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FTSEMib: 22.500 lo spartiacque

Da un punto di vista tecnico ed emotivo, 22500 punti è lo spartiacque: se venisse nuovamente testata questa soglia questa volta non sarebbe per la Grecia bensì perché è svanito il sogno del “miracolo economico” di Draghi

di Redazione Soldionline 20 ago 2015 ore 09:48

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.    Nikkei a 20000 punti.
I dati di ieri per la bilancia commerciale hanno riacceso il dibattito sulla politica economica in Giappone: il Governo sembra oggi in forte difficoltà, e si è perduta la fiducia nella Bank of Japan di Kuroda. Questa mattina lo yen resta fermo sopra 124 contro USD, ma la Borsa di Tokyo è debole con il Nikkei che testa il supporto a 20000 punti [importante per: equity (Giappone)].
2.   Il petrolio adesso fa davvero paura  Il movimento di ieri verso i 40$ (che vedete nel grafico in basso), che parte dai dati USA di ieri per le scorte (pubblicati prima da API e poi da EIA) apre forse una fase nuova. Potrebbe aprirsi una nuova fase di debolezza, e quindi diventerebbe più forte il tema della deflazione [importante per: materie prime (globale)].
3.   Borsa di Milano: si torna verso 22500.  Da un punto di vista tecnico ed emotivo, 22500 punti è lo spartiacque: se venisse nuovamente testata questa soglia (come fu testata in luglio) questa volta non sarebbe per la Grecia bensì perché è svanito il sogno di un “miracolo economico” innescato dalla moneta di Draghi. Sul piano operativo, 22500 potrebbe dare il via ad una fase di accelerazione [importante per: equity (Eurozona)].

4.   USA: prezzi al consumo e tassi di interesse. Dai Verbali di ieri è arrivata la conferma: il momento del “liftoff”, ovvero del primo rialzo dei tassi ufficiali dal 2009, si avvicina. La Federal Reserve alzerà i tassi comunque, per “normalizzare” [importante per: equity, valute ed obbligazioni (USA)].

5.   Eurozona: il voto al Bundestag.
Con una ampia maggioranza, il Parlamento tedesco ha approvato gli aiuti alla Grecia. Nessuna reazione positiva sulle Borse, in calo quasi del 2%. Per la gestione del portafoglio, non funziona più il trock “c’è l’accordo, le Borse salgono”, e nei prossimi mesi le notizie sulla Grecia andranno interpretate in modo meno semplicistico, rispetto al passato. Il tema, comunque, continuerà ad influenzare i mercati di Eurozona, e l’accordo è solo una facciata [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Eurozona)].

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L’OPERATIVITA'
Borse Eurozona: valgono davvero il rischio?  
Chi investe sulla Borsa di Milano, oppure sulle Borse di Eurozona, dovrà ripartire dalle domande che ci siamo fatti ieri in questa sezione operativa, per decidere se tenere, vendere oppure prendere una posizione SHORT come noi abbiamo in questo momento sui portafogli modello. La nostra posizione è spiegata molto bene dal grafico che vedete qui sotto: ad oggi, le previsioni degli analisti delle banche di investimento per gli utili nelle tre maggiori aree economiche sono quelle che vedete qui sotto: per tutte e tre le aree oggi gli analisti prevedono una crescita superiore al 105. Per noi di Recce’d si tratta di previsioni sbagliate, e quindi per noi la migliore posizione è SHORT perché queste aspettative verranno riviste al ribasso. La nostra convinzione si basa su due elementi: il primo è che sono queste stesse previsioni sono già state riviste, in modo drastico, sia nel 2014 (dal 15% a zero a fine anno), sia per l’anno in corso (partivamo dal 14% a fine 2014, siamo oggi allo 8% oggi, finiremo se va bene al 5%); il secondo elemento è che le previsioni degli analisti sono basate su previsioni di crescita del GDP che ad inizio 2015 erano del 3% negli USA e del 2% in Eurozona, ma oggi entrambi questi obiettivi non sono raggiungibili. Accadde esattamente la stessa cosa nel 2011, nel 2012, nel 2013, e poi nel 2014. L’articolo che abbiamo commentato ieri suggeriva di investire lo stesso, perché “le Banche Centrali garantiranno una ulteriore espansione degli utili”.

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L'ANALISI
Cina vs Giappone: quale rischio è più grande? 
  Stamattina il Nikkei torna a testare il supporto di 20000 punti, e si tratta di un segnale forte. Cerchiamo questa settimana d capirci qualcosa di più, perché sul Giappone si fa una grande confusione e c’è chi ne approfitta (sia in Europa sia negli USA il Giappone viene seguito poco e viene capito ancora meno). Noi di Recce’d non siamo “esperti”, ma siamo molto attenti nel selezionare i dati, nell’analizzarli in modo sistematico e nel fornire al Cliente analisi ed opportunità fondate. Non ci affidiamo all’intuizione ed alla lettura dei giornali. Ad esempio oggi vi facciamo vedere nel primo grafico quale è il livello della spesa per consumi delle famiglie giapponesi, che in termini reali è uguale a quello del secondo trimestre del 2014 8ovvero del periodo precedente l’aumento dell’IVA in Giappone); e nel secondo grafico che il GDP del Giappone è, in termini reali, invariato nei due anni e mezzo di Abenomics. Due dati che possono da soli spiegare il titolo che abbiamo dato a questa sezione.

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