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La Brexit influenza l'economia

Il calo dell’indice delle aspettative degli operatori finanziari, primo sondaggio condotto tutto post Brexit, evidenzia l’impatto negativo sulla fiducia del referendum inglese

di Redazione Soldionline 25 lug 2016 ore 15:12

A cura di Cassa Lombarda

- Eurozona: “la Brexit incide in misura mista sugli indicatori di fiducia e la Bce aspetta i dati reali”
– Il calo dell’indice delle aspettative degli operatori finanziari, primo sondaggio condotto tutto post Brexit, evidenzia l’impatto negativo sulla fiducia del referendum inglese, anche se al momento potrebbe trattarsi di un’indicazione amplificata dei possibili successivi impatti reali. Considerazioni simili possono estendersi anche al più contenuto calo dell’anticipazione della fiducia dei consumatori. Invece, sorprendentemente, il Pmi composto scende solo leggermente e meno delle attese, restando in area di espansione per l'evoluzione attesa nei prossimi mesi del tasso di crescita dell'attività, anche se ai minimi da gennaio 2015. La leggera discesa del dato aggregato, in contrasto con le variazioni di Francia e Germania, evidenzia, inoltre, che la periferia dell'Eurozona sarà in decelerazione. La Banca Centrale Europea ha mantenuto la sua politica monetaria invariata preferendo aspettare il meeting di settembre per prendere eventuali nuove misure espansive con le previsioni che arriveranno dal suo staff sulla base anche dei riscontri concreti che si avranno dagli impatti della Brexit. In  settimana si attendono altre indicazioni di fiducia, la crescita di M3, la debolezza dell’Indice dei prezzi al consumo (Cpi) e la decelerazione del Pil nel secondo trimestre. Attesi anche un discorso che Benoît Coeuré, membro del Comitato Esecutivo della Bce, terrà giovedì 28 sulla gestione delle crisi finanziarie e i risultati degli stress test il 29 sera.


- USA: “altre conferme di crescita superiore al primo trimestre anche se moderata”
– Si conferma il trend di graduale, ma lento recupero, dell’immobiliare con costruzioni e permessi (grazie a un mercato del lavoro tonico, tassi bassi e crescente inflazione degli affitti), con una buona accelerazione mensile, anche se i livelli restano ancora lontani dai picchi del 2006 e, quindi, il contributo al Pil è positivo, ma solo moderato. Anche i prezzi delle case crescono, ma in decelerazione. A giugno la manifattura dà segnali buoni ma misti in proiezione post Brexit. Si conferma il trend positivo ma moderato dell'immobiliare, che resta ancora lontano dai precedenti picchi. Anche l’indice principale è in miglioramento a giugno, ma la sua significatività corrente è ridotta poiché pre Brexit. In settimana attesi dati misti da manifatturiero, positivi da immobiliare, ancora forti da lavoro e consumo con accelerazione del Pil del secondo trimestre e Fed ferma sui tassi. 


- UK: “la Brexit falcidia la fiducia”
– Mercato del lavoro molto forte con disoccupazione ai minimi dal 2005, ma su dati ancora pre Brexit. Prezzi in crescita congiunturale stabile con conseguente incremento tendenziale a livelli comunque estremamente bassi, con principali determinanti in trasporto ed energia e svalutazione della sterlina. La Bank of England nella prossima decisione sui tassi dovrà valutare il bilanciamento tra l'opportunità di tagliare – per compensare un calo di fiducia-domanda-investimenti conseguente alla Brexit – e quella di non modificare i tassi – per combattere un probabile rialzo eccessivo dei prezzi oltre il target del 2%, conseguente alla svalutazione della sterlina e al rischio di pressioni salariali non compensate da aumenti di produttività. Le vendite calano a giugno più delle attese ridimensionando la forte crescita a/a e subendo, seppure solo parzialmente, i primi impatti della Brexit dello scorso 23 giugno. Viceversa, i Pmi con sondaggio raccolto tra il 12 e il 21 luglio ne risentono in pieno, evidenziando, amplificandoli, gli impatti emotivi della Brexit sulla fiducia (infatti, incide più sui servizi che sul manifatturiero), con l'accelerazione ribassista peggiore dai tempi della crisi post Lehman e anche livelli assoluti ai minimi pluriennali, arrivando a valori coerenti con una contrazione del Pil per il terzo trimestre del -0.3/-0.4%. In settimana atteso Pil del secondo trimestre ancora forte e immobiliare in calo.


- Giappone: “ancora dati deboli e attese crescenti di interventi” – Economia ancora debole come testimoniano il calo a maggio dell’indice di tutte le attività, anche se meno delle attese, e la conferma finale del tracollo degli ordini di macchine utensili a giugno come da anticipazione. Crescono nel frattempo in misura esponenziale le attese di nuove manovre espansive per fine mese, sia monetarie (si agogna l'helicopter money, soprattutto dopo la visita dell’ex Presidente della Fed Ben Bernanke) sia fiscali, che hanno fatto salire il Nikkey e scendere lo Yen. L’ultima indiscrezione ha, addirittura, raddoppiato la dimensione dell’atteso supporto fiscale a 20.000 miliardi di Yen. Nel frattempo, il Pmi Manifatturiero migliora come variazione sequenziale, ma resta negativo come livello assoluto e, quindi, non in grado di giustificare rialzi. In settimana attesi disoccupazione, Cpi e meeting della Bank of Japan.

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