Dove investire nel 2015 secondo gli analisti di Natixis
Quali sono i miglioro investimenti per il nuovo anno? Natixis Global AM mette a confronto i cinque temi di particolare interesse per alcuni gestori del gruppo
di Mauro Introzzi 14 gen 2015 ore 15:15Nel posizionare i propri portafogli per il 2015, gli investitori hanno sicuramente molto a cui pensare, soprattutto alla luce degli eventi con cui si è concluso il 2014, fra cui il crollo di oltre il 40% del prezzo del petrolio nella seconda metà dell’anno, il rialzo dei mercati azionari, che ha toccato il sesto anno consecutivo, e le crescenti tensioni geopolitiche in tutto il mondo.
Quale impatto avranno questi fattori sugli investimenti nel nuovo anno? Natixis Global Asset Management mette a confronto i cinque temi di particolare interesse per alcuni gestori degli investimenti appartenenti alle società del gruppo.
“Il 2015 si apre con notevoli sfide e incognite per i mercati finanziari a cui si accompagnano anche buone opportunità di investimento” - sottolinea Antonio Bottillo, Responsabile per l’Italia di Natixis Global Asset Management. “I vari esperti delle nostre affiliate, grazie alle diverse expertise, evidenziano ognuno cinque idee o aree di interesse che potranno caratterizzare il 2015. Idee e temi di investimento che vanno integrati e modulati in un portafoglio di investimento che abbia sempre come benchmark l’investitore con i suoi obiettivi e necessità e che sappia affrontare in maniera più efficace le mutevoli condizioni di mercato”.
Bill Nygren - CFA, Partner, Equity Manager (Harris Associates)
RITENIAMO CHE IL MERCATO AZIONARIO STATUNITENSE NON SIA ANCORA TROPPO COSTOSO
Oggi, gran parte degli investitori è convinta che le azioni siano troppo costose, essendo triplicate negli ultimi sei anni. Tuttavia tale convinzione è basata soltanto sull’”istinto”: i multipli di valutazione prezzo/utili (P/E) sono attualmente in linea con le medie storiche. I prezzi correnti non sono anomali. Credo piuttosto che l'anomalia si sia verificata nei primi mesi del 2009 con le incredibili opportunità d'acquisto riscontrabili in quel periodo.
LE OBBLIGAZIONI POTREBBERO ESSERE DIVENUTE PIÙ RISCHIOSE DELLE AZIONI
Poiché il rendimento delle obbligazioni detenute fino a scadenza è noto, al contrario del rendimento azionario, si ritiene generalmente che le obbligazioni rappresentino un investimento più sicuro. Ma qualora le obbligazioni siano detenute per un anno o due, il rendimento non è noto, e il prezzo pagato diventa un fattore determinante per il livello di rischiosità dell'obbligazione. I rendimenti obbligazionari sono attualmente molto bassi (e quindi i prezzi sono alti) e quindi le obbligazioni potrebbero non rappresentare più un “porto sicuro”, come ancora ritengono molti investitori.
ALCUNE OTTIME AZIENDE SONO PREZZATE COME SE FOSSERO SOLTANTO LIEVEMENTE SUPERIORI ALLA MEDIA
La distribuzione dei rapporti P/E è insolitamente “stretta”, centrata su valori pari a 16 volte gli utili. Sono davvero poche le azioni prezzate a meno di 13 o più di 19 volte gli utili attesi per il 2015. Ciò significa che alcune aziende che beneficiano di notevoli vantaggio competitivi, come Google™ (in particolare grazie alla presenza sempre crescente della pubblicità on line) o MasterCard® (con la progressiva sostituzione delle carte di credito al contante), stanno raggiungendo i valori medi dei multipli P/E molto più rapidamente del normale. In un periodo in cui il mercato prezza i titoli di molte società pressochè nello stesso modo, le società che presentano importanti opportunità di crescita sul lungo termine diventano particolarmente interessanti.
