Conviene continuare a investire in azioni italiane?
Borsa Italiana si avvia a chiudere il 2019 con una delle migliori performance annuali tra le principali piazze finanziarie internazionali. Il risultato è stato sorprendente
di Redazione Soldionline 10 dic 2019 ore 09:50Borsa Italiana si avvia a chiudere il 2019 con una delle migliori performance annuali tra le principali piazze finanziarie internazionali.
Secondo Gilles Guibout - gestore del fondo PIR AXA WF Framlington Italy di AXA Investment Managers - il risultato è stato sorprendente. "Il movimento del mercato è stato ampiamente guidato dall’andamento dei tassi che sono scesi già nel primo semestre, discesa che si è amplificata con il cambio di governo", ha segnalato il gestore. Gilles Guibout ha evidenziato che gli operatori hanno favorito soprattutto le società influenzate dai tassi, cioè principalmente large cap domestiche.
Questo trend è destinato a proseguite anche il prossimo anno? Nell'analisi seguente il gestore prova a fornire alcune indicazioni.
La sorpresa dell’anno è stato il fatto che l’Italia ha fatto molto meglio delle attese.
Il movimento del mercato è stato ampiamente guidato dall’andamento dei tassi che sono scesi già nel primo semestre, discesa che si è amplificata con il cambio di governo (Conte 2). A inizio anno, infatti, il Btp era su livelli massimi, a 280 punti base, poi a fine giugno è sceso a 230 punti base. Vista l’incertezza sull’esecutivo che si è formato dopo le elezioni (Lega-Movimento 5 Stelle), nessuno si aspettava una tale discesa del Btp.
Come si è mosso il mercato
Il mercato ha favorito soprattutto le società influenzate dai tassi, cioè principalmente large cap domestiche, sorprendendo molti osservatori. Noi abbiamo puntato su società più internazionali perché non volevamo essere esposti al rischio della politica italiana. A fine anno abbiamo assistito a un rally dei titoli più ciclici, una volta rientrato il rischio politico, sia italiano e sia internazionale.
Inoltre, la proposta del nuovo governo di tornare sulla vecchia normativa PIR con alcune modifiche (come l’inserimento dell’obbligo di investire in un 3,5% di small cap) ha fatto in modo che anche le small cap mettessero a segno una performance brillante a novembre. I titoli dello STAR hanno registrato un progresso del 12,3% rispetto al mese precedente, mentre il Ftse Italia All Share è salito del 3,3%. Nel giro di un mese quindi le small cap hanno recuperato tutto quanto avevano perso.
Brillante performance
In un contesto di mercati in rialzo, l’Italia – come spesso accade – ha fatto da amplificatore della zona euro. A fine novembre l’indice EuroStoxx ha guadagnato il 20,3%, mentre il FTSEMib ha archiviato la migliore performance con un 24%. Il Ftse Italia All Share con il dividendo reinvestito ha guadagnato il 30,3%, cinque punti in più dell’EuroStoxx con dividendo reinvestito (25,27%).
Non ci aspettiamo un cambio di trend da qui a fine anno, anche se il mercato resta sempre esposto ai tweet del presidente americano Donald Trump. Se, come tutti si aspettano, viene firmato l’accordo con la Cina e nel Regno Unito vincono i conservatori, non ci saranno grandi movimenti. A questo si aggiunga il fatto che, quando si vende, poi bisogna reinvestire e oggi le alternative alle azioni sono poche.
Il mercato azionario resta su valutazioni non tirate e paga una cedola del 4,26%, e con i tassi a zero i titoli azionari risultano l’alternativa più conveniente.
Cosa dobbiamo aspettarci nel 2020?
Visto che per il 2020 non ci aspettiamo né una forte crescita, né un crollo, riteniamo che non sia arrivato il momento per vendere. Anzi, se il clima sul lato politico migliora e se si conferma la volontà di raggiungere un’unione bancaria in Europa, sarebbe un’ottima notizia per l’eurozona e soprattutto per l’Italia. Inoltre, se sarà approvato il decreto sui nuovi PIR, il trend sulle azioni dovrebbe continuare ad essere positivo, specie con i tassi che restano cari.
Il nostro scenario dunque prevede tassi bassi, decelerazione della crescita, ma comunque crescita. In questo contesto le azioni dovrebbero continuare a offrire una buona performance. Tuttavia, con i tassi quasi a zero, la “componente Btp” del mercato, che nel 2019 ha dato un forte contributo alla performance, non sarà in grado di fare altrettanto nel 2020. Le utilities, infatti, che salgono quando i Btp scendono, quest’anno sono state l’elemento che maggiormente ha contribuito al rialzo.
Infine, se dovesse esserci un ritorno dell’incertezza, questi titoli potrebbero soffrire. Nel 2020 bisognerà puntare quindi su fattori micro, come l’aumento degli utili societari, piuttosto che su fattori macro legati all’andamento del Btp.
Nel nostro scenario vediamo il rischio di un rialzo inatteso dei tassi di mercato legato per esempio a imprevisti default nel segmento del credito.