Dopo il coronavirus siamo tutti più digital. Perché è una scelta vincente anche negli investimenti
Al di là dell’utilità sanitaria che il Fintech offre consentendo di pagare in modalità contactless, l’ambito degli investimenti rimane il vero terreno di elezione della finanza digitale
di Redazione Soldionline 22 mag 2020 ore 14:05Acronimo di Financial Technology, cioè sostanzialmente di operatività in ambito finanziario tramite strumenti digitali (principalmente algoritmi), il Fintech appare come uno dei perni su cui impostare la ripartenza successiva al blocco delle attività durante il lockdown e far fronte alla domanda di credito che è condizione di quella ripartenza. Come ha sottolineato il banchiere Andrea Crovetto, oggi presidente di ItaliaFintech (associazione che raggruppa le società del fintech italiano), il governo ha agevolato l’erogazione dei classici prestiti bancari facendosi garante di chi chiede quei prestiti, ma il Fintech è molto più veloce nel realizzare il matching di domanda e offerta di liquidità.
«In questo momento in cui diventa fondamentale permettere un accesso ai crediti garantiti dallo Stato attraverso il Mediocredito Centrale e la Sace, che nelle grandi aziende può arrivare fino a un importo di 5 milioni con una garanzia al 90%, le Fintech si stanno rivelando più veloci delle banche tradizionali, al punto che i nostri associati sono in grado di chiudere le operazioni in 24/48 ore» ha riferito Crovetto in un’intervista al Corriere della Sera. Una recente analisi realizzata da Tink, in collaborazione con You Gov che ha coinvolto 290 dirigenti finanziari di 12 Paesi europei, di cui 30 in Italia, conferma che il Fintech non è un rivale ma un alleato del settore creditizio classico. Il 17% degli istituti di credito in Italia, emerge infatti da quell’analisi, ha partnership fintech.
I servizi della finanza digitale
La finanza digitale offre una serie di servizi legati alla cosiddetta dematerializzazione del denaro e dei rapporti interpersonali, divenuta ancor più importante a seguito della pandemia e della conseguente esigenza di limitare quanto più possibile contatti e scambi fisici.
In breve, i servizi offerti dal Fintech possono essere così riassunti:
- pagamenti digitali;
- gestione del denaro (money management) anche attraverso le criptovalute (Bitcoin ma non solo);
- gestione e investimento dei risparmi (wealth management e asset management) con l’utilizzo di piattaforme automatizzate (robo advisor e robo trader);
- compravendita di strumenti sui mercati finanziari (capital marketing e capital trading);
- raccolta di capitali per l’avvio di società o progetti (crowdfunding), sotto forma di partecipazione al rischio di impresa (equity crowdfunding) o di sottoscrizione di titoli di debito di quest’ultima;
- concessione di prestiti e mutui (lending);
- servizi assicurativi (Insurtech);
- servizi di regolamentazione (Regtech);
- acquisto pro soluto di fatture non ancora riscosse (invoice trading).
Come e perché fidarsi del digitale
Al di là dell’utilità ‘sanitaria’ che il Fintech offre consentendo di pagare in modalità contactless, l’ambito degli investimenti rimane il vero terreno di elezione, per così dire, della finanza digitale.
Va da sé che la fiducia è l’elemento basilare per qualsiasi scelta di investimento. Ma utilizzare strumenti digitali, come i robo advisor, per la gestione del proprio portafoglio non significa spersonalizzazione dell’investimento, non comporta affidarsi ciecamente a un algoritmo che decide di propria esclusiva iniziativa l’asset allocation dei risparmi che gli vengono affidati. Come dice la parola stessa, un robot advisor è un consigliere automatico e funziona grazie ad algoritmi in grado di consigliare quando e dove investire sulla base del profilo del risparmiatore. L’algoritmo, la ‘mente’ del robo advisor, registra le indicazioni che gli vengono date sulla propensione al rischio del risparmiatore. Ed in base ad esse consiglia poi al risparmiatore stesso come modificare il proprio portafoglio, così da ottimizzarlo rispetto all’evoluzione che, con l’efficienza e la velocità di calcolo tipici delle macchine, registra sui mercati.
Attraverso il wealth management automatizzato quindi il risparmiatore non si trova mai esposto a rischi maggiori di quelli che vuole correre, a meno che non sia lui stesso a decidere di esporsi maggiormente. Il robo advisor infatti lascia sempre l’ultima parola all’investitore: gli fornisce consigli, ma non compie nessuna operazione di buy o sell finché non riceva il via libera del risparmiatore.
Il tutto senza conflitti di interesse. E a costi decisamente accessibili.