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Elezioni USA: implicazioni per gli investitori

Al di là delle reazioni a caldo, le implicazioni a medio termine per i mercati dipendono da molti fattori. Sull’azionario le minori imposte sulle imprese e una regolamentazione più flessibile potrebbero offrire una spinta ai mercati

di Mauro Introzzi 9 nov 2016 ore 14:50

Le reazioni all'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti sono state negative, con un significativo movimento di risk-off sui mercati. I toni cupi potrebbero durare per diverse settimane, ma, come già detto, le implicazioni a medio termine per i mercati dipendono dalle prossime politiche del presidente Trump e quanto può essere negoziato con il Congresso.

La direzione del dollaro USA sarà influenzata da una serie di forze nel medio termine, tra le quali la possibilità di una politica fiscale accomodante, l’implementazione di uno scudo fiscale per il rientro dei capitali, così come la trasformazione degli accordi commerciali. Ci aspettiamo che i titoli di stato saranno supportati nel breve termine, ma, come per il dollaro, l'impatto nel medio termine dipenderà dal mix delle politiche attuate.

Sull’azionario, una volta che si sarà ridotta la volatilità, le minori imposte sulle imprese e una regolamentazione più flessibile potrebbero offrire una spinta ai mercati. Tuttavia, un qualsiasi rialzo del dollaro USA o dei tassi di interesse sarebbe negativo. Questo contesto può creare opportunità di stock-picking sia a livello di mercato azionario sia obbligazionario.

 

Queste le principali indicazioni contenute nel Market Comment di Standard Life Investments. Ecco il report degli analisti della casa di gestione:

 

Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. I repubblicani hanno conservato la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e al Senato.

 

Crescente incertezza

L'elezione di Trump introduce una forte incertezza su politica governativa, attività economica e FED. La volatilità dei mercati ha registrato un’impennata in reazione al risultato elettorale e ci aspettiamo che questa tendenza continui anche nelle prossime settimane spinta dalle ipotesi sulla probabile agenda politica del nuovo presidente. Tuttavia, ricordiamo l'importanza di evitare reazioni eccessive e di attendere invece più precise dichiarazioni di priorità.


Priorità su taglio delle tasse e regolamentazione più flessibile

trumpIl presidente eletto e i repubblicani della Camera dei Rappresentanti hanno posto al centro dell’agenda fiscale: ingenti tagli sulla tassazione e la riforma fiscale delle imprese. Trump ha anche sostenuto un forte aumento della spesa per le infrastrutture. Con la presa di potere dei Repubblicani anche al Senato, questo implica un probabile allentamento della politica fiscale tra il 2017 e il 2018, anche se i più conservatori membri del Congresso potrebbero cercare di compensare imponendo tagli su altri settori di spesa discrezionale. È molto probabile che il cappio normativo si allenterà nei settori finanziario, energia, telecomunicazioni e healthcare.

 

La politica commerciale sarà fondamentale per l'economia

Sulla carta, l'agenda politica di cui sopra consentirebbe di aumentare l'attività economica nel corso dei prossimi due anni. Tuttavia, Trump ha promesso di aumentare il livello di protezionismo sul commercio e di ridurre l'immigrazione – politiche che potrebbero simultaneamente indebolire la crescita economica e aumentare le pressioni inflazionistiche. È plausibile che la nuova amministrazione non aumenti i dazi sulle importazioni messicane e cinesi, accontentandosi invece di affossare la prospettiva di nuovi accordi commerciali e di applicare in modo estensivo le clausole presenti negli accordi esistenti.

 

E la Fed...

In questo scenario è più probabile che la FED rimandi il rialzo dei tassi di interesse USA al 2017, in attesa di una maggiore chiarezza sui mercati e sulla futura politica governativa.

Tuttavia, una volta che il rumore iniziale si sarà placato, e diventerà evidente che la politica fiscale è destinata a diventare più espansiva, la Fed probabilmente ricomincerà ad alzare i tassi di interesse e più rapidamente di quanto sarebbe accaduto in caso di mantenimento delle politiche avviate dall'amministrazione Obama.

Qualora il presidente Trump confermi la volontà di perseguire un'agenda politica più protezionistica, le conseguenze negative per l'attività economica e per i margini aziendali potrebbero facilmente neutralizzare i vantaggi di allentamento fiscale. Questo impedirebbe alla Fed di aumentare i tassi per un certo periodo di tempo, con esiti particolarmente dirompenti, perché la banca centrale potrebbe persino prendere in considerazione un allentamento della politica monetaria. Il conseguente effetto sulle aspettative di inflazione e sul costo unitario del lavoro una volta che la turbolenza si sarà placata, potrebbe determinare quanto e quando la Fed potrà inasprire la politica monetaria.

 

Implicazioni per i mercati

Il risultato elettorale ha portato a un significativo movimento di risk-off sui mercati, con un modesto rally sulle obbligazioni a breve termine e con un calo sostanziale sugli asset rischiosi, tra cui le azioni. Il dollaro USA è stato sostanzialmente stabile su una base ponderata però si è deprezzato nei confronti delle principali valute dei paesi sviluppati e ha guadagnato nei confronti delle valute dei mercati emergenti, in particolare il peso messicano.

 

I toni cupi potrebbero durare per diverse settimane, ma, come già detto, le implicazioni a medio termine per i mercati dipendono dalle attuali politiche del presidente Trump e quanto può essere negoziato con il Congresso.

 

La direzione del dollaro USA sarà influenzata da una serie di forze nel medio termine, tra le quali la possibilità di una politica fiscale accomodante, l’implementazione di uno scudo fiscale per il rientro dei capitali, così come la trasformazione degli accordi commerciali. Ci aspettiamo che i titoli di stato saranno supportati nel breve termine, ma, come per il dollaro, l'impatto nel medio termine dipenderà dal mix delle politiche attuate.

 

Sull’azionario, una volta che si sarà ridotta la volatilità, le minori imposte sulle imprese e una regolamentazione più flessibile potrebbero offrire una spinta ai mercati. Tuttavia, un qualsiasi rialzo del dollaro USA o dei tassi di interesse sarebbe negativo. Questo contesto può creare opportunità di stock-picking sia a livello di mercato azionario sia obbligazionario.

 

Anche in uno scenario di politica commerciale favorevole, le imprese con ampie catene di valore globali, o dipendenti dai flussi di lavoro migratori, si troverebbero ad affrontare un futuro più incerto, mentre saranno avvantaggiate le imprese sottoposte a requisiti normativi meno gravosi. Se la nuova amministrazione Trump perseguirà la riformulazione aggressiva delle politiche che hanno favorito la globalizzazione, potremo assistere a un lungo periodo di debolezza per gli asset rischiosi.

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