Dazi USA-Cina: si è fatta la storia
Avvicinandosi il G20 di fine mese ci aspettiamo un aumento nel numero di voci infondate, che ci racconteranno di futuri incontri e di accordi già abbozzati. Ma non succederà nulla
di Valter Buffo 19 nov 2018 ore 09:21Commento giornaliero di recce-d.com
Qualcuno ricorderà che venerdì scorso, 16 novembre 2018, erano circolate voci di un sostanziale passo avanti nei rapporti tra USA e Cina, fino a dire che si era a poca distanza da un "imminente accordo". Le notizie arrivate poche ore dopo, durante il weekend, ci costringono a concludere che siamo stati costretti a leggere "voci" che anche questa volta si sono dimostrate essere solo falsità, o dire meglio fake news.
Sta diventando una pratica abituale, quella di mettere in giro voci infondate, anche (ma non solo) allo scopo di provocare una reazione delle Borse: capito il meccanismo, gli operatori si sono fatti più prudenti, e nei casi più recenti queste reazioni sono state molto moderate, per non dire insignificanti.
Avvicinandosi però il G20 di fine mese, ci aspettiamo un aumento nel numero di "voci infondate" che ci racconteranno di futuri incontri e di accordi già abbozzati, quando invece almeno a nostro parere a questo G20 di fine novembre succederà... un bel nulla.
Ma torniamo agli eventi di venerdi 16 novembre.
Trump told reporters Friday that the Chinese response to U.S. trade demands was largely complete but was missing four or five big issues. Those comments helped U.S. stocks erase losses, as investors bet on whether Trump will impose even more tariffs on Chinese goods than the $250 billion already in place. China has slapped tariffs on $110 billion in imports from the U.S. in retaliation. On Saturday, Pence warned that Trump could still put more tariffs on China. “We hope for better, but the United States will not change course until China changes its ways,” he said. Later, Pence told reporters he was “very hopeful” the U.S. and China could reach a deal, but “things have to change” for that to happen. “We’re in a very strong position,’’ Pence said when asked whether there was a deadline to end the trade war. “The American people know that we have to do something to reset this relationship with China economically. So, I don’t think there’s a timetable.”
Quello che ne è seguito è un fallimento, si può dire totale, del vertice APEC, fallimento causato proprio dal disaccordo, ampio e profondo, tra USA e Cina, e simboleggiato dal fatto che, per la prima volta nella storia, il vertice si è concluso senza un comunicato ufficiale.
Un resoconto in merito è offerto dall’estratto che leggete sotto.
One day after vice president Mike Pence and China's president Xi Jinping exchanged sharply worded barbs in a showdown between the two superpowers, on Sunday the annual Asia-Pacific Economic Cooperation summit ended in unprecedented chaos and disarray, without agreement on a joint communique for the first time in its history as the escalating rivalry between the United States and China dominated proceedings and reflected escalating trade tensions. (…) Pence, who left Papua New Guinea on Sunday afternoon along with Xi, said there had been major differences between his country and China. “They begin with trade practices, with tariffs and quotas, forced technology transfers, the theft of intellectual property. It goes beyond that to freedom of navigation in the seas [and] concerns about human rights,” he said. As Bloomberg summarizes and as discussed yesterday, Pence sharpened U.S. attacks on China during a week of summits that ended Sunday, most notably with a call for nations to avoid loans that would leave them indebted to Beijing. He said the U.S. wasn’t in a rush to end the trade war and would “not change course until China changes its ways” -- a worrying prospect for a region heavily reliant on exports.
Fonte: ZeroHedge
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 19 novembre 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:
- Dopo una settimana di volatilità esasperata per Borse, valute e tassi, ci attendono altri giorni ad alta tensione
- I dati macro usciti la settimana scorsa convergono su una crescita economica che cala ed un’inflazione che sale
- In Italia la situazione resta di stallo: ma per noi è più importante ciò che sta succedendo in Francia
- SEZIONE L'OPERATIVITA' anche questa settimana sul piano operativo ci occupiamo della complicatissima situazione dei mercati obbligazionari in questa fine di 2018: guardiamo in particolare ai recenti ribassi degli High Yield
- SEZIONE L'ANALISI il tema della nostra Analisi sarà questa settimana la complicata situazione di Brexit, e i suoi riflessi sui mercati finanziari