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Grecia: dietro le quinte ci si prepara al default

Esattamente sette giorni fa, attraverso questo bollettino quotidiano ed anche nel Blog del sito, vi abbiamo segnalato che qualche cosa stava cambiando

di Redazione Soldionline 16 giu 2015 ore 09:15

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO

1.    Perché Wall Street ci tiene su?
 
Per l’ennesima volta, anche ieri la Borsa USA ha salvato le Borse in Eurozona da perdite molto pesanti. Le ragioni di questa tenuta di Wall Street? Il dollaro debole e la Fed. Il dollaro USA infatti resta debole, mentre i dati deboli sull’economia tolgono pressione alla Fed, che si riunisce oggi e domani. L’indice S&P rimane così aggrappato alla media mobile a 50 giorni, e tiene il resto del mondo appeso a un filo. Questo oggi è il punto chiave: che analizziamo sotto, nella sezione L’Operatività [importante per: equity (USA)].
2.    Stupiti dal dollaro a 1,1300?  Nel bel mezzo del caos Grecia, molti si sono stupiti per la forza dell’euro. Si tratta di un fatto molto importante perché, come vi abbiamo segnalato ieri mattina, c’è la possibilità di uno scontro politico sulle valute nelle prossime settimane, se andate a rileggere le parole di Kuroda, Obama e Merkel la settimana scorsa (da registrare stamattina la smentita di Kuroda). Dobbiamo prepararci a qualche impennata della volatilità (spike) che potrebbe prendere spunto dalla Grecia, ma con la Grecia c’entra per nulla [importante per:  valute (globale)].
grecia_43.    Dietro le quinte ci si prepara al default. Esattamente sette giorni fa, attraverso questo bollettino quotidiano ed anche nel Blog del sito, vi abbiamo segnalato che qualche cosa stava cambiando. Da quel giorno si sono attivati, dietro le quinte, i preparativi per gestire le conseguenze di una rottura con la Grecia. I toni sono ogni giorno più accesi (ieri Tsipras): ed il pericolo più grande, per noi investitori finali, adesso è il  compromesso di facciata, per guadagnare 15-20 giorni, senza cambiare nulla [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Eurozona)].
4.    Cosa dirà domani Yellen? I dati USA di ieri sono, due, ed entrambi preoccupanti (grafici in basso). La produzione industriale, in maggio, è scesa dello 0,2%, ed è ormai piatta fin dallo scorso mese di novembre: e si parla di “recessione tecnica” per il settore. Ma è soprattutto l’indice Fed per lo Stato Di New York a preoccupare, che è sceso ieri sotto zero, e che si riferisce al mese di giugno. La Federal Reserve, che oggi si riunisce, dovrà affrontare il problema della crescita che non arriva mai: con le stime per il 2015 che ad oggi si aggirano sullo 1,5% [importante per:  equity ed obbligazioni (USA)].

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L'OPERATIVITA'
La posizione operativa sulla Borsa USA.  Ieri abbiamo rivisto, molto rapidamente, i principali dati di valutazione per la Borsa di New York: la chiusura di ieri sera poi ha avvicinato l’indice S&P 500 a quella media a 200 giorni (2045 punti) al di sotto della quale, secondo i vecchi modelli dell’analisi tecnica, potrebbe partire una nuova fase di vendite, e quindi di discesa. Questi vecchi modelli a volte funzionano, altre volte no, e quindi a noi servono criteri di decisione più solidi e fondati sulla realtà dei fatti: e tuttavia, è sbagliato mettere del tutto da parte questi vecchi armamentari, perché una parte del mercato (quella più legata alla vecchia tradizione) ancora li segue.  Così come è giusto tenere conto delle regolarità storiche: è vero che “la storia non si ripete mai”, ma è anche vero che una parte del mercato segue questo tipo di statistiche. Nel primo grafico vediamo quale è l’ampiezza (la scala è a sinistra) delle fasi di ribasso che hanno interessato l’indice S&P 500 in ogni singolo anno. Nella seconda tabella, vediamo che in più del 50% degli anni dal 1950 ad oggi l’indice S&P 500 ha subito un calo superiore al 10%. Oggi la situazione è questa: manca una “correzione” da 950 sedute. Un dato forte, che ci dice è grande l’anomali che caratterizza i mercati dal 2013.

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L'ANALISI
Come camberà la politica monetaria?  Abbiamo giudicato utile dedicare, anche in vista della riunione della Fed che inizia oggi (e sarà la più importante del 2015) lo spazio di Analisi alla politica delle Banche Centrali. Chi investite sui mercati finanziari è costretto, volente o nolente, a cercare di anticipare e comprendere le mosse di questi signori, ed è quindi necessario capire i meccanismi che portano alle loro scelte. Il “dot plot” che riportiamo qui sotto anche oggi è il grafico che ci verrà pubblicato, aggiornato, domani sera, e riassume le previsioni degli stessi membri del Board sull’andamento del costo ufficiale del denaro negli USA nel prossimi tre anni. E’ superfluo dire che questi dati sono cruciali, se vogliamo fare a nostra volta una previsione sulla dinamica del dollaro USA, dei tassi sulle obbligazioni e della stessa Borsa. Se fate attenzione ai quadratini in verde, sono quelli che ci raccontano che oggi il mercato si aspetta che la Fed abbassi le previsioni per i prossimi anni: e precisamente, che la media delle previsioni scenderà al 0,375% per il 2015, al 1,375% nel 2016 e al 2,375% per il 2017.  La media per il medio termine scende al 3,5%. Da che cosa dipendono queste previsioni? Ne parleremo domani.

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