Il futuro della sterlina dipende da Brexit?
Oggi il dato per l’inflazione nel Regno Unito avrà una particolare importanza: la posizione della Bank of England, da qui al referendum del 23 giugno, potrebbe essere rimessa in discussione solo da una sorpresa proprio sul fronte dell’inflazione
di Redazione Soldionline 12 apr 2016 ore 09:13Commento giornaliero di www.recce-d.com
Oggi il dato per l’inflazione nel Regno Unito avrà una particolare importanza: la posizione della Bank of England, da qui al referendum del 23 giugno, potrebbe essere rimessa in discussione solo da una sorpresa proprio sul fronte dell’inflazione. Nel breve termine, questo è dunque il dato più importante di tutti: un dato migliore delle attese costringerebbe il Governatore Carney a riprendere in considerazione, almeno in prospettiva, quel rialzo dei tassi ufficiali che oggi, se guardiamo ai prezzi sui mercati finanziari, viene del tutto escluso per anni. Il dato viene pubblicato solo due giorni prima della riunione mensile della Bank of England, ed i mercati lo osserveranno quindi con particolare attenzione, per capire se si tornerà a parlare di rialzi dei tassi subito dopo il referendum (e qualsiasi sarà l’esito del medesimo). La Bank of England si è messa in scia alla tendenza internazionale, che in marzo ha visto tutte le banche Centrali muoversi verso una maggiore espansione monetaria (e questo ha indebolito anche il cambio della sterlina GBP, come si vede nel primo dei due grafici in basso), ma la situazione dell’economia reale nel Regno non è la stessa che troviamo in Giappone oppure in Eurozona, come scrivono molti degli analisti delle banche di investimento.
“Fundamentally the U.K. economy is in good shape. If it wasn’t for the Brexit vote, I’d be much more optimistic. The labor market is incredibly tight, confidence is high, house prices are moving higher as well.” Also, “there are tentative signs that wage pressures have built and obviously they’ve seen the introduction of the minimum living wage which occurred very recently. This all suggests that domestically, at least, inflationary pressures are building. If this keeps up through the year, that’s definitely laying the cards for the BOE to ultimately start lifting rates on inflation fears. November is the first prime opportunity but it might not be what they end up going with.”
Dal punto di vista mediatico, l’attenzione aumenterà nei prossimi due mesi per il referendum, ed i sondaggi occuperanno spesso le prime pagine dei quotidiani, sia per ciò che riguarda le intenzioni di voto, sia per ciò che riguarda l’intenzione di partecipare al voto (un esempio nel secondo grafico in basso). Per i mercati però le cose funzionano diversamente, e noi in Recce’d stimiamo che il fattore “rischio Brexit” abbia già dispiegato la sua massima influenza, sia sulle aspettative per i tassi ufficiali sia sul cambio della sterlina, nel primo trimestre 2016.
CONCLUSIONE Non sarà il Referendum a decidere il cambio della sterlina, ed anci noi stimiamo che già nel mese di maggio il mercato inizia a guardare oltre, verso il secondo semstre e quindi a dati come inflazione, salari e produzione.
GLI ALTRI TEMI che avranno oggi un visibile impatto sui mercati li trattiamo nel nostro The Morning Brief (disponibile dalle ore 8,00 per i Clienti e attraverso la nostra app). Ecco una sintesi per punti:
1. S&P 500 vicino ai massimi del 2016 Il rialzo degli indici di Borsa ieri è stato fermato dalla forza dello yen (vicino a 108). Questa mattina Tokyo recupera più dello 1%
2. Alcoa e il petrolio Dopo i risultati il titolo ha perso il rialzo che aveva fatto segnare durante la seduta, a mercato aperto. Il petrolio stamattina tratta sopra i 40$
3. Inflazione in Cina e nel mondo Il dato cinese di ieri è stato accolto come un segnale positivo
4. SEZIONE L'OPERATIVITA' questa settimana il tema operativo è l’Italia: questo perché alcuni segnali ci fanno temere un ritorno del tema “rischio Italia” sui mercati internazionali
5. SEZIONE L'ANALISI questa settimana i nostri Clienti ricevono attraverso il Bollettino quotidiano una serie di dati che li aiuteranno ad interpretare i risultati trimestrali che da domani verranno pubblicati negli Stati Uniti