L’inflazione e la crescita economica
E' un grave errore oggi per un investitore la sottovalutazione del fattore inflazione (che sui mercati si traduce in rendimenti obbligazionari negativi in termini reali)
di Valter Buffo 15 set 2017 ore 09:02Commento giornaliero di www.recce-d.com
Moltissimi dati di grande significato sono stati pubblicati negli ultimi quattro giorni: ed il più significativo, quello di maggiore peso per tutti i mercati arriverà oggi, dagli Stati Uniti, come diremo sotto. Intanto, ieri si sono visti i dati USA per l’inflazione (1,9% anno-su-anno): un dato significativo. Da mesi, come sempre compiacenti (all’eccesso, in molti casi) con le Banche Centrali, i mezzi di informazione e soprattutto le banche di investimento fanno il coro per spiegare agli investitori che “l’inflazione non esiste”: ma in questo modo li ingannano, spingendoli di tenere in portafoglio obbligazioni che pagano un rendimento reale NEGATIVO (in parole povere: chi investe è costretto lui a pagare, al debitore). Potrebbe andare avanti così per sempre, se gli investitori restassero passivi senza mai reagire? Forse sì, ma probabilmente non accadrà: perché (come sempre) compare poi un problema reale. La crescita economica, lo sanno tutti, è debole in tutto il Pianeta: non riesce proprio ad andare oltre il 2%, anche dopo anni ed anni ed anni di eccessi di stimolo monetario. I mezzi di informazione unanimi presentano i dati più recenti come un successo, ma è totalmente falso: è stato messo in campo un ammontare di risorse che non ha alcun precedente nella storia, per ottenere dopo anni … quasi nulla. La crescita è così debole che anche la stessa Cina non ce la fa a crescere come vorrebbero le sue Autorità (nel primo grafico sotto i dati di ieri mattina). Il problema è che l’inflazione è altrettanto debole, ma sufficiente per limitare la capacità di spesa delle famiglie, visto che le retribuzioni crescono in modo ancora più lento (secondo grafico). Per questo, il dato di oggi per le vendite al dettaglio USA risulterà così tanto importante.
CONCLUSIONE Recce’d oggi segnala ai lettori che è un grave errore oggi per un investitore la sottovalutazione del fattore inflazione (che sui mercati si traduce in rendimenti obbligazionari negativi in termini reali)
Fonte: RTT
Fonte: BBG
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 15 settembre 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:
- Lo stranissimo, assurdo rally di lunedì che fine ha fatto? Abbiamo appena attraversato tre sedute nelle quali è successo assolutamente nulla. I mercati non reagiscono più: neppure ai missili di Kim. Oggi le vendite al dettaglio rimetteranno le cose in movimento?
- Sterlina ai massimi dal giugno 2016 dopo la riunione della Bank of England: tutto è andato come Recce0d aveva anticipato
- Ieri mattina l’euro si indeboliva fino a 1,1800, poi a metà giornata un recupero a 1,1900. Ma … non sa dove andare
- SEZIONE L'OPERATIVITA' questa settimana sul piano operativo ci occupiamo della sterlina GBP sulla quale il giudizio di Recce’d rimane fortemente positivo; una delle poche opportunità di VALORE oggi disponibili
- SEZIONE L'ANALISI questa settimana il tema del nostro approfondimento è l’inflazione, in attesa di vedere i dati da Regno Unito, Germania e Stati Uniti nel corso della settimana