L'oro di fronte alla parità euro-dollaro per il 2016
L’apparente frenata del declino di EURUSD conferma che tocchi ormai alla Fed la mossa per raggiungere la parità Euro-Dollaro, rimasta leitmotiv delle previsioni degli analisti per il 2016
di Redazione Soldionline 15 dic 2015 ore 10:51A cura di Saxo Bank
Si è aperta la settimana più calda dell’anno, in attesa del responso ormai inevitabile del FOMC di mercoledì sera. La decisione di Draghi che il 3 dicembre ha tagliato i tassi sui depositi di soli 10 bps, estendendo la scadenza ma non la dimensione del programma di acquisti, ha generato una reazione di delusione da parte del mercato, con un rimbalzo di EURUSD (in realtà in parte atteso) che è tornato sopra l’1,09, scambiando ormai tra 1,0945 e 1,1004. L’apparente frenata del declino di EURUSD (in parte dovuta alla riduzione della generale propensione al rischio e del conseguente eccessivo indebitamento in Euro incentivato dal prolungarsi delle politiche di easing), conferma che tocchi ormai alla Fed la mossa per raggiungere la parità Euro-Dollaro, rimasta leitmotiv delle previsioni degli analisti per il 2016.Se da una parte la probabilità e l’entità del rialzo sono già prezzate dal mercato, coi Fed Funds Futures al 76%, ciò non è del tutto vero per gli effetti di lungo termine di modalità e ‘gradualità’ dello stesso. Sono infatti differenti le view riguardo le tempistiche con cui la parità verrebbe raggiunta: Morgan Stanley e Credit Suisse prevedono una salita del Dollaro combinata ad un declino dell’Euro che porti EURUSD a toccare l’1,00 a fine 2016 (MS si spinge addirittura sotto la parità per il 2017); Citi e Goldman Sachs vedono invece una salita più veloce di USD che porti alla parità già nel primo trimestre. Voce fuori dal coro è piuttosto JP Morgan, che vede per la fine dell’anno un Euro che si rafforzi tornando a salire fino all’1,13, sostenuto dal crescentre surplus di partite correnti dell’Eurozona (nonostante le forti differenze tra paesi membri). Si tratta tuttavia di uno scenario meno probabile, che si realizzerebbe in caso la Yellen scegliesse di deludere il mercato nonostate gli indesiderati effetti di ampia volatilità e perdita di credibilità; inoltre EURUSD nuovamente sui livelli di 1,15 indurrebbe la BCE ad intervenire con una nuova ondata di easing.
In mezzo a questa duplice spinta si trova l’Oro, che continua la sua discesa, performando male nonstante l’aumento delle richieste di acquisto fisico (che da sole non sono tuttavia sufficienti a sostenere il prezzo) e l'ambiente macroeconomico che dovrebbe favorirlo: storicamente un innalzamento delle aspettative sull'inflazione l’avrebbe spinto verso l’alto, mentre oggi la contestuale salita dei tassi e del Dollaro controbilanciano tale effetto. Inoltre i cicli al rialzo del Dollaro tendono storicamente a concludersi con un periodo prolungato di sopravvalutazione, rendendo XAUUSD troppo costoso per potersi riprendere in tempi brevi. Ma mentre XAUUSD, che al momento scambia a 1.073 (sui suoi minimi dalla fine del 2009 ), continuerà il suo declino in seguito all’apprezzamento del Dollaro, le posizioni lunghe finiranno per spostarsi su XAUEUR, che potrebbe vedere confermato il supporto di 975 su cui si trova al momento, rimbalzando verso la resistenza estiva di 1,050.