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La Brexit potrebbe spingere l’eurozona in recessione

L’economia dell’eurozona faticava già prima della Brexit. Ora le incertezze legate all’uscita del Regno Unito dalla Ue potrebbero peggiorare le cose. Buone notizie dall’occupazione, per ora.

di Marco Delugan 6 lug 2016 ore 10:08

La lettura di giugno dell’indice Markit PMI composito – che comprende sia servizi che manifattura – per l’intera eurozona è stata di 53,1 punti, in crescita rispetto alla lettura Flash, ma invariata rispetto alla lettura finale di maggio

Letture superiori a 50 segnalano l’espansione dell’attività produttiva.

Per l’indice composito, la media del secondo trimestre è di 53,1 punti, in leggero calo rispetto al 53,2 del primo trimestre. E’ anche il risultato trimestrale più basso dal 2014.

Buone notizie dall’occupazione, cresciuta complessivamente al ritmo più alto degli ultimi 5 anni.

brexitIn giugno il settore manifatturiero ha fatto registrare la crescita più veloce di quest’anno, mentre quello dei servizi ha fatto registrare la crescita più lenta dell’ultimo anno e mezzo.

L’indice dei servizi per l’intera eurozona è infatti sceso a 52,8 punti in giugno, in calo rispetto ai 53,3 di maggio. L’indice è in territorio positivo da 35 mesi, ma la lettura media del secondo trimestre è la più debole dal 2014.

Markit ha elaborato gli indici Pmi non solo per l’eurozona nel suo complesso, ma anche per le maggiori economie dell’area individualmente.

Germania – 53,7 punti, in calo dai 55,2 di maggio, e il minimo degli ultimi 13 mesi.

Francia – 49,9 punti, in calo rispetto ai 51,6 di maggio, e sotto i 50 punti vuol dire che il settore è in fase di contrazione.

Italia – 51,9 punti, in crescita rispetto ai 49,8 di maggio.

Spagna – 56 punti, in crescita rispetto ai 55,4 di maggio, dato che coincide con la crescita più veloce dell’occupazione degli ultimi 9 anni.

Ecco le dichiarazioni di Chris Williamson sui dati divulgati ieri.

In giugno l’economia dell’eurozona non è riuscita ad accelerare. L’incremento fatto registrare dal settore manifatturiero è stato compensato dalla perdita di forza di quello dei servizi, e così il passo di crescita è rimasto invariato rispetto a quello registrato in maggio.
La mancanza di qualsiasi segnale che la ripresa sta accelerando preoccuperà i politici, soprattutto perché le incertezze legate alla Brexit sembrano poter rallentare ulteriormente la crescita nei prossimi mesi. Tutte le risposte delle imprese manifatturiere e il 90% di quelle dei servizi per l’indagine di giugno sono arrivati a Markit prima del referendum del 23 giugno, e così l’impatto della Brexit non è ancora compreso nelle risposte delle imprese.
L’andamento dell’indice lascia ipotizzare una crescita del Pil della zona euro dello 0,3% nel secondo trimestre del 2016.

Sulle incertezze legate alla Brexit ha scritto oggi Will Martin su Businessinsider.

Martin ha osservato che l’industria britannica ha fatto segnare il peggior trimestre degli ultimi tre anni, dopo che l’indice PMI è sceso in giugno a 52,3 punti dai precedenti 53,5. Anche in questo caso i dati sono stati raccolti prima del referendum sulla Brexit.

Particolarmente negativo, per il Regno Unito, è stato l’andamento del settore dei servizi, che rappresenta la parte più rilevante dell’economia del Regno Unito.

Anche secondo Martin le debolezze e le incertezze incrociate di Eurozona e Regno Unito potrebbero bloccare qualsiasi tentativo di recupero e spedire la zona euro in una nuova crisi economica.

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