Fattori rialzisti e ribassiti sul prezzo del petrolio
I prezzi a pronti del petrolio greggio hanno registrato un crollo deciso fino a circa 50 dollari al barile, senza mostrare segni di consolidamento a partire dalla seconda metà del 2014
di Redazione Soldionline 9 feb 2015 ore 16:47A cura di Harish Sundaresh, Portfolio Manager e Senior Commodities Strategist - Loomis Sayles
I prezzi a pronti del petrolio greggio hanno registrato un crollo deciso fino a circa 50 dollari al barile, senza mostrare segni di consolidamento a partire dalla seconda metà del 2014. Nel breve termine, un debole equilibrio tra domanda e offerta, elevati livelli di scorte, scarsa domanda e l’avversione al rischio da parte degli investitori potrebbero indicare che i prezzi del petrolio rimarranno bassi. Mi aspetto che il benchmark del Brent si attesti su una media di circa 60-65 dollari nel 2015 e 70-80 dollari nel 2016.
Nel mio intervento di dicembre, ho osservato attentamente diverse dinamiche che potrebbero far oscillare i prezzi del petrolio di oltre 10 dollari in entrambe le direzioni. Da allora è emersa un po’ più di chiarezza su questi temi.
I fattori rialzisti si sono rafforzati:
1. Quanto è sostenibile la produzione della Libia? Il periodo di stabilità si è dimostrato estremamente fugace; la produzione libica è scesa a 450.000 barili al giorno da oltre 800.000 barili al giorno nel quarto trimestre del 2014.
2. Qual è l’impatto a lungo termine delle sanzioni contro l’Iran e la Russia? Date un’occhiata ai contratti CDS e ai contratti a termine in valuta estera dei Paesi produttori di petrolio; il rublo russo ha perso l’80% del suo valore nei confronti del dollaro statunitense dall’estate del 2014 e le contrattazioni del Venezuela hanno un valore predefinito.
3. I produttori statunitensi di scisto stanno affrontando il tema della loro spesa in conto capitale: in alcuni casi la spesa è in calo del 40%.
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Questo ci aiuta a comprendere che i prezzi attuali sono troppo bassi sul lungo termine. Se i prezzi a pronti continueranno a essere negoziati a questi livelli per un periodo prolungato di tempo, ciò potrebbe tradursi in un enorme evento geopolitico, come l’instabilità politica in un Paese produttore di petrolio che deve far fronte a un budget ridotto.
Continuano a essere in gioco anche fattori ribassisti:
1. Senza lasciarsi influenzare dai membri dell’OPEC più poveri, l’Arabia Saudita sembra intenzionata a un testa a testa con gli Stati Uniti sulle quote di mercato. Non c’è più una posizione libera dell’OPEC, il che, credo, potrebbe rendere il cartello irrilevante per il futuro. È una questione quasi pari alla dissoluzione della Federal Reserve.
2. Le scorte hanno continuato ad accumularsi a un ritmo rapido sia per il prodotto lavorato sia per il petrolio greggio. L’offerta ha continuato a superare la domanda nel quarto trimestre e ci stiamo avvicinando a livelli estremamente elevati di scorte. Sotto il profilo stagionale, la domanda di petrolio per il riscaldamento è stata debole a causa di un clima più mite del normale.
3. Nonostante i prezzi bassi, la domanda al di fuori degli USA ha evidenziato un andamento laterale. Come potete vedere di seguito, gli spread del calendario del greggio sono profondamente “in contango”.
Che cosa significa tutto questo per i prezzi del petrolio?
Prevedere i prezzi del petrolio è un problema tridimensionale: economia dal lato dell’offerta, crescita della domanda e scorte.
Quando le scorte sono basse e l’equilibrio tra domanda e offerta è sottile, le materie prime tendono a essere negoziate a prezzi molto superiori rispetto al costo marginale. Tuttavia, quando l’equilibrio tra domanda e offerta delle materie prime è allentato si verifica l’opposto: le materie prime tendono a essere negoziate a un prezzo più vicino al costo marginale.
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Come mostra il grafico seguente, abbiamo iniziato il 2015 con scorte estremamente elevate e gli spread del calendario delle materie prime sono in forte contango. Questo dimostra che, con tutta probabilità, continueremo ad accumulare scorte anche nel 2015.
La natura flessibile dell’offerta e quella meno flessibile della domanda indicano che il rialzo dei prezzi ha un limite. Se il prezzo del greggio dovesse salire a 100 dollari, l’offerta aumenterebbe e dopo qualche mese dovremmo riesaminare questa situazione. Pertanto, il limite superiore nel medio termine è ben al di sotto del prezzo di 100 dollari a cui siamo storicamente abituati.