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L'Eurozona e le sue divergenze tra azionario e macroeconomia

Parliamo anche oggi della posizione operativa sulle Borse in Eurozona, che dopo un giorno di rally ieri hanno segnato il passo

di Redazione Soldionline 21 mag 2015 ore 09:22

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.     UBS, JP Morgan e le altre
.  Le “banche globali” sono un fattore di rischio per la stabilità? E’ di ieri la notizia che cinque di queste (UBS, JP Morgan, Citigroup, Barclays, RBS) si sono dichiarate colpevoli di reati penali. A cui si aggiungono altri 5 mila milioni di multe. I media trattano queste notizie come fatti isolati, incidenti di percorso. Ma la realtà è ben diversa: sia il modo in cui le multe vengono comminate, sia la frequenza (è di poche settimane fa la multa di 2,5 miliardi a Deutsche Bank, e se fate una ricerca con Google ne troverete almeno un centinaio in tre anni) dimostrano che si tratta di un modo di fare business, di un’attività irregolare sistematica, di cui sono informati anche i vertici aziendali. Eppure non c’è reazione sui media: questo è clamoroso, perché in altri settori (pensate ad esempio all’alimentare) la reazione del pubblico sarebbe enorme. Perché nessuno chiede se la stessa disinvoltura viene utilizzata nella gestione dei prodotti finanziari, come i fondi comuni? Trovate un approfondimento su questo tema nel nostro Blog [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].

2.     Fed: i verbali. Colpisce il fatto che, dai verbali di ieri della Federal Reserve, emerga una situazione di imbarazzo: anche con la disoccupazione al 5,4%, i membri del Board sono dubbiosi sullo stato di salute dell’economia USA. Qualcosa non quadra. La reazione del Treasury e del dollaro USA riflette questa situazione di empasse: il dollaro è fermo (in Asia 1,1100 contro euro) e anche il rendimento del Treasury è fermo a 2,25%. [importante per: valuta ed obbligazioni(USA)].

3.     La BCE e la credibilità. E’ durato un giorno solo l’effetto delle indiscrezioni di Coeuré ai gestori di fondi hedge londinesi: ieri i rendimenti delle obbligazioni in Eurozona sono tornati a salire (il Btp è tornato a 1,86%, come vedete nel grafico in basso), anche perché ieri dal Board della BCE sono arrivate dichiarazioni di segno opposto (Nowotny e Praet). Se continuasse la caduta dei prezzi delle obbligazioni, a soli tre mesi dalla partenza del QE, la BCE si ritroverebbe con le spalle al muro, costretta ad annunciare altri aumenti del QE solo per tenere sotto controllo i tassi di mercato [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].

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L'OPERATIVITA'
Equity globale: che scommessa state facendo?
Parliamo anche oggi della posizione operativa sulle Borse in Eurozona, che dopo un giorno di rally ieri hanno segnato il passo. Come sempre, utilizziamo questa sezione per portare la vostra attenzione su elementi di valutazione che spiegano le nostre scelte operative. Ad esempio, molti hanno investito sull’equity in Europa puntando sulla ripresa dell’economia: sarà bene sapere che le speranze di ripresa economica in Eurozona tra gennaio e maggio si sono dissolte. La retta rossa nel grafico sotto ci racconta che gli indicatori macroeconomici per la Eurozona oggi sono tornati ai medesimi livelli di inizio anno 2015: anche qui, dunque, non si vede più l’effetto Draghi, come non c’è più nei tassi delle obbligazioni e nel cambio contro USD. Resta quindi in rialzo solo la Borsa: nei portafogli modello di Recce’d, e proprio per le ragioni che vedete nel grafico, abbiamo posizioni SHORT, che manteniamo nonostante il rialzo da inizio anno, perché ci aspettiamo che (come accadde nel 2014) le previsioni di rialzo fatte a inizio 2015 vengano corrette verso il basso, seguendo il ribasso nei dati macro che vedete nel grafico sotto.

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L'ANALISI
Sembra tanto di rivedere il 2013.
Riassumiamo: negli ultimi tre giorni vi abbiamo detto che il “taper tantrum” del 2013 potrebbe ripetersi oggi, che potrebbe ripetersi anche se le aspettative di inflazione non aumentassero, e infine (ieri) che il problema che ha portato alla caduta dei prezzi delle obbligazioni si chiama “liquidità” ed è un problema strutturale e non stagionale. Come nel 2013, un eventuale rialzo fino al 3% dei rendimenti sui Treasuries USA avrebbe implicazioni pesanti anche per le obbligazioni dei Paesi Emergenti. Il problema più grande, nel caso degli Emergenti, non è la liquidità dei mercati di cui abbiamo discusso ieri: è la crescita esponenziale delle emissioni negli ultimi anni. L’ammontare complessivo dei titoli emessi dai Paesi Emergenti è salito a 1300 miliardi di dollari USA, da 440 miliardi di cinque anni fa. E’ notevole poi la concentrazione settoriale che vedete nel grafico qui sotto: i settori Energia e Banche hanno emesso più del 60% del totale. Un aumento del 300% del debito in circolazione rende meno controllabili le reazioni dei prezzi, nel caso in cui se la Federal Reserve nel 2015 alzasse i tassi ufficiali; le conseguenze sarebbero più gravi se al tempo stesso la crescita delle economie dei Paesi Emergenti dovesse rallentare, come molti temono.

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