Investimenti, 10 convinzioni per il 2° semestre 2023
I mercati si trovano in una fase critica perché le banche centrali stanno per fare una pausa dopo il ciclo di rialzi più veloce dagli anni Ottanta. La qualità è la bussola per navigare in questa fase
di Redazione Soldionline 5 lug 2023 ore 11:55La prima metà del 2023 è stata caratterizzata da spunti importanti sui mercati finanziari, con performance positive per i principali listini azionari (Giappone ed Europa, in particolare). Senza dimenticare il ruolo delle banche centrali, che hanno proseguito nella politica monetari restrittiva, con l’obiettivo di riportare sotto controllo l’inflazione.
Cosa attendersi, quindi, nella seconda metà del 2023? Vincent Mortier - Group CIO - e Matteo Germano - Deputy Group CIO di Amundi - hanno sottolineato che i mercati si trovano in una fase critica perché le banche centrali stanno per fare una pausa dopo il ciclo di rialzi più veloce dagli anni Ottanta. Di conseguenza, i due esperti ritengono che la qualità sia la bussola per navigare in questa fase.
Sulla base di queste indicazioni nell’analisi seguente Vincent Mortier e Matteo Germano propongono 10 convinzioni per il 2° semestre 2023.
- Traiettoria ardua e difficile verso la crescita, con il punto più basso nel secondo semestre del 2023. Gli effetti ritardati della stretta monetaria sull'economia reale causeranno un ulteriore rallentamento della crescita, con alcune differenze; lieve recessione negli Stati Uniti, crescita debole in Europa e discreta tenuta dei mercati emergenti. Visti i numeri assoluti bassi, sia positivi (Europa), sia negativi (Stati Uniti), sussistono molte incognite riguardo al futuro.
- Rallentamento graduale dell’inflazione. L’inflazione sta sì scendendo ma a ritmi piuttosto lenti perché l’inflazione sottostante non molla la presa. In passato, quando negli Stati Uniti l’inflazione è stata elevata, ci sono voluti a volte circa due anni prima che l’inflazione sottostante si dimezzasse rispetto al picco, e siamo dell’idea che anche questa volta sarà così.
- La stretta monetaria è quasi alla fine, ma non aspettatevi una brusca inversione di rotta. Riteniamo che i tassi della FED e della BCE siano prossimi al loro picco ciclico e non ci aspettiamo altri tagli dei tassi per il resto del 2023 perché l’inflazione rimane al di sopra degli obiettivi delle Banche centrali e non dovrebbe esserci un rallentamento dell’economia prima di fine anno.
- Il premio sulla crescita dei Paesi emergenti rimane consistente, con un focus sull’Asia. Il divario in termini di crescita tra i Paesi emergenti e i Paesi sviluppati si sta ampliando grazie alla buona tenuta dei primi. Prevediamo che l’Asia continuerà ad attrare flussi d’investimenti e che beneficerà anche dello spostamento della Cina e dell’India verso modelli di crescita più sostenibili e inclusivi sul lungo termine.
- La tenuta dei consumi negli USA è una variante chiave da seguire con attenzione. Finora, grazie alla domanda vigorosa, le aziende sono riuscite a trasferire i costi più alti ai consumatori, ma queste condizioni favorevoli dovrebbero cessare. I risparmi si prosciugheranno e l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito peserà sui consumatori. Prevediamo un peggioramento delle vendite negli Stati Uniti e degli utili per azione.
- L’outlook ciclico richiede un avvio prudente ora che stiamo per entrare nel secondo semestre. Visto l’incerto outlook macroeconomico e la debole crescita degli utili è consigliabile mantenere allocazioni prudenti: non vi sono certezze riguardo a potenziali rialzi e permangono i rischi ribassisti. La stagione estiva delle trimestrali potrebbe gettare un po’ di luce sulla tenuta delle aziende. Una pausa della FED, la discesa dell’inflazione e la persistente ripresa degli utili dovrebbero innescare il passaggio alla fase finale del ciclo, con un outlook più favorevole per i mercati azionari verso la fine dell'anno.
- I tassi prossimi al picco sono favorevoli a obbligazioni, titoli di Stato e obbligazioni societarie di elevata qualità. Il ritorno delle obbligazioni è il tema d’investimento chiave del 2023. La discesa dell’inflazione, il rallentamento della crescita e la pausa della FED supporteranno le obbligazioni societarie mondiali di elevata qualità anche alla luce del tema della protezione dall’inflazione. Gli investitori dovrebbero essere prudenti sulle obbligazioni high yield e tener presente il rischio di liquidità e la leva finanziaria delle aziende.
- Azioni: focus sulla qualità, non concentrarsi solo sui titoli a mega- capitalizzazione, ma cercare di aumentare le posizioni sui mercati ciclici. Il rischio di concentrazione è elevato perché il rialzo dei mercati azionari statunitensi è da ricondurre solo alla performance di alcuni titoli. Le opportunità ora si trovano nei titoli quality, con la ricerca che si focalizza sulle aziende con una solida tenuta degli utili e capitalizzazioni più contenute per evitare le aree con valutazioni eccessive. Nel corso dell’anno, lo spostamento verso la fase più matura del ciclo potrebbe favorire i mercati ciclici come l’Europa.
- Sfruttare il vantaggio in termini di crescita dei Paesi emergenti nell’azionario e nell’obbligazionario. Le valutazioni interessanti, la fine della stretta monetaria della FED e un possibile indebolimento del dollaro statunitense sono fattori favorevoli agli attivi dei Paesi emergenti. La selezione rimane cruciale perché ci sono aree dove le condizioni economiche sono fragili e le previsioni su inflazione/politica monetaria sono in chiaroscuro.
- In primo piano: l’asset allocation resiste all’inflazione. L’inflazione rimane al di sopra dei livelli normali ed è quindi consigliabile aumentare le fonti di diversificazione come i mercati privati (soprattutto infrastrutture) e gli hedge fund (global macro). Affrontare la questione della traiettoria dell’inflazione sarà fondamentale per aumentare l’allocazione settoriale alle aree più resilienti.