LA DIMINUZIONE DEI PREZZI SPOT DEL PETROLIO DA OLTRE $100 A MENO DI $65 CREA AGITAZIONE, MA IL PREZZO DEI FUTURES A LUNGO TERMINE È STATO MOLTO MENO VOLATILE
I mercati azionari sembrano scontare nei prezzi di molti titoli azionari energetici uno scenario in cui il petrolio rimarrà attorno ai 65 dollari al barile. Tuttavia, sul mercato dei futures il petrolio con consegna nel 2018 è quotato in un range superiore a 70 dollari al barile. Il prezzo del petrolio a partire dal 2018 pesa maggiormente sul valore intrinseco dei titoli azionari delle compagnie petrolifere rispetto al prezzo spot. Tenendo a mente questo fatto, possiamo notare come Apache costituisca un esempio di azienda il cui titolo azionario ha reagito eccessivamente alla riduzione dei prezzi spot. (Quanto espresso in relazione a specifiche aziende non deve essere visto come una raccomandazione ad acquistare o vendere un qualsiasi titolo).
IL SETTORE FINANZIARIO È UNO DEI PIÙ INTERESSANTI IN QUESTO MOMENTO
Gli investitori non si sono certo dimenticati del ruolo centrale giocato dal settore finanziario prima e durante la crisi del 2008. Ma ritengo che i prezzi degli immobili non siano più a livelli eccessivi, che i criteri per la concessione di finanziamenti siano migliorati e che i coefficienti patrimoniali siano molto più elevati. Cosa ancora più importante, il prezzo di molti titoli finanziari appare piuttosto contenuto. Società di elevata qualità come Bank of America, Citigroup e AIG vedono i propri titoli scambiati a sconto rispetto al valore di libro e con valutazioni inferiori a 10 volte gli utili attesi che si prevede otterranno allorché le perdite ereditate dalla crisi cesseranno di erodere gli utili in bilancio.
Elaine Stokes - Fixed-Income Manager (Loomis, Sayles & Company)
IL CONTESTO GEO-ECONOMICO
Osservo con attenzione come la contesa globale per le risorse naturali, tra cui acqua, energia e metalli, stia creando relazioni inattese. In alcuni casi, pare che le risorse stiano finendo nelle mani di governi dai comportamenti meno prevedibili a causa delle necessità sempre crescenti del mondo emergente. Ad esempio, l'alleanza energetica tra Cina e Russia sta favorendo un governo che gli Stati Uniti e l'Europa stanno sanzionando attivamente per le azioni intraprese in Ucraina. Ritengo che questo fenomeno potrebbe continuare ad influenzare i mercati delle commodity, rendendoli più turbolenti, e potrebbe ritardare soluzioni rapide ed eque ai problemi attuali in tema di risorse globali.
QUESTIONI GEOPOLITICHE
Ovunque siano presenti armi e guerre, aumenta il rischio di disordine sui mercati delle commodity. A giudicare solo dal numero di aree interessate da crisi tra cui Ucraina/Russia, Libia e Siria, oltre a quanto sta succedendo nel Mar Cinese Meridionale e nel Medio Oriente, il rischio di disordini basato puramente sulle varie situazioni di agitazione geopolitica è molto elevato.
TECNOLOGIA
La tecnologia ha rivoluzionato la catena di approvvigionamento delle imprese e quasi ogni aspetto dello sviluppo mondiale. Ci troviamo in un periodo di maggiore produttività che sta riducendo il fabbisogno di manodopera. Inoltre, un'intera generazione sta crescendo con abitudini nuove per quanto riguarda il proprio modo di comunicare, lavorare, spendere e divertirsi. Le implicazioni sono di vasta portata per quasi tutti i settori industriali e vanno oltre il settore dei media, delle telecomunicazioni e delle vendite al dettaglio, in cui gli effetti sono più evidenti. Seguirò sicuramente da vicino l'evoluzione nella domanda di infrastrutture, produzione manifatturiera ed immobili. Il rischio di essere presi alla sprovvista è alto per chi implementa i cambiamenti in ritardo rispetto ai competitor (i cosiddetti “slow-adopter”), poiché tali evoluzioni sono reali e stanno avvenendo proprio adesso. Ciò che più sorprende è che le vecchie generazioni si stanno adeguando maggiormente e più velocemente rispetto a quanto si pensava potessero o avrebbero fatto. L'idea che la tecnologia rappresenti il futuro è diventata un'idea globale e nessuno vuole rimanere indietro, neppure gli anziani.
