposta della FED; le indicazioni della banca centrale statunitense saranno comunicate nella serata odierna. 
Gli analisti prevedono che la FED taglierà i tassi di riferimento di 25 punti base, ma non escludono dissensi all’interno del board. Sarà importante, quindi, seguire il discorso del numero uno della banca centrale, Jerome Powell, a commento delle decisioni di politica monetaria: il banchiere potrebbe dare indicazioni sulle mosse future. 
Da valutare anche la reazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha più volte chiesto una politica monetaria più aggressiva. 

 

federal-reserve_3David Norris - Head of US Credit di Twenty Four Asset Management - focalizza l'attenzione sulle possibili indicazioni dalla conferenza stampa di Jerome Powell.

Crediamo che la Fed abbasserà i tassi di 25 punti base alla prossima riunione del FOMC. I recenti dati economici hanno mostrato cali, in particolare nelle condizioni di produzione ISM, di produzione industriale e di vari Purchasing Managers. Non possiamo prevedere se la Fed annuncerà altre misure accomodanti qualora decidesse di non tagliare i tassi questa settimana. La loro posizione continuerà a mantenere un "atteggiamento dipendente dai dati", misurando i venti trasversali che potrebbero compromettere il loro mandato. Questo significa continuare a monitorare le molte preoccupazioni geopolitiche attualmente presenti in tutto il mondo. Cercheremo gli orientamenti futuri di Powell sulla politica tariffaria. Se dovesse effettivamente abbassare i tassi, continuerà a segnalare che i rischi geopolitici continuano a fornire notevoli venti contrari che pesano sulle loro decisioni politiche. Un altro punto culminante sarà ascoltare la sua analisi dell'economia degli Stati Uniti e specificamente la resistenza ed il sentimento del consumatore degli Stati Uniti contro il declino significativo nelle condizioni di affari.

 

Gli analisti di IntesaSanpaolo prevedono un taglio dei tassi di interesse di 25 punti basi, seguito da ulteriori due sforbiciate nei mesi successivi.

La riunione del FOMC dovrebbe concludersi con un taglio dell’intervallo obiettivo per il tasso sui fed funds a 1,75%-2% (con qualche dissenso) e segnalare un altro intervento entro fine 2019. La nostra previsione include ora due tagli dopo quello di settembre: uno entro fine anno, l’altro a inizio 2020, nell’ipotesi che lo scenario della politica commerciale non possa migliorare rispetto alla situazione attuale e forzi la Fed ad accomodare ancora. L’impegno ad “agire come appropriato per sostenere l’espansione” di fronte ai rischi geopolitici e alla debolezza della domanda globale manterrà aperta la porta per altri interventi. La probabile eliminazione del riferimento ai tagli come “aggiustamento di metà ciclo” dovrebbe essere un altro segnale dovish, anche se Powell dovrebbe mantenere un ampio margine di manovra sui futuri aggiustamenti, su un sentiero atteso sempre al di sopra di quello del mercato. Powell dovrebbe commentare le recenti tensioni sul mercato dei fed funds, che hanno portato a iniezioni di liquidità da parte della NY Fed a inizio settimana, attribuendone le cause a un misto di fattori, fra cui il calo di riserve dovuto alla riduzione del bilancio della Fed (che verrà gradualmente eliminato), cambiamenti regolamentari ed effetti del maggior indebitamento del governo federale.

 

Al contrario, François Rimeu - Senior Strategist di La Française Asset Management - ritiene che quello odierno sarà l'ultimo taglio del 2019.

Ci aspettiamo che la Fed tagli i tassi di 25 punti base. La decisione di tagliare i tassi comunque difficilmente verrà presa all’unanimità, con George e Rosengren che probabilmente dissentiranno da questa linea ancora una volta.
Varrà la pena di tenere d’occhio il “median dot” del 2019, che probabilmente si attesterà a 1,875% - il che significa che per quest’anno non dovrebbero esserci ulteriori tagli.
Il linguaggio per il momento non dovrebbe cambiare in modo significativo: ci attendiamo una reiterazione dell’“agire in maniera appropriata” e dell’“aggiustamento di metà ciclo”

 

Sulla stessa lunghezza d’onda Volker Schmidt - Senior portfolio manager di Ethenea. L’esperto prevede un taglio dei tassi di 25 punti base, mentre ritiene improbabili misure più aggressive.

Il primo taglio dei tassi di interesse della Fed, a luglio, non è riuscito a scongiurare il pessimismo dei responsabili acquisiti nel settore manifatturiero statunitense, già inquieti per le nuove tariffe commerciali con la Cina entrate in vigore l’1 settembre e per quelle attese per fine anno. Questa maggiore incertezza nel manifatturiero ha alimentato i timori di un’imminente recessione Usa, mentre l’inversione della curva dei rendimenti americana fornisce un ulteriore segnale di allarme. Pertanto, ci aspettiamo che nella riunione del 17-18 settembre la Fed riduca i tassi di interesse di riferimento di altri 25 punti, con un intervallo di riferimento ridotto dal 2% all’1,75%. Tuttavia, visti il tasso di disoccupazione contenuto, la crescita dei salari e un settore dei servizi che continua a prosperare, riteniamo improbabile che la Fed voglia introdurre misure più significative in termini di tassi di interesse. Il sentiment dei consumatori statunitensi è calato leggermente, ma rimane a livelli superiori alla media e poiché i consumi privati ​​rappresentano circa i due terzi della produzione economica degli Stati Uniti, lo sviluppo della fiducia dei consumatori è un fattore decisivo sia per la crescita dell'economia dell’area sia per la probabilità di ulteriori riduzioni dei tassi nei prossimi mesi. Il tasso di inflazione è attualmente meno rilevante dell’ulteriore sviluppo dei tassi di interesse, anche se il tasso core dei prezzi al consumo è salito del 2,4% in agosto. I prezzi dell'energia in calo stanno semplificando la vita dei consumatori.

 

Ken Orchard – gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV Diversified Income Bond di T. Rowe Price – suggerisce due possibili scenari e non esclude la possibilità che la FED possa portare i tassi vicino allo zero.

I mercati del capitale stanno prezzando due possibili scenari, con due esiti molto diversi. Il primo, molto probabile, è che vi sia un allentamento moderato da parte della Fed, con due tagli ulteriori. Questo non sarebbe sufficiente a far ripartire la crescita globale. Il secondo, meno probabile, è che la Fed si imbarchi in un ciclo di allentamento più significativo, portando i tassi vicino allo zero. Questo, sommandosi ad uno stimolo fiscale contenuto in Europa e Cina, basterebbe invece a dare nuova linfa alla crescita.
La FED coglierà i segnali lanciati dai mercati? E se sì, quando? Probabilmente la situazione deve peggiorare ulteriormente prima che ciò avvenga. Per questo, ha senso mantenere posizioni lunghe sulla duration di alta qualità e coperture sul rischio. In ultima analisi, tuttavia, la storia suggerisce che la Fed farà ciò che deve fare. Quando ciò avverrà, vi saranno interessanti opportunità di acquisto per credito corporate.

 

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