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FTSEMib sui massimi: quali prospettive per i prossimi mesi?

Il FTSEMib ha chiuso il mese di maggio con un progresso del 4,26%. Grazie a questa performance l’indice si è riportato ai massimi toccati il 19 febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia da Covid-19

di Redazione Soldionline 1 giu 2021 ore 10:51

Il FTSEMib ha chiuso il mese di maggio con un progresso del 4,26%, in linea con il trend positivo del 2021: da inizio anno il principale indice di Borsa Italiana ha guadagnato oltre il 13%. Grazie a questa performance il FTSEMib si è riportato ai massimi toccati il 19 febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia da Covid-19: in quell’occasione il FTSEMib toccò un massimo intraday a 25.483 punti.
Luigi De Bellis - co-responsabile Ufficio Studi Equita – ha segnalato che i mercati azionari italiani hanno sovraperformato i principali indici, principalmente grazie all’andamento dei titoli finanziari.
“La nostra view sulle stime del 2021 e dei prossimi anni resta costruttiva”, ha segnalato l’esperto che, tuttavia, non esclude che nel breve possa esserci una fase di consolidamento.
Nell’analisi seguente Luigi De Bellis fornisce la propria visione sul mercato azionario italiano nel medio termine, evidenziando anche alcuni possibili rischi.


investimenti-2020_2Nel mese di maggio le Borse hanno registrato una fase di consolidamento (Global Equities +1.6%, S&P500 +0.5%, Nasdaq -1.5%, EuroStoxx600 +2.6%, DAX +2.2%, CAC40 +3.5%, Nikkei +0.2%), dove il continuo miglioramento dei dati macro (PMI EU salito al livello più alto dal 2006) e i risultati trimestrali complessivamente migliori delle attese (con revisioni di stime al rialzo hanno compensato) i toni leggermente meno accomodanti nei verbali del FOMC e i timori d’inflazione e di taper tantrum. Noi continuiamo a ritenere il rischio inflazione (i.e. pressione sui margini delle aziende e quindi sugli utili, aumento tassi reali e quindi del costo del capitale con pressione sui multipli) come gestibile per i mercati, e il nostro scenario base resta quello di un’inflazione strutturalmente più elevata nei prossimi anni ma guidata da crescita economica più sostenuta. L’apertura a discussioni nel meeting del FOMC di giugno sul tapering ha creato qualche timore, ma non ci leggiamo per il momento nessun chiaro segnale di uscita a breve dal QE. I mercati azionari italiani hanno sovraperformato i principali indici (FTSEMib +4.6%, FTSEMID +6.5%) principalmente grazie all’andamento dei titoli finanziari.

Nonostante la significativa volatilità registrata dalle criptovalute, con fortissime variazioni anche intraday (le due principali criptovalute - Bitcoin, Ethereum – hanno registrato un calo del 50% circa dai massimi), i movimenti sui mercati e tra le diverse asset class sono stati contenuti (Global Equities < 1% dai massimi, commodities in calo del 4% dai picchi dell’anno e spread sul credito solo in marginale aumento dai minimi), probabilmente perché la leva del settore privato sugli strumenti non è ancora significativa e si tratta di asset ancora relativamente poco detenuti da investitori istituzionali. E’ un fenomeno che, a nostro avviso, va monitorato date le dimensioni raggiunte e la potenziale leva degli investitori sugli strumenti: la somma delle market cap delle cinque maggiori cryptovalute supera attualmente $1.1trn (di cui ca. $700bn di market cap per il Bitcoin che è la principale).

La volatilità sui mercati è scesa, con l’indice VIX in calo del 10% a 17. Le commodities sono salite leggermente (Bloomberg Commodity Index +2.7%). L’oro ha recuperato terreno (+7.6% a $1,900 l’oncia) beneficiando del calo dei tassi reali USA (passati da -0.78% a -0.85%, con il decennale USA in calo di 3bps al 1.59% e le aspettative d’inflazione al 2.45% dal 2.41%) e del deprezzamento del dollaro (US Dollar index -1.3%). La nostra idea, tra le ragioni alla base della nostra visione positiva sui mercati azionari, è che i tassi reali non avranno variazioni significative nei prossimi trimestri e resteranno negativi, in quanto le banche centrali cercheranno di evitare a tutti i costi un aumento troppo rapido del costo del denaro.

Dopo la forte performance dei mercati da inizio anno continuiamo a ritenere che nel breve potrebbe esserci una fase di consolidamento che potrebbe durare qualche settimana/mese, prima di una nuova accelerazione guidata dai titoli/settori che beneficiano del “reflation trade” (crescita più elevata unita ad un’inflazione strutturalmente più alta).

La nostra view sulle stime del 2021 e dei prossimi anni resta costruttiva (accelerazione della crescita nei prossimi trimestri, impatto dai fondi in arrivo del Next Generation EU, politica fiscale e monetaria che resteranno espansive), e in grado di compensare eventuali de-rating dei multipli.

L’Italia è tornata investibile, il suo profilo di rischio è drasticamente migliorato e questo potrebbe portare un ritorno di capitali verso l’Italia e l’Europa. Per l’Italia il NGEU rappresenta un’opportunità unica di sviluppo, investimenti e riforme, e può rappresentare l’occasione per accelerare un percorso di crescita sostenibile rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita del paese negli ultimi decenni. Nel portafoglio raccomandato restiamo sovrappeso rispetto al benchmark (97.9% vs. peso neutro del 95%), invariato rispetto al mese precedente.
 
I rischi principali per la nostra view sono legati a: i) un’inattesa scelta da parte delle banche centrali di lasciar salire i tassi a lungo termine troppo velocemente a fronte di un’economia in ripresa; ii) un marcato rialzo degli spread high-yield con un aumento delle insolvenze delle aziende e/o pressione sui margini industriali a causa dell’aumento troppo rapido del costo delle materie prime e dell’inflazione.

 

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