LIQUIDITÀ DEL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
È intervenuto un cambiamento interessante nelle dinamiche del trading. Vi sono maggiori sfide operative e potenziali falsi segnali dovuti ai cambiamenti intervenuti nel trading obbligazionario. È chiaramente crollato il numero di intermediari (dealer) attivi a partire dal 2008 e disposti ad assumere rischi. In mancanza di investimenti da parte degli intermediari, si verifica normalmente una maggiore volatilità nei prezzi. Oltre a ciò, negli ultimi mesi un maggior numero di società appartenenti al buy-side ha raccolto risorse e richiesto volumi importanti. Questo fenomeno potrebbe aumentare ulteriormente la competizione in termini di trading. Come abbiamo già visto in passato, tale microcosmo di per sé può potenzialmente causare non solo volatilità ma anche problemi di carattere fondamentale.
VALUTAZIONI A LIVELLO GLOBALE
Sebbene molti ritengano che le valutazioni siano ai massimi livelli, ritengo che sia sempre più difficile sostenere tale tesi. Ora e probabilmente per sempre, è fondamentale disporre delle risorse e della mentalità giusta per condurre tutte le analisi valutative su base globale. Ogni titolo deve essere esaminato in un'ottica globale, non è possibile esaminare nulla in modo isolato, senza prendere in considerazione sia quanto accade nelle economie sviluppate che nei paesi emergenti.
Brigitte Le Bris - Managing Director, Global Bonds & Currency (Natixis Asset Management)
PREPARIAMOCI AD AFFRONTARE PIÙ VOLATILITÀ
Alla luce dell'approccio divergente delle tre (o quattro se comprendiamo la Cina) banche centrali principali e dei livelli di consensus degli economisti che non sono mai stati così ristretti, temo che il 2015 potrebbe rivelarsi un altro anno difficile. Debbo aggiungere che ad oggi (15 dicembre 2014), i prezzi del petrolio sono in caduta libera e vi è una totale carenza di chiarezza. Se i prezzi globali del petrolio dovessero abbassarsi ulteriormente (ma non penso che ciò accadrà), lo scenario finanziario cambierebbe totalmente.
TITOLI DI STATO STATUNITENSI A BREVE TERMINE
Nel 2015 saranno emessi oltre 500 miliardi di dollari di titoli di stato. Chi li acquisterà? Senza dubbio gli investitori europei e giapponesi acquisteranno titoli di stato statunitensi al fine di ottenere rendimenti più elevati (dato il quantitative easing in atto in Europa e in Giappone), ma dubito che questo basterà a compensare l’assenza di acquisti da parte della Fed.
ALCUNE IDEE D’INVESTIMENTO: RUPIA INDIANA (INR) E MERCATO OBBLIGAZIONARIO INDIANO
L'India sta adottando una serie di importanti riforme. Ne prevedo ulteriori nei prossimi mesi: acquisto di terreni, fiscalità, ecc. Il crollo dei prezzi del petrolio dovrebbe essere positivo per l'India: riduce il disavanzo delle partite correnti (le importazioni nette di petrolio rappresentano il 5% del prodotto interno lordo), aumenta il potere d'acquisto dei consumatori e riduce il deficit di bilancio. Inoltre, l'inflazione è in calo, e il mercato obbligazionario indiano e la rupia offrono potenzialmente un Carry interessante.
POSIZIONAMENTO VALUTARIO: LUNGHI SUL DOLLARO STATUNITENSE RISPETTO AD EURO E YEN
Sebbene il dollaro abbia già sovraperformato negli ultimi mesi, ritengo che tale rialzo possa continuare a causa della forte divergenza tra la Fed da un lato e la BCE e la Banca del Giappone (BOJ) dall'altro.
SUL LUNGO TERMINE, APPAIONO INTERESSANTI ALCUNI EMITTENTI GOVERNATIVI HIGH-YIELD DEI MERCATI EMERGENTI
Vi sono alcuni emittenti sovrani high-yield, compresi emittenti di frontiera (specialmente nell'Africa subsahariana), attualmente e ampiamente iper-venduti a seguito del crollo del prezzo del petrolio e degli ampi deflussi di capitale dai mercati obbligazionari emergenti. Anche i prezzi obbligazionari del Venezuela stanno diventando interessanti a lungo termine essendo scambiati a prezzi di ripresa o probabilmente a prezzi inferiori a questi ultimi.
