La Fed resterà accomodante, rialzo dei tassi nel 2015
In linea con le nostre aspettative, la Federal Reserve ha deciso di lasciare invariata la politica sui tassi al livello dello 0-0,25% visto dalla fine del 2008
di Redazione Soldionline 21 set 2015 ore 10:51A cura di Hans Bevers, Senior Economist, Petercam IAM
In linea con le nostre aspettative, la Federal Reserve ha deciso di lasciare invariata la politica sui tassi al livello dello 0-0,25% visto dalla fine del 2008. Malgrado chiari segnali di continuo miglioramento nel mercato del lavoro e nonostante un ritmo sostenuto in termini di spesa per i consumi, la Fed è ancora piuttosto preoccupata per il contesto globale, che rischia di esercitare ulteriore pressione al ribasso nel breve termine sull’inflazione, già al di sotto del target del 2%. Nel complesso, però, la Fed è ancora sulla buona strada per iniziare ad alzare i tassi prima della fine dell’anno.
I responsabili della politica monetaria a stelle e strisce sono piuttosto soddisfatti del modo in cui l’economia abbia fatto progressi nel corso degli ultimi due anni. In questo periodo, infatti, la crescita economica trimestrale è stata in media di oltre il 2,5%. Più di recente, la fiducia nel settore dei servizi è aumentata fortemente e la spesa per i consumi da parte delle famiglie è rimasta solida. Di conseguenza, il mercato del lavoro ha visto progressi considerevoli. Ciò è dimostrato, per esempio, dalla diminuzione del tasso di disoccupazione, che ad agosto ha toccato il 5,1%, in calo dal 7,2% registrato nello stesso mese di due anni fa. Pur sottolineando tali progressi, un ulteriore miglioramento sembra ancora possibile, senza provocare un surriscaldamento dell'economia.
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Detto ciò, gli investimenti in capitale fisso probabilmente resteranno modesti, poiché l’attività di estrazione del petrolio è stata colpita da prezzi del greggio più bassi. Inoltre, le esportazioni nette hanno subito un impatto negativo a causa del dollaro più forte e della domanda estera debole. In linea con le attese, la Fed ha dichiarato che il contesto globale – legato a un’incertezza economica sulla Cina e sui Paesi esportatori di materie prime in generale – è diventato un po’ più complicato. Infatti, la combinazione tra la recente volatilità sui mercati finanziari, l’allargamento degli spread delle obbligazioni societarie, le aspettative più basse sull’inflazione di breve termine e un dollaro più forte, ha già portato a condizioni finanziarie più rigide nel corso dell’estate.
I funzionari della Fed hanno giustamente notato che alcuni importanti fattori transitori – come il recente calo dei prezzi delle commodity e gli effetti di un apprezzamento del dollaro – sono alla base dell’attuale livello basso dell’inflazione. Gli sviluppi sui mercati finanziari internazionali, poi, rischiano di esercitare ulteriore pressione al ribasso sull’inflazione. Guardando avanti, l’inflazione core(all’1,2%, ancora ampiamente al di sotto del target della Fed) nel corso dei prossimi anni dovrebbe risalire in maniera graduale verso il livello del 2%, obiettivo della Banca centrale americana.
Tutto sommato, nonostante la decisione di lasciare i tassi invariati per il momento, la Fed è ancora sulla strada giusta per iniziare a rialzarli prima della fine dell’anno. Dopo il 2015, bisogna aspettarsi un approccio molto graduale, difensivo e attendista. Tutto ciò suggerisce, quindi, che la politica monetaria statunitense sia destinata a rimanere accomodante nel prossimo futuro.