Investimenti 2022, è ancora tempo di puntare sull’azionario?
Dopo le brillanti performance messe a segno nel 2021, c’è ancora spazio per aumentare il peso della componente azionaria nel portafoglio? Ecco cosa ne pensano gli esperti di UniCredit
di Redazione Soldionline 1 dic 2021 ore 13:05Dopo le brillanti performance messe a segno nel 2021, c’è ancora spazio per aumentare il peso della componente azionaria nel portafoglio?
Secondo quanto emerge dall’Outlook investimenti 2022 di UniCredit, messo a punto dall’unità Group Investment Strategy dell’istituto, la risposta a questa domanda è affermativa, sulla base delle prospettive di una crescita economica che sarà ancora sostenuta.
Nell’analisi seguente gli esperti forniscono maggiori dettagli sull’asset allocation consigliate per i prossimi mesi.
Nelle scelte di investimento per il 2022 dovrà crescere il peso della componente azionaria, in modo da trarre vantaggio dalle prospettive di una crescita economica che sarà ancora sostenuta in virtù dell’allineamento in senso espansivo delle politiche fiscali e monetarie e della necessità di accelerare la transizione verso un modello economico più sostenibile e inclusivo.
La selezione per il 2022 si è focalizzata sulle buone prospettive delle aziende europee, grazie al peso elevato dei settori ciclici e alla leadership che stanno assumendo nella transizione green, e sulla ritrovata forza dell’economia italiana, che ha mostrato una straordinaria resilienza e beneficerà degli stimoli del PNRR. Oltre che sulle potenzialità di lungo termine del mercato cinese, le cui valutazioni sono considerate attraenti. Gli Stati Uniti resteranno ben supportati dagli investimenti fiscali del piano Biden e dall’elevata presenza di leader mondiali della tecnologia.
Nell’ambito della componente obbligazionaria, saranno da privilegiare i bond emessi dai Paesi emergenti e le obbligazioni corporate high yield e investment grade Europa.
L’asset allocation consigliata per il 2022 si basa su previsioni che vedono uno scenario positivo per l’economia globale, in cui la crescita continuerà a essere sostenuta sia delle politiche fiscali, con gli importantissimi piani di investimento varati dai governi per risollevare le economie dallo shock della pandemia e promuovere la transizione verso la green economy, sia da quelle monetarie, ancora accomodanti, sia pure in misura minore che nel 2021, in modo da rendere sostenibile il servizio del debito.
Uno scenario in cui tornerà a fare capolino l’inflazione che, pur se in calo rispetto ai picchi attuali, si posizionerà su livelli complessivamente superiori a quelli del decennio precedente e che nel 2022 resterà anche in Eurozona sopra il target del 2% della Bce.