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Eurozona: la ripresa fantasma

Alcuni indici, come i PMI di luglio, ci direbbero che l’economia di Eurozona è in una fase di espansione. Altri segnalano invece ben altro (come la produzione industriale di giugno della Germania). si tratta di una divergenza fondamentale per chi investe in Eurozona

di Redazione Soldionline 10 ago 2015 ore 09:12

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.    Il tema deflazione
.  SoldiOnline vi ha messo in evidenza, martedì scorso anche con un titolo incisivo (Si torna a parlare di rischio deflazione?), che c’era la possibilità di una ripresa del dibattito sul rischio deflazione: poi nel weekend abbiamo letto gli interventi su questo rischio di Bill Gross e di David Stockman. Il Treasury stamattina è vicino al 2,15% di rendimento: un segnale forte, a poche settimane dal rialzo dei tassi da parte della Fed  [importante per: equity, obbligazioni e valute (globale)].

2.   Stimolo dalla Cina? Dati molto negativi dalla Cina nel weekend: per i prezzi alla produzione è tasso di crescita più basso dal 2009, mentre il dato per le esportazioni risulta in calo del 9% rispetto ad un anno fa, ed anche le importazioni sono in calo del 7%. Questo aumenta durante il weekend i “rumori” di stimolo da parte del Governo, e quindi l’indice di Shanghai rimbalza del 5% alle 8 in Europa. Una altro segnale di Borsa che vive solo  di supporti esterni ed artificiali [importante per: equity (Cina)].

3.    Il dato NFP e il mercato negli USA. Sono state come di consueto scritte pagine a milioni sull’ultimo dato NFP per l’occupazione USA: per questo noi qui ci limitiamo a constatare che i mercati hanno reagito come segue: la Borsa di New York è tornata sotto la media a 200 giorni (grafico sotto), il Treasury è salito e quindi il rendimento è sceso, di nuovo vicino al 2,15%, e il dollaro USA è rimasto fermo a 1,1000 contro euro. Merita in particolare attenzione il fatto che (grafico sotto) l’indice Dow Jones è sceso per ben sei sedute consecutive: e non succedeva dalla crisi del 2011. Attenzione anche ad un altro segnale: sia per il Dow Jones sia per lo S&P 500 (si avvicina il momento dell’incrocio tra la linea della media a 50 quella della media a 200 giorni. Un incrocio che chiamano “death cross” [importante per: equity (USA)].

4.    Eurozona: la ripresa fantasma.   Da una parte, abbiamo gli indici PMI di luglio, pubblicati la settimana scorsa: tutti ci direbbero che l’economia di Eurozona è in una fase di espansione. Dall’altra abbiamo invece di dati: come la produzione industriale di giugno che è stata pubblicata venerdì per la Germania. Ed è in calo dello 1,4% da maggio. Abbiamo già commentato questa divergenza, che è fondamentale per chi investe in Eurozona  [importante per: equity, obbligazioni e valute (Eurozona)].

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L’OPERATIVITA'
Obbligazioni: ritornano i “premi al rischio”?   Sul piano operativo, e per ciò che riguarda i vostri portafogli obbligazionari, i prossimi mesi non saranno semplici, e per questo occorre avere le idee chiare e non distrarsi. Non è detto che il rialzo dei tassi ufficiali negli USA porti al rialzo dei rendimenti dei Treasuries (ed anzi, le cose sembrano andare nella direzione opposta, come vedete nel grafico sotto), ma i Treasuries e in generale i Titoli di Stato non sono tutto il portafoglio. Se nel vostro portafoglio (nella vostra GPM oppure nei vostri Fondi) ci sono obbligazioni Emergenti, obbligazioni corporate, oppure high yield, potreste ritrovarsi a perdere soldi anche in una fase in cui i Treasuries salgono di prezzo. Prendiamo ad esempio il mercato degli Stati Uniti: la debolezza degli high yields dura ormai da mesi, ma va sottolineato il fatto che nelle ultime settimane si è estesa all’intero settore corporate. Il costo dei contratti CDS (contratti che assicurano contro il default dell’emittente dell’obbligazione), che viene misurato dall’indice di Markit che si chiama CDX North American Investment Grade, è ai massimi del 2015 (ed è pari allo 0,75% di rendimento a scadenza). Ci colleghiamo qui a quanto abbiamo scritto la settimana scorsa sui rischi di portafoglio nel comparto obbligazionario: il rischio va gestito in modo attivo, prima e non dopo il danno. Un tema che potrebbe risultare decisivo per la parte restante del 2015. Continueremo domani.

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L'ANALISI
Cina la realtà ed i dati ufficiali.
I dati cinesi pubblicati nel fine settimana rimettono la Cina al centro del mondo. Anche se non siete investiti in Cina, vi serve di seguire giorno per giorno ciò che succede in quel Paese perché ha avuto ed avrà una influenza diretta sui vostri investimenti. Il primo problema, però, è che seguire ciò che succede in Cina non è facile, perché gli stessi dati che vengono pubblicati dal Governo suscitano molti dubbi. Prendiamo ad esempio l’ultimo dato per la crescita del GDP, che è uscito al 7% annualizzato. Ebbene, è diffusa tra gli operatori ed i gestori la convinzione che si tratti di un dato ritoccato: ha scritto ad esempio Reuters che China's economy is growing only half as fast as official data shows, or maybe even slower, according to foreign investors and analysts who increasingly challenge how the world's second largest economy can be measured so swiftly and precisely. But perhaps the biggest question is how a developing country of 1.4 billion people can publish its quarterly gross domestic product (GDP) statistics weeks before first drafts from developed economies like the United States, the euro zone or Britain, and then barely revise them later."We think the numbers are fantasy," said Erik Britton of Fathom Consulting, a London-based independent research firm and one of the more vocal critics of official Chinese data. "There is no way those numbers are even close to the truth." Per queste ragioni diventa importante guardare anche ad altri dati, meno “ufficiali”, come quelli del grafico qui sotto, che commenteremo domani.

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