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Giappone: tutto bene quello che finisce bene?

Della Cina abbiamo detto, ora guardiamo al Giappone, dove proprio ieri sono stati pubblicati i dati di bilancia commerciale, da cui risulta un saldo positivo di 152 miliardi di yen

di Valter Buffo 20 dic 2016 ore 09:07

Commento giornaliero di www.recce-d.com


Per due giorni vi abbiamo descritto situazione e problemi in Cina, ora ci dirigiamo verso il Giappone: questo perché a noi di Recce’d sembra sbagliato occuparsi, in modo professionale, di alcuni temi importanti solo se e quando “scoppia una crisi”, con un atteggiamento che privilegia il “proprio condominio” quando i mercati finanziari del globo sono tutti, grandi e piccoli, profondamente interrelati. Schiacciata da Brexit e Trump e il Referendum, per non dire di MPS e Mediaset, l’Asia è stata del tutto dimenticata, quando invece il suo peso sull’economia del pianeta supera e di molto il 30%. Della Cina abbiamo detto, ora guardiamo al Giappone, dove proprio ieri sono stati pubblicati i dati di bilancia commerciale, da cui risulta un saldo positivo di 152 miliardi di yen (primo grafico in basso) , ben al di sotto delle stime di “consenso”, con esportazioni in calo dello 0,4% ed importazioni in calo dello 8,8%. Ed è proprio questo fenomeno, ovvero un calo delle importazioni molto più rapido del calo delle esportazioni, ad avere permesso al Giappone negli ultimi anni di ritrovare il saldo positivo della propria bilancia commerciale (secondo grafico sotto): un fatto che merita di essere sottolineato, visto che stiamo parlando di una fase nella quale il cambio si è indebolito (siamo tornati verso 120 contro USD nelle ultime sedute), e nonostante questa debolezza il dato per le esportazioni è rimasto sempre in calo. Questa mattina poi la Bank of Japan si è riunita ed ha mantenuto invariata la posizione sui tassi ufficiali di interesse migliorando, al tempo stesso, le stime ufficiali per la crescita: Kuroda beneficia, in questi mesi, del “regalo di Trump”, il Presidente Eletto che ha innescato un forte rialzo del dollaro USA, rialzo che ha riportato il cambio dello yen da 100 a 120 in poche settimane. Questa “manna dal cielo” ha risolto un problema che si faceva di settimana in settimana più intricato, e che aveva messo Governo e Banca Centrale con le spalle al muto quando (prima delle Elezioni americane) lo yen sfiorava 100 contro dollaro. Gli investitori devono però tenere a mente che questa “soluzione” è solo temporanea: ed i problemi (strutturali) del Giappone resteranno a pesare sui mercati anche nel 2017 e negli anni a venire.

CONCLUSIONE   Recce’d commenta oggi i dati Giapponesi per la bilancia commerciale e la riunione di oggi della Bank of Japan  

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Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 20 dicembre 2016, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.     20 miliardi per le banche italiane dal Governo: siamo noi tutti che facciamo un grande regalo di Natale agli amministratori delegati ed ai Consigli di Amministrazione; non è “salva risparmio”, questo è “distruggi risparmio”
  2.     Indice IFO di ieri ed economia di Eurozona a cavallo del fine anno
  3.     Nonostante gli accordi sui tagli alla produzione, resta senza direzione il prezzo del petrolio
  4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    Record degli indici di Borsa USA: che tipo di segnale arriva a noi investitori? Oggi vediamo che cosa ne ha scritto ieri in un articolo il New York Times
  5.     SEZIONE L'ANALISI  Purtroppo i fatti di ieri in Turchia e Germania confermano che la nostra scelta per la Sezione L’analisi (il “rischio politico”) di questa settimana è tempestiva

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