Incubo inflazione: QE inefficace?
I dati europei di ieri per l’inflazione (già anticipate da quelli tedeschi di venerdì scorso) confermano che, almeno per il momento, il Quantitative Easing è del tutto inefficace
di Redazione Soldionline 1 set 2015 ore 09:21Commento giornaliero di www.recce-d.com
I TEMI DEL GIORNO
1. Tokyo -4% e yen a 120 contro USD Domina le notizie dall’Asia stamattina il rafforzamento dello yen e la caduta di Tokyo: in una serie di Post del nostro Blog, oltre che nel bollettino quotidiano, vi abbiamo segnalato le difficoltà del Giappone. Futures sullo S&P 500 a -1,5% stamattina alle 8 europee. Da segnalare anche stamattina il dato PMI cinese, che scende ai minimi da quattro anni [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
2. Petrolio a 50%: benedizione o problema? Mettiamo un po’ d’’ordine: dunque, si diceva che le Borse scendono perché le materie prime scendono, e le materie prime scendono perché la Cina scende … quindi ora che il petrolio torna intono ai 50$ ripartirà tutto? O no? [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
3. Quadro tecnico Borse Per gli USA, agosto è stato il mese peggiore dal 2012. Per le Borse di Eurozona, il mese peggiore dal 2011. Del quadro tecnico, vi abbiamo detto più di una volta (anche ieri) [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
4. BCE e BoJ: incubo inflazione I dati europei di ieri per l’inflazione (già anticipate da quelli tedeschi di venerdì scorso) confermano che, almeno per il momento, il QE è del tutto inefficace. Non fatevi confondere da qualche commento: il petrolio non c’entra, qui si parla del cosiddetto dato “core” che rimane allo 02,% sui 12 mesi. Cioè zero. L’inflazione, come sapete se ci seguite,, è un problema anche in Giappone, dove la scorsa settimana è tornado a zero per la terza volta durante Abenomics. Come abbiamo scritto ieri mattina, durante il Simposio di Jackson Hole del weekend i Banchieri Centrali hanno negato l’esistenza di questo problema: per ora i dati dicono una cosa diversa [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
L’OPERATIVITA'
Portafoglio: rischio e rendimento Ieri abbiamo mostrato con un grafico che tre dei maggiori indici di Borsa (l’indice della Borsa di Milano, l’indice di Eurozona Eurostoxx 50 e lo S&P 500) negli ultimi 12 mesi hanno reso zero per chi ci ha investito. Ma attenzione: se avete quote di fondi azionari, ci avete pagato sopra nel frattempo almeno il 2,5% di commissioni, e questo per tenere in portafoglio strumenti con una volatilità pazzesca, come avete visto anche nell’ultimo mese. E qui scatta un argomento molto noto: è necessario avere pazienza ed investire per il lungo termine. Sarà vero? Oppure è solo il modo con cui si cerca di farvi rimanere coi Fondi in portafoglio? Vediamo di capire meglio. L’argomento classico per il lungo termine va più o meno così:
“Individual investors should be price-sensitive buyers and sellers. We still strongly believe that over the longer term, fundamentals will define how markets behave. You can see the power of long holding periods when it comes to minimizing downside risk. The longer you extend your time horizon, the less likely you’ll experience a loss over that holding period.”
Vengono in genere utilizzati grafici come quello in basso, che vi descrive come si sono distribuite, in passato le performances dell’indice S&P 500 su diversi periodi di tempo (un anno, tre anni, cinque anni, eccetera). Come vedete, se andiamo oltre i 10 anni le performances negative diventano molto rare. E tuttavia, noi di Recce’d insistiamo che questo è un modo sbagliato di leggere i dati: per l’investitore, conta solo il dato che misura quanto può essere ampia la variazione dell’indice, perché negli anni presi in esame dal grafico l’andamento dell’indice è stato sempre verso l’alto, ma non c’è nulla che garantisca che sarà così anche nel prossimo futuro. Domani proseguiremo chiarendo ancora questo punto.
L'ANALISI
Il punto sull’economia degli USA tra Jackson Hole e il dato per l’occupazione Cercheremo questa settimana di mettervi nelle migliori condizioni per comprendere le scelte della Federal Reserve sui tassi ufficiali. Ieri vi abbiamo riportato le parole di Stanley Fisher, il Vice di Yellen alla Fed, pronunciate durante il weekend. Oggi vi riportiamo, sul medesimo argomento, il commento scritto nel weekend da Mohamed El Erian, ex Capo di PIMCO a fianco di Bill Gross. Il tutto serve per comprendere meglio perché, in queste settimane, sui mercati si parla dei tassi ufficiali negli USA e della probabilità di un loro rialzo: un rialzo che non è legato alla situazione ciclica, dell’occupazione o del GDP (grafico sotto) o dei prezzi (come diceva ieri proprio Stan Fisher), bensì all’esigenza di uscire rapidamente dalla fase di “politiche non convenzionali” come spiega El Erian qui sotto. Questo è il punto da mettere al centro, quando pensiamo a come investire il nostro portafoglio: se ci sfugge qualche cosa su questo punto, rischiamo di perdere del tutto il treno che passa.