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I PIR battono gli ETF

Nei primi 9 mesi di vita dei PIR la gestione attiva batte gli ETF con un bel margine. Questa forbice tra gestioni attive e passive su mid-small cap dovrebbe continuare ad allargarsi

di Redazione Soldionline 28 set 2017 ore 11:57

Il mercato azionario italiano e, in particolare, le società a media bassa capitalizzazione, devono buona parte della performance realizzata nel 2017 all'introduzione dei PIR.
In particolare, gli esperti di Intermonte Advisory e Gestione hanno segnalato che i primi 3-4 mesi dell'anno sono stati caratterizzati della rincorsa all’asset class mid-small cap Italia, seguendo un classico trend anticipatorio sulla scia dell’entusiasmo legato alle prospettive e al lancio dei PIR.
All'interno di questo trend, gli analisti segnalano che le performance registrate dai PIR sono state nettamente migliori rispetto a quelle degli ETF: nella seguente analisi Intermonte Advisory e Gestione ci spiega il perché.

 

piani-individuali-risparmioSe grazie anche ai PIR il 2017 si sta configurando come un anno d’oro per le mid-small caps italiane, riteniamo che possiamo dividere l’anno in 2 periodi ben distinti:

  •    Primi 3-4 mesi: è stato il periodo della rincorsa all’asset class mid-small caps Italia, seguendo un classico trend anticipatorio sulla scia dell’entusiasmo legato alle prospettive e al lancio dei PIR. Questa fase è stata dominata dalla liquidità ed ha chiaramente premiato sia i titoli più liquidi che, di conseguenza, anche i prodotti passivi che sono stati anche usati dagli investitori come un modo “facile” di prendere posizione sull’asset class
  •    Dal secondo trimestre a oggi: i flussi dai PIR continuano ad arrivare, e si sono anzi intensificati grazie al lancio di nuovi fondi/gestioni/prodotti vita. Tuttavia notiamo una ricomposizione e una redistribuzione delle performance dai titoli più liquidi a quelli progressivamente meno liquidi. Questo è un trend che avevamo già individuato 4 mesi fa come una normalizzazione di un mercato che entra in una fase di normale crescita. È chiaramente accompagnato da un aumento dei volumi intermediati su tutte le mid-small caps, e ulteriormente alimentato da IPO. In questo contesto, la capacita di fare estrarre performance rispetto ai benchmark è certamente più collegata all’abilità nello stock picking, rispetto alla replica passiva degli indici stessi.

Quindi nei primi 9 mesi di vita dei PIR la gestione attiva batte gli ETF con un bel margine. Noi in realtà non siamo così stupiti in quanto ci sembra sorprendente che un universo così diversificato come quello delle mid-small caps  possa essere catturato in maniera efficiente da dei prodotti passivi che replicano gli indici, con una maggiore ponderazione sui titoli più liquidi e senza quindi la possibilità di cogliere le peculiarità di un universo molto diversificato.

Ritemiamo quindi che grazie anche la crescente offerta di IPO, come ulteriore beneficio indotto dai PIR, questo trend e questa forbice tra gestioni attive e passive su mid-small caps dovrebbe continuare ad allargarsi, anche se i continui lanci di ETF e indici più o meno specializzati sui PIR ci vorrebbero far pensare il contrario…

 

La titolarità dell'analisi che qui riportiamo è dell'autore della stessa, e l'editore - che ospita questo commento - non si assume nessuna responsabilità per il suo contenuto e per le finalità per cui il lettore lo utilizzerà.
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