Equity, il settore bancario torna protagonista
Secondo Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos – si torna a guardare con interesse a tutta quella parte di mercato più legata all'andamento dei tassi e quindi rates sensitive
di Redazione Soldionline 5 apr 2023 ore 13:23“Il terremoto finanziario che è partito dalla California ed è arrivato fino in Svizzera, ha rifocalizzato un po’ i mercati dal tema dell'inflazione spostandosi verso la stabilità dell'intero sistema finanziario”. È quanto sostengono gli esperti di Kairos.
Di conseguenza, secondo Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos – si torna a guardare con interesse a tutta quella parte di mercato più legata all'andamento dei tassi e quindi rates sensitive, che nell'ultimo anno hanno fatto sicuramente male.
In particolare, l’esperto ritiene che l'impatto vero sia nel settore bancario, come spiegato nell’analisi seguente.
Dal punto di vista equity ci sono degli effetti abbastanza importanti nell’asset allocation, nella scelta settoriale da fare. Diciamo che si torna a guardare con interesse a tutta quella parte di mercato più legata all'andamento dei tassi e quindi rates sensitive, che nell'ultimo anno hanno fatto sicuramente male e in questo ci metterei anche tutto il discorso tecnologico che è stato molto penalizzato dall'aumento troppo brusco dei tassi di interesse.
Poi l'impatto vero è nel settore bancario dove però la crisi originata negli Stati Uniti, che poi in Europa ha avuto molto impatto sulla parte bond, ha sicuramente innalzato il costo del funding delle aziende bancarie, quindi un impatto c'è.
Se però dobbiamo guardare quella che è la situazione nel breve direi che ancora per questo primo quarter gli utili delle banche saranno record, quindi un margine di interesse estremamente buono e ad oggi i default sistemici non ci sono ancora, è forse incrementato il rischio recessione nel lungo termine.
All'interno del settore bancario, che è stato quello più colpito - anche perché tutto il sistema era molto esposto come investimento verso questo settore - prospetticamente probabilmente è meglio posizionarsi su banche che privilegiano la partecipazione a large deal, quindi a finanziare aziende di grandi dimensioni e qui subentra il concetto del “too big to fail”: se io finanzio un'azienda anche non eccelsa ma con un impatto sistemico, mal che vada può verificarsi un intervento pubblico a ridurre l'impatto sul bilancio bancario. Questo danneggia un pochino l'esposizione a piccole e medie aziende che sono però il tessuto forte dell'economia italiana. Forse anche da qui deduciamo come il più grande analista del mercato sia il mercato stesso.
L’indice di mercato aveva già anticipato questo movimento, cioè la sottoperformance delle piccole e medie rispetto alle large è già abbastanza evidente e quindi probabilmente anche questo è già nei prezzi. Questo storno di mercato ha dato anche un’opportunità di riacquistare parte del portafoglio, quindi di ritornare un po’ più investiti. In questa burrasca che si è creata, alla fine bisogna selezionare quali sono le idee di investimento che hanno ancora qualcosa da dire per i prossimi mesi e troviamo dunque probabilmente ancora delle società del settore finanziario e bancario perché, come dicevo prima, avremo un reporting estremamente positivo e avremo ancora qualche mese con un margine di interesse buono. È chiaro che questo sarà il miglior quarter dell'anno di questo settore e da lì poi si scenderà.
Sulla parte mid e small continuiamo a privilegiare la qualità e le idee nelle quali siamo maggiormente convinti, magari abbiamo concentrato maggiormente il portafoglio.
La titolarità dell'analisi che qui riportiamo è dell'autore della stessa, e l'editore - che ospita questo commento - non si assume nessuna responsabilità per il suo contenuto e per le finalità per cui il lettore lo utilizzerà.