Ecco i motivi della bocciatura del documento di bilancio
Secondo la Commissione Europea i piani dell'Italia configurano una violazione grave e manifesta dalle raccomandazioni adottate dal Consiglio
di Redazione Soldionline 19 ott 2018 ore 11:46Resta elevata la tensione tra il governo italiano e la Commissione Europea sulla manovra finanziaria.
Proprio ieri, la commissione ha risposto all'invio del Documento Programmatico di Bilancio (DPB) dell'Italia per l'anno 2019.
Il documento è stato bocciato. "I piani dell'Italia configurano una violazione grave e manifesta dalle raccomandazioni adottate dal Consiglio ai sensi del Patto di Stabilità e Crescita per il 2019, il che rappresenta motivo di seria preoccupazione", è stato il giudizio della Commissione Europea.
Nell'analisi seguente gli analisti di IntesaSanpaolo analizzano le contestazioni mosse dalla commissione al Documento Programmatico di Bilancio.
La Commissione UE ha elencato i motivi per cui il Documento Programmatico di Bilancio rappresenta una violazione “grave e manifesta” delle raccomandazioni adottate dal Consiglio Europeo.
- Il documento configura un aumento della spesa nominale primaria del 2,7%, contro lo 0,1% raccomandato.
- Il disavanzo strutturale peggiorerebbe di -0,8%, anziché migliorare di +0,6% come richiesto.
- I piani dell’Italia non rispetterebbero la regola di riduzione del debito: a riguardo, la Commissione fa notare che la “tolleranza” sul mancato rispetto della regola del debito negli anni scorsi era dovuta al “fattore rilevante” derivante dal rispetto “di massima” del braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita, al venir meno del quale è possibile che anche le valutazioni sulla regola del debito necessitino di una revisione, tanto più che il raggiungimento dell’obiettivo di bilancio di medio termine non è assicurato nemmeno nel 2021.
- La mancata validazione delle previsioni macroeconomiche sottostanti il DPB appare in contrasto con i regolamenti europei.
Questi elementi a giudizio della Commissione possono configurare un’inosservanza “particolarmente grave” degli obblighi finanziari previsti dal Patto di Stabilità e Crescita, e non hanno precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita.
Quello della Commissione è una sorta di secondo avvertimento (ampiamente scontato) dopo quello del 5 ottobre, e non ancora una bocciatura definitiva.
La commissione chiede al governo una risposta entro mezzogiorno del 22 ottobre, prima di emettere il suo parere formale sul DPB. Nel frattempo, domani è convocato un nuovo Consiglio dei Ministri, che dovrebbe dirimere le controversie sorte tra i due partiti di maggioranza in merito alle misure di “pace fiscale” contenute nel decreto collegato alla legge di bilancio.