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Elezioni italiane: pochi rischi all’orizzonte per i mercati

Cresce l'attesa per vedere come i mercati reagiranno alle prossime elezioni politiche, in programma domenica 4 marzo 2018. Secondo Janus Henderson Investors i rischi sono minimi

di Redazione Soldionline 1 mar 2018 ore 11:01

Cresce l'attesa per vedere come i mercati reagiranno alle prossime elezioni politiche, in programma domenica 4 marzo 2018. In questi giorni molti addetti ai lavori hanno detto la loro, ma complessivamente i toni sono meno preoccupati di quello che si possa pensare, considerando che difficilmente dalle urne uscirà un singolo partito - o una coalizione - che abbia i numeri per governare in modo autonomo e stabile per i prossimi anni.

 

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Secondo James de Bunsen, Portfolio Manager nel Multi Asset Team di Janus Henderson Investors, in queste settimane i rischi intorno alle elezioni italiane si sono dissipati in modo significativo. Difficilmente il loro esito avrò impatto sulla permanenza dell'Italia nell'euro o sul futuro della moneta unica in generale. E il fatto di non avere una maggioranza stabile e ben definita è "uno standard" della situazione italiana.

Ecco l'analisi del gestore:

Riteniamo che i rischi intorno alle elezioni italiane si siano dissipati in modo significativo, in seguito alla dichiarazione del leader del Movimento Cinque Stelle Luigi di Maio secondo il quale "per l'Italia non è più il momento di uscire dall'euro".

 

italia-bandieraIl Movimento Cinque Stelle è apparso in testa agli ultimi sondaggi, e sebbene la possibilità che il partito riesca ad ottenere la maggioranza sia remota, c’è il rischio che un partito euroscettico finisca per rivestire un ruolo chiave nella politica italiana. Qualora questa eventualità si concretizzasse, la sopravvivenza dell’unione monetaria nel lungo termine verrebbe ancora una volta messa in discussione.

 

Lo scenario attuale presuppone due rischi principali: da un lato esiste la possibilità che non si formi un governo stabile (o a seguito di un voto inconcludente o come diretta conseguenza dell’incapacità di uno dei partiti leader di formare una coalizione), dall’altro che, in una coalizione governativa, primeggi la Lega, un partito più controverso e apparentemente orientato verso l’estrema destra.

 

Crediamo che il primo scenario non avrà un impatto significativo sui mercati, in quanto si tratta di un esito piuttosto "standard" delle elezioni italiane e dal momento che, recentemente, molti altri Paesi europei hanno funzionato perfettamente in mancanza di un governo, anche per lunghi periodi (tra questi la Germania, il Belgio e i Paesi Bassi). Per quanto riguarda il secondo scenario, si tratta piuttosto di un’incognita. Tuttavia, nonostante una crescente propaganda elettorale nel sud del Paese, la base di consenso della Lega resta abbastanza localizzata e riteniamo che il partito avrebbe solo un'influenza limitata all’interno di un’eventuale coalizione di destra.

 

A nostro avviso, i rischi reali per l’Italia sono incentrati sul rapporto tra il debito cronico e il PIL del Paese, su un’economia stagnante e su un settore bancario ancora instabile. La mancanza di un esecutivo forte - esito potenzialmente derivante da un risultato elettorale inconcludente - rende ancora meno probabile che tali questioni saranno affrontate con fermezza. Ad ogni modo, non crediamo che il risultato elettorale in sé e per sé farà precipitare i mercati, quanto più riteniamo che si registrerà una piccola ondata di volatilità a livello regionale.

La titolarità dell'analisi che qui riportiamo è dell'autore della stessa, e l'editore - che ospita questo commento - non si assume nessuna responsabilità per il suo contenuto e per le finalità per cui il lettore lo utilizzerà.
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