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Da “financial repression” a “financial depression”?

Oggi ritorniamo sul tema dell’inflazione attesa, che oggi è dominante sui mercati, e che vi fu segnalato già ad inizio 2016

di Valter Buffo 13 dic 2016 ore 08:57

Commento giornaliero di www.recce-d.com

 

Come abbiamo segnalato già ieri, la settimana che inizia oggi sarà decisive per ciò che riguarda le previsioni per l’inflazione del 2017 nel Mondo: oltre al forte rialzo del petrolio di questa mattina (verso i 55$ al barile) vedremo infatti i dati più aggiornati da USA, Eurozona e Regno Unito, e in Recce’d non escludiamo che si debba poi apportare una serie di ritocchi, anche significativi, alle previsioni “di consenso” per il 2017.

busnessman-depressionRitocchi forti e violenti che ci sono già stati, sui mercati finanziari: e proprio ieri avete visto tutti un evento significativo, sicuramente più significativo dei nuovi massimi della Borsa di New York della settimana scorsa: il rendimento del Treasury decennale ha toccato il massimo livello da 27 mesi a questa parte (primo dei due grafici sotto. Dato che può essere letto anche in un altro modo: da 27 mesi a questa parte, i prezzi delle obbligazioni (in dollari) non erano mai stati così bassi. Il punto di minimo di 2 anni e mezzo: tutti i titoli di Stato USA acquistati negli ultimi 27 mesi ora sono in perdita, rispetto ai prezzi di carico. Come spiegare i nuovi minimi (dei prezzi) di ieri? Cosa spinge così tanti operatori a vendere? Forte qualcuno vi dirà che è a causa del rialzo dei tassi ufficiali negli USA di domani, rialzo che oggi viene prezzato sui mercati al 100% di probabilità: noi vi diciamo, invece, che c’entra poco o nulla la mossa sui tassi di domani, mentre c’entra moltissimo un altro dato, che è la “inflazione attesa”, un dato che ieri si è mosso, ed in una misura significativa, perché il movimento del petrolio di ieri ha spazzato via tutte le previsioni di chi vedeva il petrolio “tornare a 40$”, ed allo tesso tempo ha fatto capire che il target per il dicembre  2017 di molte banche di investimento (60$) potrebbe essere raggiunto già in gennaio. Da tutto questo, che cosa si ricava per i nostri investimenti? Che l’inflazione attesa oggi è in deciso rialzo: questo è uno dei fattori di maggiore importanza, oggi, per i mercati finanziari, dopo anni di assenza. E per chi ha buona memoria questa evoluzione fu segnalato proprio su SoldiOnline ad inizio del 2016 (L’inflazione fa paura?). Ed ecco spiegato perché i rendimenti sono ai massimi del 2016 (e quindi, i prezzi ai minimi) anche in Germania, dove non c’è alcun pericolo di rialzi dei tassi ufficiali, come potete vedere nel secondo dei grafici sotto.

CONCLUSIONE   Recce’d ritorna oggi sul tema dell’inflazione attesa, che oggi è dominante sui mercati, e che vi fu segnalato già ad inizio 2016  

rendimento-del-treasury-decennale

 

tassi-germania

 

Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 13 dicembre 2016, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.    Quello in atto sulle banche italiane in Borsa è un gioco pokeristico: un “all in”, o meglio ancora una “puntata al buio”. Recce’d non partecipa a questo tipo di gioco: ma osserva tutto con grandissima attenzione
  2.    Si apre la riunione della Federal Reserve: quanto peserà la forza del cambio del dollaro USA?
  3.    Tensione Emergente: petrolio, Trump e Taiwan, Trump e la CIA e la Russia, le bombe in Turchia, le bombe in Egitto
  4.    SEZIONE L'OPERATIVITA'    Record degli indici di Borsa USA: che tipo di segnale arriva a noi investitori?
  5.    SEZIONE L'ANALISI   C’è un secondo fatto importantissimo che è accaduto lo scorso 8 novembre. Una data che resterà nella storia (almeno dei mercati finanziari) non soltanto per l’Elezione di Donald J. Trump

 

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