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Dalla Grecia alla BCE

Il peso più grande è sulle spalle di Draghi: le banche greche sono di fatto insolventi da mesi, e se Draghi regalerà altri soldi l’opposizione sarà molto dura ed esplicita

di Redazione Soldionline 16 lug 2015 ore 09:46

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.    Yellen: Testimonianza ed economia.
L’economia fatica a crescere (come dicono anche i dati di ieri, nei grafici sotto). Ma Yellen andrà avanti con il rialzo a settembre. Forse ieri abbiamo assistito alla chiusura di un’epoca, quella delle banche centrali che spingono sempre al rialzo i mercati finanziari: sempre e comunque ottimiste, positive, rialziste, e mai preoccupate. Le parole di Yellen hanno (e non per la prima volta) dato un segnale totalmente diverso: “i tassi saliranno, a meno che la disoccupazione non aumenti”, è un segnale forte di politica, e di discontinuità da Bernanke. Non c’è spazio per “la stabilità dei mercati”, la Grecia e la Cina, e non c’è l’attenzione privilegiata per il sistema bancario. C’è davanti a tutto l’economia reale degli USA e una Fed che vuole comunque riprendersi lo spazio di manovra, e non accetta i “consigli” di chi (come lo FMI) vorrebbe una Fed sempre pronta a “pompare moneta”. Ha detto ieri Yellen: “non possiamo essere il lender of last resort in tutte le situazioni”. Un segnale che il mondo sta cambiando, almeno per noi investitori [importante per:  equity, valute ed obbligazioni (globale)]
bce2_22.    Grecia ieri e BCE domani.  L’esito del voto di ieri sera era scontato: e invece di risolvere, aumenta la tensione. Perché oggi sarà chiara una cosa: che nessuno sa che cosa fare adesso. Il peso più grande è sulle spalle di Draghi: le banche greche sono di fatto insolventi da mesi, e se Draghi regalerà altri soldi l’opposizione sarà molto dura ed esplicita. Le banche di investimento continuano a ripetere: “comperate, comperate”, ma la visibilità su quello che succederà in Eurozona in estate resta molto bassa  [importante per:  equity, valute ed obbligazioni (Eurozona)]
3.    USA: oggi altre banche. Borsa USA che tiene ma non sale, dopo i primi risultati trimestrali. Ne parliamo ancora nella sezione che segue, Operatività [importante per:  equity (USA)].

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L’OPERATIVITA'
Utili USA: i settori nella stagione delle trimestrali. 
Ieri abbiamo visto primi dati trimestrali importanti, per il settore tecnologia: da Intel è arrivato ieri sera dopo la chiusura, un risultato migliore delle attese, specie per ciò che riguarda le prospettive del titolo nel prossimo trimestre. Il rialzo degli indici tecnologici negli USA, nel primo semestre è stato trainato da settori come le biotecnologie, ed in generale dalle piccole capitalizzazioni: i giganti del settore, a cominciare da Apple e Google, sono dead money ovvero scommesse sbagliate, tanto che noi di Recce’d abbiamo per il momento smesso di operare su questi titoli, che fanno parte del nostro universo investibile. Per questo i risultati di Google, in uscita domani, avranno una particolare importanza per l’intero settore. Vi riportiamo estratti da commenti sui due titoli.

Google stock has been dead money for a year – a source of frustration for investors who have taken a flyer on this risky stock. With the shareholder meeting raging, the question is, what’s wrong with The Goog? Shares of the online advertising company are down 0.1% over the past year – a performance that’s even worse than it sounds given the that Standard & Poor’s 500 is up 9.6% over the same time period.

Apple has been dead money since February. Brian White, of Cantor Fitzgerald, sees Apple to $1,365 pre-7:1 split. That is $195, or up 55 percent from this fear-laden July. He suggests a $195 price target based on 17 times 2016 earnings and Apple's $25.65 cash per share. He believes the Apple Watch will be "the best selling new product in Apple's history (within the first 12 months)."

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L'ANALISI

Economia USA: cosa è che non va?  Yellen ieri ci ha detto tre cose: che la sua visione per l’economia è centrata sui livelli dell’occupazione; che il rialzo dei tassi ufficiali nel 2015 ci sarà comunque; e che non è in grado di dire se ci sono problemi seri di liquidità nel mercato delle obbligazioni. Mettiamo queste parole a confronto con ciò che avete letto nella nostra pagina “L’analisi” nelle ultime otto edizioni. Vi avevamo anticipato che Yellen e tutto il Board hanno ormai deciso che la priorità numero uno è “normalizzare”; normalizzare significa riportare i tassi ufficiali verso il 3% con gradualità, allo scopo di avere spazio di ribasso quando ci sarà una recessione; fate bene attenzione, perché ieri Yellen ha chiarito che questa è una decisione che non è più data dependent come fino a qualche mese fa, adesso la situazione è che “deve esserci qualche sorpresa negativa” per fare cambiare idea alla Fed. Se qualche lettore ancora non riesce a vedere la logica di questa scelta di Yellen, riportiamo qui un brano di un articolo del Financial Times di ieri:

Esther George, the president of the Kansas City Fed, on Friday invoked lessons from the Fed’s last rate-hiking cycle as she urged her colleagues not to delay the first increase any longer. By moving too slowly in 2004, the Fed under then-chairman Alan Greenspan allowed core inflation to move “persistently” above 2 per cent, and the labour market to overheat “amid one of the most historic credit bubbles in US history”, she said. Today things may look different, but “economic trends and experience suggest otherwise”, she warned darkly, urging the central bank to act now. Ms George is at the hawkish end of the spectrum among Fed policymakers, but some indicators today are at least as strong in the US as they were in 2004, prompting claims that the Fed risks being overly cautious.

“They are a bit behind the curve,” said Jim O’Sullivan of High Frequency Economics. “They are being risk-averse and erring on the side of starting late, but by many standard models they should have started tightening before this.”

Merita un accenno anche la frase di ieri sulla liquidità dei Treasuries: le aprole della Fed  vanno nella direzione di rassicurare i mercati, ma non vanno fino in fondo: e alla fine si riconosce che il problema “potrebbe esserci (Federal Reserve Chair Janet Yellen says 'it's not clear if there is or isn't a problem' with bond-market liquidity). Su questo tema va precisato che gli allarmi  erano arrivati dalla stessa Federal Reserve nei mesi scorsi (oltre che, ovviamente, dai vertici della maggiori banche USA). Ha detto la Fed ieri:
 
“While market commentary increasingly pointed to a possible deterioration in liquidity in these markets, a variety of liquidity metrics -- including bid-asked spreads and bid sizes -- have displayed no notable signs of liquidity pressures over the past half-year (…) All told, while the current level of liquidity in the on-the-run interdealer market seems healthy, some aspects of price movements and liquidity metrics in this market warrant careful monitoring,”
 
Questo è un tema decisivo, per tutti gli investitori che hanno posizioni in obbligazioni (sia del Tesoro, sia corporates) e quindi dovremo tornarci con maggiore dettaglio.  

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