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Draghi scuote il mercato obbligazionario

Negli ultimi giorni il mercato obbligazionario è stato oggetto di forte volatilità. Non hanno fatto eccezione i titoli di stato italiani, con il decennale che ha superato il 2%

di Redazione Soldionline 30 giu 2017 ore 10:03

Negli ultimi giorni il mercato obbligazionario è stato oggetto di forte volatilità. Non hanno fatto eccezione i titoli di stato italiani, con il rendimento del Btp decennale che è balzato decisamente oltre il 2%.
Gli esperti di Marzotto SIM hanno collegato questa situazione con le dichiarazioni del presidente della BCE, Mario Draghi, in occasione del meeting in Portogallo dell’ECB Youth Dialogue. In particolare, secondo gli analisti, le parole del banchiere sarebbero "state interpretate dal mercato come un’indicazione che la BCE potrebbe anticipare la riduzione e successiva interruzione del QE".
Nell'analisi seguente Marzotto SIM fornisce un'analisi puntuale sull'attuale situazione e sulle prospettive per il mercato obbligazionario nei prossimi mesi.

 

draghi-mario-bceLe dichiarazioni del Presidente della BCE Mario Draghi, fatte a sorpresa durante il meeting in Portogallo in occasione dell’ECB Youth Dialogue, hanno letteralmente “ribaltato” il mercato obbligazionario.
In particolare la dichiarazione che “le forze deflazionistiche hanno lasciato il posto a quelle inflazionistiche”, è stata interpretata dal mercato come un’indicazione che la BCE potrebbe anticipare la riduzione e successiva interruzione del QE.

 

Le successive dichiarazioni, che le politiche di sostegno dureranno comunque a lungo, sono state interpretate come una affermazione tranquillizzante senza troppa rilevanza.
Il risultato è stato quello di una violenta inversione della tendenza al ribasso (dei rendimenti) che sembrava essersi innescata a partire da marzo.
Le motivazioni che avevano innescato il ribasso dei rendimenti (inflazione in attenuazione e offerta di titoli inferiore alla domanda per almeno i prossimi 4-5 mesi), sono sempre valide. Tuttavia, la rilevanza del movimento di ieri impone un approfondimento.

 

La prima domanda da porsi è se Mario Draghi abbia volutamente mandato un messaggio al mercato. Se cioè abbia deciso consapevolmente segnalare un’accelerazione nell’uscita dal QE, con l’intento di muovere i tassi e l’Euro a rialzo. Oppure se intendesse semplicemente continuare il messaggio degli ultimi mesi, cioè che la situazione sta migliorando ma non ancora abbastanza, per cui si continua con il QE fino a nuovo ordine.
A nostro parere, l’interpretazione più plausibile è che il Presidente della BCE stia preparando con estrema gradualità il mercato per l’uscita dal QE (totale o parziale) nel corso del 2018.

 

Qualsiasi accelerazione eccessiva del mercato in una direzione o nell’altra, fa aumentare le probabilità di dichiarazioni di senso opposto.
In quest’ottica, la recente forza del mercato obbligazionario potrebbe aver spinto Draghi ad affermazioni un po’ più aggressive. Tuttavia un’eccessiva instabilità dei mercati farebbe nel prossimo futuro aumentare le probabilità’ di dichiarazioni più distensive alla prima occasione.
In questo senso, il movimento sull’onda dell’emotività, potrebbe quindi rientrare nel corso dei prossimi giorni o settimane.

 

Tuttavia, va sottolineato che dal punto di vista tecnico alcuni valori finanziari hanno superato livelli molto importanti.
In particolare, il rendimento del Bund a 5 anni ha superato il -0,265%, valore dal quale era rimbalzato per ben 5 volte negli ultimi 6 mesi. Inoltre il cambio Euro/USD sta trattando sopra 1,135.
Entrambe questi livelli, se non recuperati velocemente, potrebbero segnalare un nuovo cambiamento di tendenza di medio periodo.

 

Nel breve suggeriamo di impostare acquisti in ottica speculativa su Bund e BTP decennali, per sfruttare l’eventuale rientro dell’movimento “emotivo”.
Sul Dollaro riteniamo che 1,145 – 1,15 possa essere un’area di entrata.
Il mercato va comunque seguito con estrema attenzione. In particolare Bund 5 anni e Euro/USD potrebbero segnalare l’inversione del trend. In quel caso andrebbe valutata la chiusura o inversione delle posizioni

 

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