Crescita moderata e banche centrali a due velocità: espansive o pazienti
Crescita moderata nell'Eurozona; dati in ripresa con produzione industriale in rialzo e bilancia commerciale solida a gennaio 2016. Tono più attendista dalla FED
di Redazione Soldionline 22 mar 2016 ore 12:37A cura di Cassa Lombarda
Eurozona: “crescita moderata” – dati in ripresa con produzione industriale in rialzo e bilancia commerciale solida a gennaio 2016. Invece l’occupazione è in lieve calo ma aumenta il tasso di posti di lavoro liberi negli ultimi tre mesi 2015. Le attese sulla zona sono di una crescita solo a un ritmo moderato, con i consumi privati come driver principale. Infatti l’alto debito e la disoccupazione continuano a tenere sotto tono la crescita, mentre la bassa inflazione dovrebbe indurre la Bce a essere molto attiva. I rischi al ribasso restano importanti in particolare dati dal contesto esterno (nell’ottica anche di un'eventuale Brexit) ma anche da questioni interne che possono colpire il sentiment come le turbolenze politiche e la gestione del flusso dei migranti. Questa settimana, dopo due mesi di calo e un parziale recupero dei mercati finanziari, l'indice Ifo e i Pmi dovrebbero confermarsi stabili.
USA: “Fed tono più attendista” – Il Federal Open Market Committee (Fomc) ha lasciato invariati i tassi e ripetuto che la politica di reinvestimento delle cedole e dei titoli che giungono a maturazione continuerà fino a quando la normalizzazione dei tassi non sarà ben avviata. Nel complesso la Fed ha dato un messaggio accomodante abbassando le sue proiezioni medie di crescita dei tassi e avvicinandole a quelle implicite nei prezzi di mercato che tuttavia sono ancora inferiori. Ora la media delle proiezioni dei membri del Fomc è per due aumenti di 0.25% entro la fine del 2016 (a dicembre erano 4) mentre il mercato ne sta implicitamente scontando uno solo. La comunicazione della Fed è stata bilanciata. Da un lato ha sottolineato che l'attività economica nazionale si sta espandendo a un ritmo moderato con solido miglioramento dell'occupazione. Questo porterà un aggiustamento graduale della politica monetaria nonostante gli sviluppi economici interni incerti degli ultimi mesi, e con dubbi che il recente rialzo dell'inflazione core sia duraturo con esplicito riferimento all'impatto del petrolio. Dall'altro lato ha anche enfatizzato che gli sviluppi economici e finanziari globali continuano a porre rischi al ribasso con un insolito esplicito riferimento al contesto internazionale. Le previsioni economiche hanno visto modeste riduzioni inerenti la crescita e il tasso di equilibrio di lungo periodo nonostante tassi di disoccupazione leggermente minori. È probabile che i discorsi dei membri del Fomc nella settimana confermeranno questa impostazione moderata. L'inflazione core di febbraio dovrebbe sostenere che la ripresa di una lieve inflazione è reale.
Cina: “debole ma in target” – l'attività economica è rimasta debole all’inizio 2016. Lo scenario sembra destinato a ripetersi con sforzi per sostenere la crescita attraverso la politica fiscale che continua a giocare un ruolo sempre più importante. Il PIL in Cina sarebbe in crescita in media del +6,6% anno su anno nei primi due mesi dell'anno (quindi entro l'obiettivo ufficiale). Ciò sottolinea la natura modesta della decelerazione. Il governatore della Banca Centrale si è infatti dichiarato ottimista sul raggiungimento dei target di crescita per il 2016 (6,5-7%) e nel non vedere ragioni per svalutare lo yuan a sostegno dell'export.
Giappone: “Boj ferma ma meno ottimista” – come da aspettative la Banca Centrale continua con il piano di acquisto titoli ai livelli attuali e mantiene i tassi di interesse invariati in territorio negativo. Tuttavia, la banca ha mostrato un crescente pessimismo circa le previsioni sulle esportazioni, la produzione industriale e l’inflazione rispetto alle dichiarazioni di gennaio, quando la Bank of Japan (BoJ) aveva commentato come fossero proprio le esportazioni a dare una spinta rialzista alla crescita dell’economia. Dopo questo il governatore Haruhiko Kuroda ha anche dichiarato che c’è spazio per tagliare i tassi a -0,50%.