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I tre temi del 2015: politica monetaria, politica monetaria e politica monetaria

I tre temi principali per il nuovo anno sono: politica monetaria, politica monetaria e politica monetaria. Solo in secondo piano troviamo le questioni legate all’andamento congiunturale e alle incertezze della situazione politica internazionale

di Redazione Soldionline 21 gen 2015 ore 11:02

A cura di Hans-Jörg Naumer, Global Head of Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors

I tre temi principali per il nuovo anno sono: politica monetaria, politica monetaria e politica monetaria. Solo in secondo piano troviamo le questioni legate all’andamento congiunturale e alle incertezze della situazione politica internazionale.

1. Politica monetaria: la Banca del Giappone porterà avanti la sua politica ultra-espansiva. È quanto si evince dalla rielezione del Premier Abe, anche se per oltre 20 anni non si sono visti i risultati sperati.

2. Politica monetaria: durante le festività natalizie un altro pezzo "dell'artiglieria" della BCE (il LTRO) si è esaurito, e i rimborsi dei prestiti a tre anni, per un ammontare di 270 miliardi di Euro, sono previsti entro febbraio. Ne deriveranno una contrazione del bilancio della Banca Centrale e forti pressioni sull’autorità monetaria, dato che il volume delle nuove aste a lungo termine si è rivelato inferiore alle aspettative. Tale contrazione del bilancio dà ragione ai sostenitori di acquisti significativi di titoli governativi, ancor più ora che il crollo del petrolio dovrebbe determinare una diminuzione dei prezzi al consumo. Sarà interessante vedere cosa accadrà il 14 gennaio, quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, su iniziativa della Corte Costituzionale Federale Tedesca, si pronuncerà in merito alle operazioni di acquisto OMT.
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lista_13. Politica monetaria: il primo rialzo dei tassi da parte della Fed avverrà probabilmente in estate. La Banca Centrale Statunitense sta facendo il possibile per proteggere il mercato dalle ripercussioni negative. Cosa significa tutto ciò per gli investitori? Una volta alterato il prezzo del denaro si verifica un’allocazione non ottimale dei capitali, e a quel punto anche le “misure macro-prudenziali” non sono di grande aiuto. Da un lato si hanno interessi reali negativi, dall’altro c’è il rischio di un rialzo delle valutazioni con la possibile formazione di bolle dei prezzi delle attività finanziarie. Occorre anche tenere presente la congiuntura, con gli utili delle aziende in primo piano. Rimaniamo inoltre dell’idea di non doverci aspettare la deflazione.

Permangono le incertezze in ambito geopolitico. Il conflitto tra Russia e Ucraina si fa sempre più aspro e mostra che le leggi dell’economia ricoprono un ruolo fondamentale (si veda il Rublo). L’aumento del rischio comporta premi al rischio più elevati. In Grecia le elezioni di fine gennaio potrebbero mettere in discussione l’intero processo di riforma. Forse non tutti si ricordano che a maggio si terranno le elezioni anche nel Regno Unito: una grande chance per gli euroscettici.

Non rimane che scegliere tra usare la volatilità per investire in modo attivo o affidarsi a soluzioni multi-asset.

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