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Il petrolio al test del supporto di fronte alla riduzione delle scorte

A due settimane dall’ultimo accenno al rialzo in cui ha toccato i 48,8$, il WTI è calato nuovamente del 14,5% verso il minimo storico di agosto di 40,3$

di Redazione Soldionline 20 nov 2015 ore 10:30

A cura di Saxo Bank

A due settimane dall’ultimo accenno al rialzo in cui ha toccato i 48,8$, il WTI è calato nuovamente del 14,5% verso il minimo storico di agosto di 40,3$.
Di fronte al continuo peggioramento dei prezzi delle commodities (con un -20% Ytd segnato dal Thomson Reuters/Corecommodity CRB, sulle orme di un -18% per il 2014) gli accenni di ripresa della domanda mostrati dai dati EIA, con un rallentamento nell’accumulo di greggio accompagnato da una riduzione nelle scorte di carburante, hanno visto un freno nelle settimane successive. 

petrolio_14Da lunedì il petrolio sembrava prepararsi ad un’inversione di tendenza, testando il supporto individuato sui 42$. Tuttavia la riduzione nelle scorte di 0,5M e il +0,2M di accumulo di carburante annunciata dall’API, successivamente confermata mercoledì pomeriggio dall’EIA con un +0,25M sul greggio (contro un’attesa di +2M) e +1M in crescita sul carburante (contro i -2M precedenti), ha visto il WTI reagire con un brusco crollo del 3%, toccando i 41,3 in meno di due ore.

Il report dell’OPEC di novembre conferma per il prossimo anno un’aspettativa generale di incremento della domanda combinata ad una contrazione dell’offerta, che potrebbe avvicinare il mercato ad un equilibrio, portando ad un potenziale allungamento delle posizioni. Provvedimenti di limitazione alla produzione per il 2016 sono però motivo di disaccordo all’interno dell’OPEC, che sembrerebbe aver spinto a posticipare di un mese l’ufficializzazione della view strategica, precedentemente prevista per il meeting di Vienna del 4 dicembre, avendo la possibilità di osservare le reazioni del mercato in un mese già caldo per quanto riguarda le decisioni di politica monetaria. Ad oggi tuttavia gli scambi si attestano su una predominanza di posizioni corte, che nell’ultimo mese sono cresciute più degli acquisti (con un incremento del 16,7% contro un +3,1% di posizioni lunghe), mantenendo l’aspettativa generale del prezzo al ribasso.

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