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FED e BCE, come si muoveranno (e quali impatti avranno sui mercati)

Dopo le decisioni prese nelle ultime riunioni del 2018, gli operatori attendono di conoscere quale percorso sarà seguito dalle due banche centrali nel corso del 2019

di Redazione Soldionline 17 gen 2019 ore 15:02

fed_13Anche il 2019 sarà un anno cruciale per la FED e per la BCE. Dopo le decisioni prese nelle ultime riunioni del 2018, gli operatori attendono di conoscere quale percorso sarà seguito dalle due banche centrali nel corso del 2019.

Larry Hatheway (capo economista di GAM Investments) e Grégoire Mivelaz (gestore delle strategie Credit Opportunities di GAM Investments) hanno provato a fornire qualche elemento sulla politica monetaria dei due istituti.

 

Nel dettaglio, Larry Hatheway è convinto che la FED interverrà più volte il prossimo anno e prevede una politica monetaria più restrittiva della banca centrale stratunitense.

La Federal Reserve (FED) ha fortemente influenzato il sentiment degli investitori negli ultimi tre anni, da quando ha iniziato a normalizzare la sua politica monetaria. Di recente, il Presidente della FED, Powell, ha ammesso che l’attuale politica monetaria della banca centrale si sta avvicinando al cosiddetto “tasso neutrale”. Dopo questo annuncio, gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo, nella convinzione che il processo di inasprimento politico della Fed sia prossimo al termine. Per noi la verità è che la FED non ha probabilmente bisogno di spingere la sua politica monetaria in territorio restrittivo, perché difficilmente l’inflazione supererà il target prefissato.

Ad ogni modo, gli investitori potrebbero continuare a sottostimare i prossimi interventi della FED. I mercati stanno scontando un aumento dei tassi alla fine di quest’anno e un altro nel 2019. Noi siamo invece convinti che la FED interverrà più volte il prossimo anno. Prima o poi, quindi, gli investitori dovranno rendersi conto che la politica monetaria si farà più restrittiva di quanto attualmente auspicato.

Infine, mano a mano che l’inflazione si avvicina e persino supera leggermente il target della FED, aumenterà anche il rischio di un cosiddetto “overshooting”. In tal caso, i mercati potrebbero rimanere destabilizzati dalla prospettiva di un atteggiamento più aggressivo e meno prevedibile della FED. Ecco perché riteniamo che l’incertezza in merito alla politica monetaria sarà parte integrante dello scenario d’investimento ancora per svariati mesi nel corso del 2019.

 

Grégoire Mivelaz ricorda che la BCE potrebbe procedere con un primo aumento dei tassi di interesse a settembre del prossimo anno. Di conseguenza, l'esperto suggerisce di adeguare le strategie di investimento a questo scenario.

Tutti si aspettano che la BCE annunci il suo primo aumento dei tassi d’interesse, posticipato secondo le ultime indicazioni al 2019, nello specifico a settembre del prossimo anno. L’aumento dei tassi tende a rappresentare uno stimolo per i profitti nel settore finanziario. Di conseguenza, avvicinandoci alla data fatidica, gli investitori cominceranno ad apprezzare tale mossa per il suo probabile incentivo al miglioramento dei bilanci. Ciò vale soprattutto per i leader nazionali che tendiamo a privilegiare. Essendo già posizionati in modo ottimale per sfruttare l’aumento dei tassi, con circa il 50% della ponderazione delle nostre strategie investita in titoli a tasso fisso e variabile, intendiamo beneficiare sia del miglioramento delle metriche di credito, che di uno scenario di incremento dei tassi.

Nel 2018 un tema preponderante fra gli investitori è stato il de-risking. Per il 2019 riteniamo che le banche centrali saranno sempre più orientate verso un “quantitative tightening (QT)”. Una domanda che ci fanno spesso è quali saranno le ripercussioni di queste decisioni per i nostri fondi. Il QT è una dinamica solo tangenziale per la nostra strategia, perché non avendo acquistato titoli finanziari durante la fase di quantitative easing (QE) non ci saranno chiusure dirette di posizioni in tale ambito.

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