Justin Sheperd - CFA, Chief Investment Officer, Portfolio Manager (Aurora Investment Management)
UNA FORTE RIPRESA DELLE OPERAZIONI SOCIETARIE HA CREATO OPPORTUNITÀ FAVOREVOLI PER STRATEGIE DI INVESTIMENTO “EVENT-DRIVEN”
Dopo un periodo in cui le operazioni aziendali si sono notevolmente ridotte, i manager e i consigli di amministrazione delle aziende sono ora attivamente impegnati a creare valore per i propri azionisti. Bassi tassi di interesse, elevati livelli di liquidità nei bilanci e una maggiore spinta per l’implementazione di politiche che favoriscano gli azionisti, hanno creato nel 2014 un'ondata di eventi aziendali tra cui fusioni e acquisizioni, spin-off, cambiamenti nei team dirigenziali ed altre attività trasformazionali company-specific.
Prevedo che tale contesto, favorevole alle strategie event-driven, proseguirà.
Politiche monetarie divergenti a livello globale potrebbero offrire interessanti opportunità per strategie di investimento macro, che possano beneficiare di visioni tematiche top-down che spaziano tra aree ed asset class diverse. Mentre la politica della banca centrale diventerà probabilmente meno accomodante negli Stati Uniti, la diversa risposta da parte delle politiche degli altri mercati globali potrebbe creare effetti economici differenti e offrire nuove opportunità.
LA NORMALIZZAZIONE DEI TASSI DI INTERESSE DOVREBBE DETERMINARE UN AMBIENTE FAVOREVOLE PER STRATEGIE DI INVESTIMENTO HEDGE
Negli ultimi anni, l'attivismo senza precedenti delle banche centrali, che ha comportato un flusso storico di liquidità verso asset class rischiose quali azioni e obbligazioni corporate, ha alimentato la forte performance di molte asset class tradizionali.
PREVEDIAMO CHE I MERCATI SI MUOVERANNO DA UN CONTESTO DI RISULTATI MAGGIORMENTE LEGATI AL BETA AD UNO PIÙ ORIENTATO ALL’ALFA
La prossima fase della politica monetaria statunitense potrebbe portare ad un aumento della volatilità e a maggiori livelli di differenziazione tra e nei mercati. La combinazione tra bassa correlazione fra i rendimenti azionari e maggiore dispersione dei rendimenti, dovrebbe creare maggiori opportunità di investimento per i gestori di hedge fund.
NEGLI ULTIMI ANNI, I MERCATI HANNO PREMIATO I PORTAFOGLI PIÙ ORIENTATI ALL’ASSUNZIONE DI RISCHI
Tuttavia, poiché i mercati sono ciclici, è ragionevole presumere che tale situazione cambierà. Infatti, più lontano nel tempo è l'ultimo periodo di elevati rendimenti ponderati per il rischio, più gli investitori risultano gratificati e quindi maggiore è la probabilità che tali investimenti mostreranno i relativi benefici.
Emmanuel Bourdeix - Head of Seeyond, Co-CIO (Natixis Asset Management)
IL CONTESTO DI BASSA VOLATILITÀ È SOSTENUTO DALLA POLITICA MONETARIA
A partire dai primi mesi del 2013, le politiche monetarie delle banche centrali hanno avuto importanti effetti sulla volatilità dei mercati. Finora le iniezioni di liquidità da parte della Fed hanno mantenuto la volatilità ad un livello artificialmente basso, e prevedo che i piani di quantitative easing della BCE e della BOJ, se implementati senza difficoltà, continueranno a mantenere la volatilità ad un livello contenuto.
IL PASSAGGIO DEL QE DALLA FED ALLA BCE
Ritengo che la BCE prenderà il testimone da parte della Fed in termini di implementazione del quantitative easing, il che continuerà a comprimere la volatilità. Tuttavia, l'aumento della volatilità nella primavera del 2013 ci ha dimostrato come la comunicazione in tema di quantitative easing rivesta un ruolo cruciale. Le incongruenze o le incomprensioni relative alle intenzioni della BCE possono provocare picchi di volatilità di breve durata nonostante il regime di bassa volatilità.
POTENZIALI FONTI DI INCERTEZZA
Negli ultimi mesi del 2014, sono intervenuti cambiamenti fondamentali sia nel mercato valutario che nel mercato petrolifero. La Fed sta inoltre abbandonando la propria guida del ciclo economico statunitense, ed i mercati globali stanno reagendo con nervosismo. Le conseguenze di tali cambiamenti, associate all'attuale ed elevata avversione al rischio da parte degli investitori, possono portare a potenziali turbolenze di mercato e generare volatilità crescente.
