Il dramma dei tassi: la fine di una fase storica
Stiamo assistendo alla fine di una fase storica: ieri il rendimento del Bund decennale ha fatto capire che arriverà presto allo 1%: il rialzo, in sole due sedute
di Redazione Soldionline 4 giu 2015 ore 09:29Commento giornaliero di www.recce-d.com
I TEMI DEL GIORNO
1. Il dramma dei tassi e il dollaro in caduta. Stiamo assistendo alla fine di una fase storica: ieri il rendimento del Bund decennale ha fatto capire che arriverà presto allo 1%: il rialzo, i sole due sedute, è stato del 50%, un crollo senza precedenti. Ricordiamo che rendeva lo 0,06% meno di due mesi fa, e quindi ha perso otto lire di prezzo. Questo rialzo dei tassi peserà in misura molto maggiore sui Paesi più indebitati, tra cui c’è ovviamente l’Italia (ieri il BTp a 2,21% come vedete nel grafico sotto). Da notare anche il Treasury decennale a 2,35%: il rialzo dei rendimenti è il maggiore fattore sui mercati internazionali, e non si vede alcun segno di Great Rotation (come andava di moda dire nel 2014), perché il mercato non vende per la crescita (vedi al punto che segue), vende per ridurre il rischio e la leva finanziaria. Quanto al dollaro USA, anche ieri la sua debolezza (ieri 1,1300, nostro target 1,2000) ha sostenuto l’indice della Borsa di New York, ma è molto probabile che a breve l’aumento di volatilità colpisca anche le Borse [importante per: equity, valute ed obbligazioni(globale)].
2. Crescita: un taglio netto. I tassi salgono con le economie che rallentano: l’OCSE ha pubblicato ieri un aggiornamento delle stime per la crescita globale 2015. Il taglio è netto, e come ogni anno anche nel 2015 a metà anno siamo costretti a osservare che le previsioni di inizio anno erano eccessivamente ottimistiche . In particolare, spicca il taglio drastico al dato per gli USA, al 2% contro il precedente 3,1%. Un taglio che ha forti implicazioni: per la Borsa, per la valuta, per le obbligazioni. Sia l’indice ISM dei servizi, sia il dato ADP di ieri hanno confermato che anche nel secondo trimestre la crescita resterà debole: venerdì si potrebbe avere ancora un dato inferiore alle attese [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].
3. BCE: una riunione molto complicata. Il titolo di Soldi On Line di ieri lo anticipava: per Draghi è stata una riunione complicata. Draghi ha ignorato il tema obbligazioni (ne abbiamo scritto nel Blog), e come avete appena letto, i mercati hanno risposto in modo molto deciso. Quanto invece alla crescita, Draghi ha mantenuto ferma la sua previsione per la crescita del GDP in Eurozona, allo 1,5% per il 2015: poche ore prima, però, il calo dell’indice PMI Composite aveva dato ai mercati un segnale di segno opposto, e la questione rimane aperta [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Eurozona)].
L'OPERATIVITA'
Materie prime e tassi di interesse. Oggi, finalmente, parleremo di materie prime, ed in particolare del prezzo del petrolio greggio. Ricostruiamo la storia di medio termine, con l’aiuto del grafico qui sotto: dopo il crollo del 2008-2009, il prezzo WTI (la riga nera) è sceso fino a circa 40$. Negli anni successivi ha recuperato fino a 120$, poi ha oscillato tra 100 e 120 tra il 2012 ed il 2014, fino a scendere di nuovo a 45$ all’inizio del 2015, rompendo il canale grafico al rialzo che è rappresentato dalle due rette tratteggiate in rosso. La nostra posizione operativa, oggi, è LONG (sull’indice CRB) perché giudichiamo probabile un recupero ulteriore del prezzo del petrolio, fino alla media mobile a 4 anni che vedete rappresentata nel grafico, e che oggi si trova circa a 75$. La ragione di questa nostra posizione può essere riassunta così: tra i fattori che hanno determinato la caduta recente del prezzo del petrolio, un ruolo determinante lo ha giocato la chiusura di molte posizioni a leva (da parte delle banche di investimento), a cui solo successivamente si è aggiunta la politica dell’OPCE (la guerra dei prezzi). In realtà, l’OPEC ha solo sfruttato una fase di mercato già avviata. La riunione di venerdì a nostro parere confermerà che il petrolio a 70-75$ all’OPEC sta benissimo.
L'ANALISI
Cina ed Emergenti rischio globale? Ritorna elevata, stamattina, la volatilità della Borsa di Shanghai, poco dopo le 7 in Europa l’indice scende del 4,5%. Le cause di questa volatilità le abbiamo spiegate negli ultimi tre giorni: in particolare ieri abbiamo fatto vedere, in un grafico, il contrasto tra andamento di Borsa ed andamento dell’economia in Cina. Oggi restiamo su questo tema: i primo dei due grafici ripropone lo stesso argomento, mettendo questa volta a confronto l’indice di Shanghai e il GDP cinese. La stima per la crescita del GDP nel 2015 oggi è al 6,5% e quindi ai minimi dal 2009, come si vede nel secondo grafico. Questi due grafici sono molto efficaci nell’illustrare perché anche un investitore italiano, che si limita a comperare BTP, non possa trascurare oggi ciò che succede ai mercati in Cina: come vedete chiaramente, il rischio di instabilità finanziaria è molto ampio, e per riportare l’indice di Borsa in linea con il dato per il GDP sarebbe necessaria oggi una discesa dei prezzi superiore al 50%.