Draghi parla a nome della BCE?
Per Mario Draghi e le sue politiche ultra-accomodanti si prospettano mesi di crescente difficoltà, confermati dalle dichiarazioni di ieri
di Valter Buffo 7 apr 2017 ore 09:07Commento giornaliero di www.recce-d.com
Il problema di Draghi lo illustrava bene ieri Bloomberg alle 16 in questo modo:
Mario Draghi may have hoped to put an end to the bubbling debate on the European Central Bank’s exit strategy on Thursday. It didn’t take long for a reminder of how complicated this will be. Speaking in Frankfurt, the ECB president sought to quash the idea that policy makers will begin tightening policy sooner than planned and dispel doubts about the planned route to the eventual stimulus exit. Less than three hours later, Bundesbank President Jens Weidmann re-opened the issue, saying that a discussion on forward guidance is “legitimate.”
“Draghi struggles”: Draghi quindi lotta, combatte per affermare una linea di politica monetaria, e questo sorprende gli italiani, visto che lui da noi viene presentato come Draghi l’Invincibile. Ma da tempo non è più così. Ieri abbiamo avuto una conferma: rileggiamo le sue precise parole.
“I do not see cause to deviate from the indications we have been consistently providing in the introductory statement to our press conferences,” the ECB President said in a speech in Frankfurt on Thursday. “We have not yet seen sufficient evidence to materially alter our assessment of the inflation outlook -- which remains conditional on a very substantial degree of monetary accommodation.”
Il messaggio è forte, ma i mercati non hanno reagito (l’euro è rimasto fermo, i tassi delle obbligazioni idem). Il problema è che ormai il dibattito all’interno della BCE è un dibattito pubblico, e pochi la vedono come lui: l’argomento più forte, tra quelli che Draghi utilizzò per avviare la sua operazione di QE, fu la deflazione, che ormai non esiste più neppure sulle prime pagine dei quotidiani. La sua politica oggi, nei fatti, è insostenibile, con riferimento ai dati macroeconomici, ed è sostenibile solo se Draghi accetta di raccontare quali erano le REALI intenzioni del QE. Una cosa che lo stesso Draghi non può fare, perché si collocano FUORI dal mandato della stessa BCE (come sanno tutti). Ed è per questo che Draghi si aggrappa ad argomenti molto sottili, poco robusti, come il fatto che “manca sufficiente fiducia”. Ecco ancora le precise parole di Draghi ieri.
"A reassessment of the current monetary policy stance is not warranted at this stage. Before making any alterations to the components of our stance -- interest rates, asset purchases and forward guidance -- we still need to build sufficient confidence that inflation will indeed converge to our aim over a medium-term horizon, and will remain there even in less supportive monetary policy conditions,” Draghi said. “It is clear that continued support for demand remains key.”
Una volta detto tutto questo, si deve per forza concludere che Draghi sta frenando con tutte le sue forze, mentre la macchina è ormai in moto da tempo e procede in una direzione che è chiarissima. Ma quanta forza resta oggi a Draghi per continuare a frenare?
CONCLUSIONE Recce’d oggi vi segnala che per Mario Draghi e le sue politiche ultra-accomodanti si prospettano mesi di crescente difficoltà, confermati dalle dichiarazioni di ieri.
Fonte: BBG
Fonte: MW
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 7 aprile 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:
- Ancora una seduta laterale per le Borse, come durante tutta la settimana
- Oggi il dato NFP per gli occupati USA darà la direzione
- Nessuna indicazione al momento dal vertice tra USA e Cina
- SEZIONE L'OPERATIVITA' questa settimana sul piano operativo abbiamo analizzato il tema dell’azionario Europa: ai livelli attuali di prezzo, c’è valore in quell’investimento? Oppure è rimasto solo il rischio?
- SEZIONE L'ANALISI ci siamo concentrati, questa settimana, sul debito: in particolare, sul debito degli Stati Uniti ed il bilancio della Federal Reserve