È NECESSARIO RIMANERE REATTIVI PER OTTENERE VALORE DAL RISCHIO E TRASFORMARE LA VOLATILITÀ IN UNA FONTE DI BENEFICIO PER L'INVESTITORE
Nel complesso, la volatilità dovrebbe rimanere a livelli bassi ma potrebbe aumentare bruscamente sul breve termine, determinando picchi di volatilità di breve durata, come avvenuto recentemente (ad esempio in ottobre 2014), evidenziando nervosismi momentanei sui mercati. Poiché non è possibile prevedere i tempi del prossimo aumento di volatilità né la sua natura (di breve durata o strutturale), la chiave del successo degli investimenti in volatilità sta in una indicizzazione attiva e flessibile alla volatilità.
ESPOSIZIONE A TITOLI A BASSA VOLATILITÀ
Il 2014 è stato un anno positivo per i portafogli azionari a bassa volatilità e credo che tale tendenza proseguirà per vari motivi. I titoli a bassa volatilità sono avvantaggiati in periodi di volatilità bassa ma crescente, così come in periodi di elevata avversione al rischio, contesti che probabilmente proseguiranno nel 2015. Inoltre, se guardiamo ai fondamentali attuali, notiamo come le valutazioni non mostrino alcuna indicazione di sopravvalutazione dei titoli a bassa volatilità.
Chris Wallis - CFA, CEO, President, Equity Manager (Vaughan Nelson Investment Management)
MI ASPETTO CHE LA DICOTOMIA TRA ALFA E BETA E L'IMPORTANZA DELLA SELEZIONE DEI TITOLI CONTINUINO A RAPPRESENTARE DUE TEMI ATTUALI
Abbiamo raggiunto l'apice di un'ondata quinquennale di mercati direzionali (beta) senza precedenti. Credo che ora ci si debba aspettare rendimenti sugli indici più contenuti. Alla luce di ciò, i rendimenti saranno determinati dalla selezione dei titoli, non dall'esposizione ai mercati. In questo contesto, penso che i gestori attivi, con processi d’investimento basati su forti convinzioni e con portafogli concentrati, saranno in grado di battere gli indici.
I PREZZI ENERGETICI CONTINUANO A RIDURSI
Occorre riformulare le aspettative sul prezzo del petrolio a €65 per i prossimi 12 mesi per superare l’eccesso di offerta. Il mondo può avere accesso a tutto il petrolio di cui necessita a 80- 85 dollari. Penso che il settore energetico sia in fase di ri-prezzamento per abbassare i prezzi minimi e massimi e far fuoriuscire il capitale in eccesso. Occorre prendere in considerazione l'effetto dell'allontanamento degli asset pensionistici dal settore dell'energia, degli incentivi economici e politici dell'Arabia Saudita, e del rallentamento della crescita della domanda nei paesi emergenti. Penso che nel 2015 l'offerta a livello globale sarà superiore alla domanda, andrà a riequilibrarsi nel 2016 ed sarà superata dalla domanda nel 2017.
ABBANDONARE LE IMPRESE A BASSA CAPITALIZZAZIONE
La tendenza delle piccole imprese a posticipare nel tempo la propria quotazione in Borsa comporta una diminuzione di realtà interessanti. L'aumento dei costi (a seguito della legge Sarbanes-Oxley) è un fattore chiave. Inoltre, l'iniezione di capitale da parte di gruppi di private equity a favore delle piccole imprese riduce l'importanza della raccolta di asset tramite quotazione pubblica. Inoltre, l'aumento imminente dei tassi dovrebbe penalizzare le piccole imprese, che tipicamente fanno maggiore affidamento sul credito.
VALUTAZIONI CONTENUTE
Con l'inizio del 2015, noto l’assenza di un trend generalizzato sui mercati azionari globali. Per la prima volta in cinque anni, non riusciamo a trovare opportunità sulla base di valutazioni interessanti. L'effetto è quello del consolidamento e della volatilità. Nel complesso, riteniamo che nel 2015 saranno premiate le gestioni più attive e maggiormente basate sulle convinzioni.