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La BCE non deve prendere il considerazione il tapering del QE

Nei giorni scorsi in ambienti finanziari sono circolate alcune indiscrezioni relative alla possibilità che la BCE possa ridurre il programma di acquisto di titoli. I dubbi di Pierre Olivier Beffy (Exane BNP Paribas)

di Edoardo Fagnani 14 ott 2016 ore 11:05

Nei giorni scorsi in ambienti finanziari sono circolate alcune indiscrezioni relative alla possibilità che la BCE possa ridurre il programma di acquisto di titoli, il cosiddetto Quantitative Easing.
Tuttavia, Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas, dubita che la banca guidata da Mario Draghi possa adottare questa strategia.
Al contrario, secondo l’esperto, per la BCE “sarebbe meglio calibrare il QE a un ritmo più lento per rendere il programma più sostenibile e mantenere l’attuale livello basso dei tassi nel prossimo decennio”, come dettagliato della seguente analisi.

Uno dei grandi argomenti tra gli investitori è stato il rumour circolato su Bloomberg per cui la BCE starebbe considerando l’idea di ridurre il programma di acquisto titoli. L’attendibilità dell’articolo è molto discutibile a mio parere.
bce4_1Sono rimasto ugualmente sorpreso dal fatto che pochi hanno prestato attenzione alla dichiarazione del governatore della Banca d’Italia; Ignazio Visco ha dichiarato che “è comprensibile aspettarsi che presto l’inflazione supererà la soglia-obiettivo del 2%” poiché l’inflazione è rimasta al di sotto del 2% per tanto tempo. Inoltre, ha aggiunto che il programma QE della BCE “non finirà a marzo 2017”.
Nonostante ciò, gli investitori si sono dimostrati maggiormente sensibili alle notizie sul possibile tapering: di conseguenza, si è verificato a un sell-off sui mercati obbligazionari.

Anche se, come abbiamo sottolineato diverse volte, il ritmo corrente del QE in Europa è insostenibile nel lungo termine, dubito che la BCE adotterà questa strategia per alzare i tassi. Penso piuttosto che questa sensibilità degli investitori al possibile tapering derivi da un’attesa per la fine del secolare momento rialzista del mercato obbligazionario alla fine del ciclo statunitense. Infatti, il passaggio alla strategia yield-target è al momento la migliore opzione a disposizione della BCE al fine di mantenere i tassi bassi e prevenire un eccessivo gonfiamento del bilancio della BCE.
In altre parole, sarebbe meglio calibrare il QE a un ritmo più lento per rendere il programma più sostenibile e mantenere l’attuale livello basso dei tassi nel prossimo decennio.

 

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