Goldman Sachs preferisce le azioni ai bond
Per il 2018 gli analisti prevedono rendimenti positivi, sebbene moderati, sostenuti dal perdurare dell’espansione economica e dal buon livello degli utili. Preferenza per Europa e Giappone
di Redazione Soldionline 26 gen 2018 ore 10:52Gli analisti di Goldman Sachs hanno fornito le proprie prospettive di investimento per il 2018.
In particolare, gli esperti hanno segnalato che l'azionario resta l'asset class preferita nel 2018, nonostante il forte rialzo messo a segno lo scorso anno. "Prevediamo rendimenti positivi, sebbene moderati, sostenuti dal perdurare dell’espansione economica e dal buon livello degli utili", hanno evidenziato gli analisti, precisando una preferenza per le azioni europee e per il mercato azionario giapponese.
Nell'analisi seguente Goldman Sachs dettaglia la propria strategia di investimento per l'esercizio.
Rendimenti moderati ma positivi per i mercati azionari. I mercati azionari si confermano la nostra classe di attivo preferita. Dopo la corsa del 2017, e considerate le trappole da evitare lungo il percorso, prevediamo rendimenti positivi, sebbene moderati, sostenuti dal perdurare dell’espansione economica e dal buon livello degli utili. Tra i MS preferiamo Europa e Giappone, dove le valutazioni relative sono favorevoli e fanno leva sul ciclo globale, mentre la ripresa della spesa per investimenti globali è maggiore rispetto agli USA. Globalmente preferiamo gli azionari dei Mercati Emergenti rispetto a quelli dei MS.
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Negativi sui titoli di stato. Siamo convinti che il mercato stia sottovalutando il ritmo dei futuri rialzi dei tassi della Fed e che negli USA il basso livello di inflazione di quest’anno sia un fenomeno temporaneo. Più in generale, il rischio di una politica fiscale statunitense più espansiva, il dibattito sulla possibilità che la Fed fissi un obiettivo di inflazione superiore in futuro e i rischi relativi al rallentamento dei flussi globali del QE suggeriscono nel complesso la necessità di un maggior premio al rischio dei titoli di stato.
Prossimi a un punto di svolta nel credito. Gli attuali livelli degli spread sono grosso modo giustificati alla luce del contesto macroeconomico e dei fondamentali delle società. Prevediamo punte di volatilità che dovranno essere gestite con un approccio dinamico. È ancora troppo presto per posizionarci in vista della svolta nel ciclo degli spread, ma ci stiamo avvicinando al punto ed è probabile che lo raggiungeremo nel 2018.
Il range dei prezzi del petrolio è stabilito dai tagli alla produzione dell’OPEC e dall’offerta di shale oil. I tagli alla produzione decisi dall’OPEC porteranno i valori minimi dei prezzi del petrolio a circa 40 dollari al barile, mentre l’ampia offerta di shale oil ne limiterà il prezzo massimo a circa 60 dollari al barile. Anche il mercato delle materie prime in generale non uscirà dal proprio range di negoziazione, motivo per cui le materie prime costituiscono un’area di grande interesse per un approccio più dinamico all’allocazione.
Sovraperformance attese per il dollaro USA e le valute dei Mercati Emergenti. Dopo le performance deludenti del 2017, prevediamo una sovraperformance del Dollaro USA dato che i differenziali dei tassi di interesse dovrebbero sempre più favorire gli Stati Uniti. In tal caso, potremmo decidere di chiudere alcune posizioni perché i differenziali dei tassi probabilmente diminuiranno quando altre banche centrali inizieranno a normalizzare le politiche monetarie. Le valute dei ME dovrebbero continuare a beneficiare del contesto di crescita globale e bassa inflazione, per quanto potrebbe aumentare la volatilità.