FED: il futuro è giapponese
Oggi ci occupiamo del tema della giapponesizzazione dell’economia mondiale, e delle implicazioni per il portafoglio titoli di questa eventualità
di Valter Buffo 22 mar 2019 ore 10:01Commento giornaliero di recce-d.com
Se c’è una cosa che spicca, nei commenti e nelle analisi delle decisioni della Federal Reserve di mercoledì, e della conseguente conferenza stampa, è il fatto che … Recce’d ci ha azzeccato. Nel senso che abbiamo scelto bene il nostro tema per questa settimana: e lo ha detto, tra le righe, proprio il Chairman Powell, che ha dipinto per l’economia degli Stati Uniti un futuro alla giapponese, con una crescita economica che rimane per sempre moderata, una inflazione che rimane per sempre moderata, un debito che rimane per sempre colossale, ed una politica monetaria che per tutte queste ragioni è costretta a rimanete per sempre super espansiva. Lo scriveva ieri anche Bloomberg. E se questo è il futuro per gli USA, allora … figuriamoci per l’Europa! Ragione in più per vedere, nel dettaglio, che cosa è successo in Giappone e quale è la situazione oggi, come noi abbiamo fatto per i lettori tra lunedì e stamattina. Chiudiamo il nostro lavoro con una sintetica ricapitolazione di ciò che la BoJ ha fatto in termini di politica monetaria non-convenzionale.
The BOJ embarked on an asset-purchase program of unprecedented scale, eventually increasing the amount of money in Japan at a rate of about 80 trillion yen ($720 billion) a year. It now owns almost 43 percent of outstanding Japanese government bonds. The central bank also introduced negative interest rates from early 2016, charging financial institutions 0.1 percent on a portion of the funds they parked at the bank to encourage them to put the money to more productive work, for instance lending to businesses. The pace of asset purchases has slowed since 2016, when Kuroda shifted the central bank’s monetary policy focus to yield-curve control, or adjusting the volume of purchases to achieve targets for government bond yields.
Come leggete qui sopra, le politiche non convenzionali hanno dei limiti: ad esempio, quando la Banca Centrale arriva a detenere il 43% di tutti i Titoli di Stato in circolazione, uccidendo di fatto il mercato (e qualche cosa di simile, già oggi, lo vediamo anche sul mercato americano, come ci racconta il grafico più sotto). A questo fatto se ne aggiunge poi un secondo: le politiche monetarie non convenzionali hanno anche un costo, ovvero delle implicazioni negative: come leggete qui sotto, tengono in vita Aziende zombie, e spingono alcuni operatori ad assumere rischi eccessivi, oltre a penalizzare gli investitori finali in obbligazioni e a ridurre il margine di interesse su cui guadagnano le banche commerciali.
More than six years of aggressive monetary stimulus is hurting parts of the economy. Ultra-low interest rates are robbing savers of returns on their money and crushing banks’ profit margins on loans. Unproductive companies have been kept alive by cheap credit. And financial companies have jumped into risky investments overseas in search of higher yields, resulting in one case in a huge charge at one of Japan’s three biggest banks. A powerful business lobby says it’s time for the BOJ to start discussing an exit strategy from its monetary stimulus, while the banking association advocates lowering the inflation target to 1-2 percent. The government has also weighed in: Finance Minister Taro Aso said the situation has changed since the target was set and that things could go wrong if the central bank focuses on it too much.
Fonte: BBG
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 22 marzo 2019, abbiamo trattato i seguenti temi:
- La Federal Reserve ci dice che bisogna avere paura: e i mercati reagiscono di conseguenza
- La visita di Xi in Europa non agita i mercati
- La sterlina rimane forte a 1,3200 contro dollaro USA dopo Carney
- SEZIONE L'OPERATIVITA' questa settimana sul piano operativo ci occupiamo dell’impatto delle aspettative di inflazione sui prezzi degli asset finanziari
- SEZIONE L'ANALISI il tema della nostra Analisi sarà questa settimana l’inflazione: è davvero un problema del passato?