Una fase 2 anche per gli investimenti?
Non mancheranno opportunità per tornare a investire il nostro denaro ed occasioni per avere fiducia nei mercati. Ma meglio non improvvisarsi trader dell'ultim'ora
di Redazione Soldionline 6 mag 2020 ore 12:23L’allentamento delle misure di lockdown può ingenerare un’euforia a contrario, un senso esagerato di scampato pericolo. La graduale ripartenza dopo il blocco totale imposto dalla pandemia non significa riprendere tutto dal punto in cui lo si era lasciato. Covid-19 non è stato e non sarà una semplice parentesi, neanche se e quando si troverà la soluzione definitiva, è stato invece un game changer. Ha cambiato il nostro modo di guardare al mondo e al futuro.
Ciò non significa però che mancheranno opportunità per tornare a investire il nostro denaro ed occasioni per avere fiducia nei mercati, senza ovviamente improvvisarsi trader. Insomma, ci saranno di certo modi per sfruttare la ripresa senza incorrere in rischi eccessivi.
Il pendolo delle fasi 1 e 2
Segnali che il pendolo si stia spostando dall’eccesso di cautela ad una sorta di senso di immunità rispetto al rischio di perdite sui mercati sono già emersi: Assogestioni ha rilevato che nel primo trimestre 2020 il risparmio gestito in Italia è calato di 13,7 miliardi, a testimonianza della paura che la pandemia ha seminato anche sui mercati, ma in coda a tale deflusso si è innescato un fenomeno di investimento fai da te attraverso le piattaforme di trading online. Il Sole 24 Ore riferisce che su alcune piattaforme di puro trading online le posizioni aperte sono cresciute del 300% e i volumi delle operazioni del 200%. Per capire bene quanto il pendolo sia oscillato, è bene evidenziare che il ricorso al trading online rappresenta una modalità speculativa d’investimento, tipicamente fai-da-te e focalizzata su strumenti spesso e volentieri altamente volatili come CFD (Contract for Difference, strumenti derivati) e criptovalute, qualcosa quindi di ben diverso dagli strumenti del risparmio gestito.
Ciascuno, naturalmente, è padrone di fare ciò che vuole delle proprie fortune ed è libero di investirle come meglio crede. La libertà di investire è però realmente sale solo se si è consapevoli della via che si va intraprendendo. Alcune piattaforme di investimento, ha ricordato a tal proposito la Consob, possono in realtà essere anche prive dei requisiti che la legge richiede per lo svolgimento di attività di intermediazione finanziaria, proprio a tutela di chi ad esse si affida; altre possono invece essere utilizzate pienamente solo a condizione di avere una conoscenza finanziaria maggiore di quella che normalmente ha chi non è già uno specialista del settore. In breve, come superare il Covid-19 dipende anzitutto da se stessi ma risulta più facile se ci si rivolge ad un medico, così mettere a frutto i propri risparmi dipende anzitutto dalle proprie scelte ma risulta meno azzardato se ci si fa assistere da un consulente con competenze specifiche in ambito finanziario.
Chi sbaglia impara, ma intanto paga
Sbagliando s’impara, certo. Ma chi sbaglia anzitutto paga. Trarre lezione dai propri errori come investitori può quindi avere un costo molto salato, non solo per il patrimonio che si è perso ma anche per il rendimento sperato che non si è conseguito e per la conseguente impossibilità di utilizzare tale rendimento per le finalità desiderate.
Puntereste mai sempre e solo sullo stesso numero su cui avete vinto alla prima puntata al tavolo della roulette? Quasi certamente no, per un banale calcolo delle probabilità. Allo stesso modo, puntare tutto e continuamente sullo stesso asset o sulla stessa classe di asset può rivelarsi una scelta fideistica e poco premiante. Una gestione dinamica è esattamente ciò che consente di cambiare il numero, cioè l’asset o la classe di asset, su cui puntare. Consente cioè di muovere il proprio portafoglio dalla semplice posizione hold a quelle sell e buy, sfruttando le oscillazioni dei mercati. Diversificare il proprio portafoglio così da minimizzare l’esposizione al rischio sulla base delle oscillazioni del mercato è naturalmente operazione tanto più complessa quanto più volatili, cioè oscillanti, sono i mercati. Una conoscenza della profondità dei mercati stessi, della varietà di strumenti ai quali ci si può affidare, è la via più sicura per contenere i rischi e mettere in sicurezza il portafoglio. E come è intuitivo, una simile conoscenza non è uno skill di cui ciascuno sia dotato dalla natura ma è propria solo degli operatori professionali.
Il Pac come via per testare il proprio consulente finanziario
Affidarsi a un professionista comporta il problema della scelta di quello stesso professionista. Il nodo delle conoscenze finanziarie sembra dunque riproporsi a monte: per trovarsi un consulente occorre possedere già almeno un minimo di competenze nell’ambito della finanza. Il rebus appare effettivamente insolubile: se si è in grado di scegliere un consulente finanziario non si capisce perché non si sia in condizione di cimentarsi da soli col mondo degli investimenti.
La risposta per superare queste forche caudine sta nei Piani di Accumulo (Pac). Consentendo di aumentare di mese in mese la quota di capitale investito, i Pac offrono infatti una gradualità che consente di non giocare tutte e subito le proprie fiches, ma di aumentarle un poco alla volta valutando nel frattempo l’andamento del proprio investimento e dunque l’abilità del consulente al quale ci si è affidati. Abbinati a una gestione dinamica, i Pac portano a mettere in campo maggiori munizioni (risparmi) man mano che gli alti e bassi del mercato dischiudono possibilità di utilizzarle.
Ci sono online simulazioni con le quali l’investitore può confrontare diversi Pac e individuare quello più idoneo al proprio filo di rischio, ai propri risparmi e alle proprie conoscenze finanziarie.
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