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Invesco, le indicazioni per il 2015

Il colosso finanziario, attivo nel risparmio gestito, prevede un 2015 a due velocità per l’economia europea e statunitense. Al momento non sono previste spinte inflattive

di Edoardo Fagnani 4 dic 2014 ore 10:38

Invesco, uno dei principali operatori internazionali nel settore del risparmio gestito, prevede un 2015 a due velocità per l’economia europea e statunitense, segnalando che il principale rischio nel Vecchio Continente risiede in uno scenario deflattivo e di stagnazione.

Secondo John Greenwood, capoeconomista globale di Invesco, il prossimo anno il Pil in Europa dovrebbe registrare un minimo incremento dello 0,6%, stima che si confronta con il +1,1% del consensus. Al contrario, il Pil degli Stati Uniti dovrebbe crescere a un livello del 3-3,5%, un saggio di crescita in linea con quelli registrati prima della crisi, grazie al ritorno in attivo dei bilanci delle famiglie e delle istituzioni finanziarie.
greenwoodCon maggiore riferimento alla situazione europea, Greenwood ritiene che la Gran Bretagna sia sulla scia degli Stati Uniti, mentre, a fronte del recupero compiuto da Spagna e Irlanda, restano i problemi di eccessivo indebitamento di Francia e Italia.
Inoltre, l’esperto di Invesco ha segnalato che la ripresa della Cina e dei mercati emergenti resterà debole, in quanto queste economie si reggono sulle esportazioni verso Stati Uniti ed Europa.

INFOGRAFICA: Previsioni Bce su Pil e inflazione in Eurolandia fino al 2016

John Greenwood ha ricordato che, nel corso degli ultimi anni, la crescita economica è stata debole, in quanto lo sviluppo della base monetaria e creditizia è stato limitato, anche per il venire meno del supporto delle banche ombra, che avevano sostenuto la massa monetaria tra il 1995 e il 2005.
Secondo l’esperto, questa situazione ricorda molto da vicino lo scenario giapponese post anni ’90.

invescoJohn Greenwood non si aspetta spinte inflattive. Il capo economista di Invesco, infatti, ha ricordato che, sulla base dell’esperienza storica, nei primi due anni di una ripresa economica l’inflazione continua a scendere, “perché ogni aumento di produzione assorbe gli eccessi di capacità di acquisto”.
Al contrario, secondo l’esperto, nel 2015 l’Europa potrebbe sperimentare alcuni mesi di deflazione.

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