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Focus sulla Grecia, ma uno sguardo anche alla Cina

Situazione pazzesca della Borsa di Shanghai, prima spinta dalle mosse della Banca Centrale, poi frenata dalle mosse della Banca Centrale, ed oggi sostenuta da altre mosse della Banca Centrale

di Redazione Soldionline 7 lug 2015 ore 09:44

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO

1.    Shanghai sempre più dramma.
Gli interventi a ripetizione della Bnaca Centrale non riescono a calmare il mercato, che alle 7 europee perde il 3% e si avvicina a quota 3500 punti. Ne parliamo nella sezione seguente, “L’operatività” [importante per:  equity, valute ed obbligazioni (globale)].
2.    Borse: come si chiuderà l’anno? Ieri non c’è stato un vero e proprio panico: merito degli USA, dove l’indice S&P 500 è rimbalzato dopo avere toccato la media mobile a 200 giorni, a quota 2050 punti: ed ora, tutto dipende da questo. Se questa soglia, che corrisponde alla media a 200 giorni, dovesse cedere, si scenderebbe rapidamente verso 1850 punti di S&P 500 [importante per:  equity, valute ed obbligazioni  (Eurozona)].
3.    Grecia: quelli che sono in trappola.  Si parla di accordo in extremis: ma siamo tra quelli che pensano che, ormai, il tempo è scaduto. Come abbiamo scritto ieri mattina, sono in trappola i politici, prima fra tutti Merkel, che vorrebbe un accordo ma non può più negoziare perché sarebbe una sconfitta politica non gestibile. E’ in trappola la BCE con la sua ELA, e infatti ieri sera ha scelto di non decidere nulla. Alla BCE sanno che fare, e le banche greche restano chiuse a tempo indefinito. Ma soprattutto, sono in trappola quelli che fino a venerdì 3 luglio scrivevano spingendo sulla “ripresa delle Borse di Eurozona” dopo l’accordo. E adesso, che si fa? [importante per:  equity, valute ed obbligazioni  (Eurozona)].
4.    Il dollaro USA: ma è “forte” davvero? La volatilità che ieri ha investito le Borse non ha mosso il dollaro USA, che non si è mosso contro euro da 1,1100. Tutti gli investitori si chiedono quando mai potrà salire, se non si muove neppure in giornate come queste. Noi abbiamo, al momento, un target contro euro a 1,2000 e nei nostri portafogli non abbiamo posizioni LONG USD [importante per:  valute ed obbligazioni  (globale)].
5.    Petrolio a 53$. Forte discesa ieri del petrolio: ci sono nuove opportunità operative? Ne parleremo nei prossimi giorni nella sezione “L’operatività” [importante per:  materie prime  (glabale)].

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L’OPERATIVITA'
Cina: le implicazioni operative.
  La vicenda pazzesca della Borsa di Shanghai, prima spinta dalle mosse della Banca Centrale, poi frenata dalle mosse della Banca Centrale, ed oggi sostenuta da altre mosse della Banca Centrale, ha forti implicazioni anche per la nostra operatività sui mercati di Eurozona. La storia è semplicissima: in Cina lo stop alla crescita dei margini (per operazioni a leva) ha prodotto una caduta dei prezzi più rapida della caduta dei margini (grafico in alto): ma tutto questo non potrebbe succedere se non ci fosse stata, prima, una crescita dei margini in Borsa che non ha precedenti (secondo grafico). In tutti i casi, deve essere chiaro a tutti gli investitori che non è la creazione di moneta che può spingere in alto le Borse, se non per periodi brevi. Ma soprattutto, è bene tenere a mente che in casi come questi le fasi di “uscita dall’investimento”, di liquidazione delle posizioni, non sono mai ordinate, e sono invece sempre caotiche, perché la discesa dei prezzi è sempre più veloce degli ordini di vendita. Il gioco del aspettare “il segnale che il trend si inverte” non funziona mai: arriva sempre troppo in fretta.

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L'ANALISI
Economia USA: cosa è che non va? 
Ieri via abbiamo presentato le previsioni per l’economia degli USA prodotte da una autorevole banca di investimento come Goldman Sachs. Oggi invece vediamo in dettaglio che cosa si aspetta la Federal Reserve, anche perché sono molto attese domani sera le Minute, ovvero i Verbali dell’ultima riunione. Proprio da quell’ultima riunione è uscita la tabella qui sotto, in cui potete leggere le previsioni della Federal Reserve. Si tratta di dati che vi consigliamo di analizzare con pazienza, perché possono avere una grande influenza sull’andamento dei vostri investimenti. Il quadro che si ricava per il 2015 (la prima colonna) è quello di un anno con una crescita molto modesta, inferiore al 2%, un’inflazione che resta ferma ai livelli attuali, sotto il 2%, e una disoccupazione al di sotto del 5,5% che la Fed ritiene essere il “tasso naturale”. Ma qui ci sembra importante segnalare che la revisione al ribasso, in tre mesi, è stata dello 0,5%, che si aggiunge ad un altro 0,5% di calo, rispetto alle previsioni che la Fed faceva a fine 2014. Ormai siamo tutti così tanto abituati a queste revisioni al ribasso (che sono figlie di un ottimismo di maniera e quindi senza fondamento) da non farci più caso: ma quello che importa, è che se applichiamo un errore di questa ampiezza al dato per il 2016, ne viene fuori un altro anno con crescita sotto il 2%. Perché questo ci interessa? Risposta: voi credete davvero che se gli USA si fermano l’Europa uscirà da sola dai guai? Chi ogni settimana spinge sull’investimento in azioni ci annuncia (regolarmente ogni anno) che “questo è l’anno della ripresa globale”: e invece non esiste. Se le vostre scelte di portafoglio non sono fondate su elementi come quelli che presentiamo qui, su che cosa sono fondate?

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