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Grecia e Cina: più che mercati son lotterie

In apertura stamattina l’indice della Borsa di Shanghai ha toccata il -10% rispetto alla chiusura di mercoledì mattina

di Redazione Soldionline 29 mag 2015 ore 09:12

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.     Giornata a specchio di ieri.
  Bisogna riconoscerlo: se non c’è qualcuno che ha la “fantasia” di buttare strategicamente alle 16 una “bomba” sul mercato (tipo la Grecia), gli indici di Borsa non vanno da nessuna parte. Il petrolio è tornato sotto 57$, il Treasury decennale è rimasto a 2,15%, e il dollaro contro euro immobile sopra 1,0900 [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Globale)].

2.     Cina: “non investable”.   In apertura stamattina l’indice della Borsa di Shanghai ha toccata il -10% rispetto alla chiusura di mercoledì mattina. Poi il recupero, che ha riportato l’indice in positivo per oggi dopo il -6,5% di ieri (grafico sotto). Il rialzo da inizio anno resta superiore al 40%, ma per noi questo non è un investimento ma una lotteria, dove il rischio supera abbondantemente il rendimento, e ne stiamo molto lontani [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Cina)].

3.     Grecia: “non investable”.   Ha dichiarato ieri Nowotny, membro del Board della BCE: "... whether we can accept for instance Greek assets, Greek bonds, as collateral. The answer is, for the time being: No," "One has to be quite clear. We do not have a possibility to do some, let's say, financing outside our rules.".  La posizione di Recce’d sulla Grecia è (per una volta) in totale sintonia con quella di una banca globale, che è JP Morgan: We would spend our risk budget anywhere but the most volatile market in the region. Valuations are low while our economists’ base case remains that a deal is struck to keep Greece in the Euro zone. We hope that this proves to be the case, but hope is not an investment case. The longer we go without a deal, the less likely we believe a deal becomes/the higher the chance of Grexit. What’s changed in the last 8 weeks? Not much: bank liquidity, state finances, consumer confidence and business confidence are all declining and non-performing loans are rising while negotiations go on [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Giappone)].

4.     Asia: la settimana del Giappone.  A partire dallo scorso lunedì, ogni mattina vi abbiamo riproposto questo titolo sul Giappone: e proprio questa settimana lo yen contro USD è sceso fino a 124, segnando nuovi minimi per quasi un decennio. La ragione della nostra insistenza è che non possiamo escludere che il Giappone stia per saltare per aria: i datti ci dicono che Abe e Kuroda hanno scarso controllo dell’economia, le tensioni crescono sul mercato dei JGBs, e sul fronte economico il quadro peggiora ogni mattina. Ne abbiamo scritto ieri nel Blog del sito [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Giappone)].

5.     Dollaro USA e Borsa. Oggi il dato USA per il GDP farà segnare una variazione negativa per il primo trimestre: attenzione alla reazione del dollaro contro euro [importante per: valuta ed obbligazioni(USA)].

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L'OPERATIVITA'
Equity: dove va la Borsa di New York? Questa settimana ci siamo concentrati sulla Borsa di New York, che non è solo la più grande del mondo ma che è anche quella che dà la direzione alle Borse del Vecchio Continente: Milano o Francoforte non potranno conservare i guadagno messi a segno tra gennaio ed oggi, se per caso la Borsa di New York dovesse scendere del 10%. Una serie di dati, che abbiamo presentato negli ultimi quattro giorni, porta noi di Recce’d alla conclusione che oggi un investimento in equity USA ha uno spazio di rialzo molto limitato, a fronte di uno spazio di ribasso molto più ampio. Quanto ampio? Nel grafico qui sotto segnaliamo una delle maggiori anomalie che colpiscono la Borsa USA in questo momento, ovvero il fatto che da 930 sedute il mercato non conosce una correzione superiore al 10%. E’ un buon segno? No, tutto al contrario: anche la calma può essere “troppa calma”, e questa calma risulta anche più artificiale vista la volatilità pazzesca del petrolio, delle valute e da ultimo anche dei tassi negli ultimi sei mesi. Un ragionamento che si somma a quello delle valutazioni, e che supporta la nostra posizione SHORT sulla Borsa USA. Per inciso, osserviamo che i due precedenti episodi di prolungata assenza di “correzoni” fecero seguoto al minimo del marzo 2009 e alminimo dell’ottobre 1997. La media storica dal 1978, per le “correzioni” è di 357 giorni, una ogni anno e mezzo.

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L'ANALISI
Sembra tanto di rivedere il 2011 Abbiamo lavorato, a partire da lunedì scorso, su una frase dei Verbali della Fed, frase che spiegava che le speranze di vedere una crescita più elevate nei prossimi mesi sono legate a quattro fattori, e precisamente la stagionalità, i bassi tassi di interesse, la fiducia dei consumatori e l’inflazione bassa. Per orientare al meglio le nostre scelte di portafoglio, vogliamo avere le idee chiare su questi quattro fattori: ed oggi ci occupiamo della stagionalità nella crescita del GDP USA, che viene rappresentata con grande chiarezza nel grafico qui sotto. Come si vede la media dei dati di crescita del GDP nel primo trimestre, dopo la Grande Crisi, è dello 0,5%, mentre la media di crescita negli altri tre trimestri è di poco inferiore al 3%. C’è quindi da essere d’accordo con la Fed almeno su questo: il dato del primo trimestre è, di solito, quello più basso dell’intero anno. Oggi però uscirà il dato per il primo trimestre 2015, e sarà negativo con ogni probabilità: nei tre successivi trimestri del 2015, la media sarà poi vicina al 3%. Su questo noi a Recce’d abbiamo molti dubbi per ragioni già dettagliate nelle ultime settimane. Ed in ogni caso, è bene ricordare che, anche se negli altri tre trimestri la crescita fosse pari alla media storica, ci ritroveremmo con un 2015 in linea con gli anno precedenti, ed una crescita che si ferma molto sotto il 3%.

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